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Mark Zuckerberg presenta Jarvis, l’intelligenza artificiale di Facebook: il suo futuro da sogno è il nostro incubo

 

Jarvis. Fino a pochi giorni fa era semplicemente il nome del cantante dei Pulp Jarvis Cocker o dell’assistente personale di Tony Stark, meglio noto come Iron Man. Da oggi, invece, Jarvis è il nome del terrore.

Con un video pubblicato su Facebook, Mark Zuckerberg ha infatti spiegato di aver chiamato Jarvis un nuovo progetto di intelligenza artificiale destinato a controllare tutto ciò che accade all’interno di un’abitazione. Si parla di luci che si accendono e si spengono, di tostapane che sputano il pane proprio al momento giusto, di televisori che si accendono senza telecomando.

 

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Fin qui tutto ok: dalla domotica al controllo degli elettrodomestici attravero le app, il passaggio è già in corso. È il famoso internet delle cose, quello che riesce ad agire direttamente nel mondo reale e non solo online.

Il problema è che il video di Mark Zuckerberg è incredibilmente inquietante. Creepy, direbbero gli anglofoni. Innanzitutto a livello stilistico: pur essendo girato in quella che si suppone essere la casa del fondatore di Facebook, la fotografia è freddissima. Casa Zuckerberg, insomma, non è un posto accogliente e caldo, magari da invidiare. No, casa Zuckerberg potrebbe essere il set di una puntata di Black Mirror o una delle case finte costruite nel parco di Westworld.

 

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Il motivo è presto spiegato: quella non è la casa di Zuckerberg, ma la casa di Jarvis, l’intelligenza artificiale sviluppata dagli ingegneri di Facebook. Nel video, infatti, ci viene spiegato come il software possa non solo aiutare a gestire le cose di tutti i giorni nella nostra abitazione, ma come possa direttamente sostituirsi a noi. È lui a riconoscere i genitori di Mark quando citofonano, è lui a decidere che è il momento di mangiare un toast. Davvero: creepy.

Lo so, il rischio è quello di sembrare reazionari e restii al cambiamento. Magari tra qualche anno questa sarà la norma, ma le grandi rivoluzioni spaventano sempre e nel momento in cui iniziano possono sembrare sbagliate. Quello che senz’altro ci sembra sbagliato o quantomeno strano è il modo in cui Zuckerberg coinvolge la propria famiglia. All’interno dello spot di Jarvis c’è la cerchia più stretta dei suoi affetti: moglie, figlia e genitori, tutti parte di questo mondo glaciale in cui la presenza umana è solo la giustificazione dell’esistenza di un software. Certo, l’assenza di qualsiasi scioltezza e disinvoltura da parte del CEO non aiuta.

In questi pochi minuti, Mark Zuckerberg ci ha portato nel suo futuro, nel futuro che lui sogna. Quello che a noi al momento sembra un incubo. Ma è colpa nostra, non abbiamo dubbi.

 

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Marco Villa

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Marco Villa

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