Condividiamo già auto, case, divani e molto altro: perché non condividere anche il cibo? Il food sharing è l’ultima frontiera della condivisione, partito dal portale tedesco foodsharing.de e nato a Colonia nel 2012 si è diffuso rapidamente ad Amburgo, Berlino e Monaco di Baviera. Il sito permette di offrire in rete il cibo sovrabbondante che altrimenti, finirebbe gettato nell’immondizia: le merci sono varie e ordinate per data di scadenza, alcune devono essere distribuite in fretta a causa della rapida deperibilità, altre, seguendo i ritmi di un normale supermercato, possono aspettare più giorni prima di essere consumate.
Foodsharing al momento dichiara di aver strappato alla pattumiera già 3.433.184 kg di cibo, un risultato importante se confrontato con le statistiche FAO, che contano in Europa uno spreco di cibo pari a 89 milioni di tonnellate, con la Germania ai vertici, con 82 kg di alimenti sprecati pro capite. Quella del food-sharing si è rivelata un’idea semplice ed efficace. Sapremmo fare qualcosa del genere anche in Italia? Vediamo un po’ di giovani e start up contro lo spreco alimentare
Sono varie le app che possiamo utilizzare contro lo spreco alimentare, proprio in Italia dove la pattumiera inghiotte ogni anno 108kg di alimenti pro capite, circa 450€ per famiglia: l’esperienza tedesca è stata fonte di ispirazione per quattro giovani di Catania, dietro al portale Ifoodshare.org, che permette la condivisione di cibo online e coniuga la richiesta alimentare con un’offerta che non si limita alla benevolenza del comune cittadino, ma accoglie anche le donazioni di aziende agricole e della grande distribuzione.
Un modello che ricalca gli schemi della classica distribuzione viveri parrocchiale in connubio coi vantaggi logistici della rete.
Di simile approccio – ma con un design più moderno – è Bring the food, app che permette di condividere il cibo in eccedenza con le persone o gli enti caritatevoli della città del donatore. La piattaforma è attiva dal 2014 e sta per raggiungere le 6,5 tonnellate di cibo donato. Uno dei progetti che sta riscontrando maggior successo è Last Minute Sotto Casa (LMSC), nato a Torino nel quartiere Santa Rita. LMSC permette ai negozianti di segnalare in rete, a fine giornata, il cibo che rischia di essere buttato, proponendo offerte specifiche ai propri clienti.
Restando in ambito urbano, l’app S-Cambia Cibo permette ai propri utenti di offrire il cibo in eccedenza condividendolo direttamente online con gli altri membri iscritti. Come in un piccolo social network, si posta la foto dell’alimento descrivendo le caratteristiche e indicando la data di scadenza. Se un utente è interessato si può mettere in contatto con l’offerente e, semplicemente, “scroccare” il cibo scelto.
Quando nel 1979 Maria Teresa di Calcutta donò il corrispettivo in denaro del banchetto cerimoniale del premio Nobel ai poveri della sua città, Equoevento non esisteva ancora, ma avrebbe offerto un valido compromesso. L’organizzazione nasce a Roma nel dicembre del 2013 per mano di quattro giovani professionisti e ha come scopo il recupero del cibo avanzato dagli eventi, con seguente donazione delle eccedenze a enti caritatevoli. L’apparato logistico è gestito rigorosamente dalla Onlus: “Veniamo nel luogo ad un’ora concordata con l’organizzatore di eventi e il catering, muniti di mezzi per il trasporto del cibo, per trasportarlo immediatamente presso i bisognosi” spiega il sito.
Anche Milano contribuisce alla causa con Breading, un’app che permette di trasferire risorse alimentari – soprattutto pane – dagli esercenti alle associazioni del terzo settore. Nello stesso tempo mantiene anche informati gli esercenti con dati sullo spreco, novità e tecniche anti-spreco. Alla stregua dell’app meneghina My Foody mette in contatto tramite la rete grossisti, negozianti e consumatori proponendo sconti per prodotti in via di scadenza o con difetti estetici nell’imballaggio. La start up si sta rinnovando e presto sarà online.
Direttamente dal Progetto Scuola creato da Expo Milano 2015 scaturisce Sharing Food, app che invita gli utenti, i ristoranti o i supermercati a offrire il cibo in eccesso a coloro che sono disposti ad andarlo a ritirare. Il progetto nasce da un’idea di tre liceali di Parma per il concorso “Italia e Svizzera verso l’Expo 2015: imparare, sviluppare, diffondere”, contest rivolto ai ragazzi delle scuole superiori svizzere e italiane per la sensibilizzazione ai temi di Expo.
Ma lo spreco alimentare non si combatte solo reindirizzando le eccedenze, è necessario anche agire alla radice del problema. Il progetto UBO (Una Buona Occasione) si occupa di combattere gli sprechi incidendo sulle cause che contribuiscono a formare le eccedenze.
La prevenzione di UBO si concretizza con un’informazione sistematica e circoscritta al tema del cibo a 360 gradi: news, concorsi, curiosità, consigli per risparmiare e semplici quanto esplicative analisi ad hoc.