Viaggi
di Gabriele Ferraresi 24 Maggio 2016

Il luna park del nonno inventore è il trionfo della fantasia

In Veneto, vicino Treviso, un artigiano ha fatto diventare realtà il suo sogno per divertire grandi e piccini

veneto luna park pioppi Youtube - Bruno Ferrin, il nonno inventore del luna park di Nervesa della Battaglia

 

Quante piccole meraviglie ci sono nascoste in ogni angolo d’Italia: una di queste è in Veneto, a Nervesa della Battaglia, provincia di Treviso. È un luna park costruito da un solo uomo, un nonno inventore, Bruno Ferrin, oggi settantanovenne, sui terreni che circondano l’osteria ai Pioppi.

È un luna park non “dei poveri”, tutt’altro, ma artigianale, semplice, d’altri tempi quello di Bruno Ferrin: dove le attrazioni vanno senza bisogno di elettricità – a parte una – e spinte solo dal genio umano e dall’intelligenza di chi le ha prima sognate e realizzate poi, ovvero, sempre Bruno Ferrin. Quanto costa entrarci? Niente! Se vi fermate a mangiare qualcosa all’osteria i bambini – e anche i bambini cresciuti… – potranno passare tutto il tempo che vogliono sulle giostre. Per darvi un’idea dei costi, un caffè costa 50 centesimi di euro.

 

 

Stefano Lorenzetto de Il Giornale aveva incontrato tempo fa Bruno Ferrin, portando a casa una bella intervista, dove scriveva “È così che Ferrin prende la vita: come un gioco. Che nasce da un sogno: «Cade un ramo, frulla in cielo un uccello, rotola giù a valle un sasso… Le idee mi vengono così». Almeno una all’anno, a volte di più: ed ecco pronte le nuove giostre. Ne ha già costruite con le sue mani la bellezza di 45, una più emozionante dell’altra. «Ne ho in programma altre due, se il Padreterno mi concede una proroga, perché gli anni sono già 78, caro el me siór, compiuti il 1° febbraio»“.

Oggi il luna park forse povero di mezzi, ma ricco di una fantasia incredibile è ancora lì, a divertire grandi e piccini.

Di lui si sono accorti nel 2012 anche a Fabrica, e hanno realizzato un documentario di una decina di minuti commovente

 

 

Ma che attrazioni troviamo dentro ai Pioppi? “Dove non basta la fisica, sopperisce il fisico: è il caso di monopattino, liane, pedana elastica gigante, rulliera, scivolo a tre piste, girotondo, ruota pedonale, uomo vitruviano, percorso di guerra, bascula, altalene, catene, teleferica, campane e di tanti altri divertimenti che richiedono buoni muscoli negli arti superiori e inferiori” scrive sempre Lorenzetto, e se volete farvi un’idea più precisa, sul sito dei Pioppi c’è tutto in dettaglio.

Come è nato i Pioppi? Lo racconta proprio nonno Bruno a La Nuova di Venezia e Treviso, dove ricorda “Nel 1969 ero un ragazzotto di trent’anni. Al mattino andavo in giro a consegnare lieviti ai panifici. Per occupare i pomeriggi liberi, insieme a mia moglie Marisa, abbiamo pensato di creare una “frasca”, cioè un’osteria. Ho trovato un pezzo di terreno che pagavo 100 mila lire di affitto all’anno. Ho appeso un mazzo di salsicce a un albero, una damigiana di vino bianco e una “de vin moro”. Quattro tavole in mezzo al pioppeto e si dava da mangiare alla gente, così, alla buona» ricorda Bruno. Gli affari andavano bene e dopo tre anni è riuscito ad acquistare una parte del terreno. «Me lo ricorderò sempre, era la prima volta che possedevo qualcosa. Allora ho pensato: perché non fare una giostra per i “tosatti”. Sono andato dal fabbro che mi ha risposto picche e io mi sono incaponito e alla fine ho fatto l’altalena». Le dita doloranti e gli occhi che lampeggiavano per la fiamma ossidrica“. Stava nascendo i Pioppi.

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