Lo avete letto un po’ ovunque e anche qui su Dailybest: Popcorn Time è tornato. Il sito di streaming illegale di film e serie tv aveva fatto parlare di se così tanto negli scorsi mesi da attirare l’attenzione dei legali che proteggono gli interessi degli studi hollywoodiani che sono poi riusciti a costringerlo offline. Solo per vederlo rispuntare ora come una novella araba fenice.
Cosa è cambiato rispetto a prima? Oggi Popcorn Time non è più un programma da scaricare ma un semplice sito navigabile con qualunque browser che si appoggia ad una tecnologia sviluppata parallelamente chiamata Torrents Time. Grazie ad essa infatti non è più necessario scaricare un file per poterne usufruire ma si possono vedere film e serie tv pirata direttamente in streaming. Molto più comodo e invitante.
Quella che era una delle rivoluzioni copernicane che aveva contribuito al successo di Popcorn Time diventa insomma uno standard di facile applicazione per chiunque renda disponibile file torrent. Anche i cugini di Pirate Bay, altro megasito pirata, hanno sviluppato immediatamente un servizio del genere basato sulla stessa tecnologia, un altro gigante come Kickass Torrents si appresta a fare la stessa cosa e gli stessi inventori di Torrents Time parlano di un “bagno di sangue” per tutte le case di produzioni mondiali di film e serie tv.
Oltre a questa velocità e facilità d’utilizzo l’altro grande elemento di successo di Popcorn Time è quello puramente estetico. Per la prima volta nella storia dell’utilizzo di contenuti pirata online navigare Popcorn Time non è un’esperienza da smanettoni o da iniziati spericolati del deep web ma un’azione semplice a portata di una qualunque casalinga di Voghera. La sua interfaccia somiglia ad una carrellata di poster di celebri film e serie tv, cliccando su ciascuna di queste si può vedere il trailer e leggerne la trama. Il riferimento è ovviamente il lavoro grafico del cugino legale e multinazionale Netflix con la piccola differenza che Popcorn Time è gratuito e spesso offre film appena usciti al cinema introvabili nelle piattaforme streaming autorizzate. Gli sviluppatori di Popcorn Time per essere sicuri di diffondere l’epidemia il più possibile hanno poi messo il codice di questa tecnologia disponibile online a disposizione di chiunque voglia replicarlo, migliorarlo, evolverlo.
Il casino incredibile in cui si stanno per trovare gli studi cinematografici (così come i grandi produttori di contenuti video in genere) ricorda da vicino il terremoto tecnologico ad inizio degli anni 2000 portato da Napster. Al tempo tutta la musica era improvvisamente gratuita e disponibile direttamente nel proprio computer. Un servizio comodo, pratico, veloce per cui in tanti avrebbero potuto e voluto pagare e che invece era addirittura gratuita (e ovviamente illegale). Cosa è successo dopo è storia che tutti conoscono. Le case discografiche invece di trasformare il modello tecnologico del Peer2Peer in qualcosa di ufficiale e gestibile da cui guadagnare (come fatto da Spotify un decennio dopo) preferirono abbattere Napster, per poi in seconda battuta acquisirlo e trasformarlo in qualcosa di assolutamente inutile. La cosa è stata possibile perché Napster era una tecnologia centralizzata: abbattuto il suo cuore anche tutto il resto del flusso si chiudeva improvvisamente.
A differenza di allora però oggi le cose sono diverse. Torrent è un formato di distribuzione di file illegale enormemente diffuso, in America il traffico di questo tipo di dati occupa circa il 3% (Netflix arriva addirittura al 37%). La novità di Torrents Time di cui abbiamo parlato prima, la possibilità dunque di utilizzarli in tempo reale senza bisogno di scaricarli completamente unita alla consapevolezza “estetica” di Popcorn Time di voler rendere utilizzabile questa tecnologia anche all’utente medio rendono il risultato finale molto più efficace che in passato. Cosa più importante di tutte a differenza di Napster il modello dei Torrent non è centralizzato ma fondato sul network degli utenti che lo utilizzano. Insomma non c’è un cuore da colpire per abbattere il sistema perché l’organismo pirata siamo noi stessi che lo utilizziamo.
L’errore dell’industria dei contenuti è quello di continuare a combattere la cultura del file sharing online con armi spuntate. Se al tempo la chiusura (in ritardo) di Napster servì a far nascere immediatamente decine di software di file sharing simili se non addirittura più efficienti oggi l’aver tentato di azzoppare Popcorn Time ha avuto l’effetto di farlo rinascere più forte e inafferrabile di prima. La distribuzione di contenuti illegali online è cresciuta e ha capito come sia importante anche la facilità di utilizzo e la cifra estetica del proprio sistema. Anche gli ultimi nerd che erano rimasti chiusi nel proprio scantinato sono cresciuti e hanno seguito le orme di stile e design di Steve Jobs. Una volta che il genio è uscito dalla lampada è molto difficile rimetterlo al suo posto.