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Iniziano i Mondiali di Calcio, ma come sappiamo ormai da mesi: noi non ci saremo. Sarebbe stata l’occasione per conoscere un po’ meglio la Russia e le sue città, ma i nostri adorati calciatori avevano altri programmi per l’estate: meglio Porto Cervo e Formentera a Saransk ed Ekaterinburg, che detta così, si potrebbe anche capire.
Mesi fa, mentre vagabondavo per le strade di Mosca, osservai tutti quei lavori per migliorare le infrastrutture e ampliare le strade, per preparare i russi all’arrivo dei turisti e pensai “che coglione che sono, vado in Russia l’estate prima dei mondiali quando bastava posticipare di un anno: viaggio + qualche partita dell’Italia, la combo perfetta”. Ecco, appunto. Se cercate “il gufo” che non ci ha fatto qualificare e avete ancora della rabbia repressa, potrei essere io il vostro capro espiatorio, però prima lasciate che vi racconti qualcosa sul viaggio che avreste potuto fare se l’Italia si fosse qualificata ai Mondiali.
Devo però ammettere di essere stato in sole due città russe, che poi di solito sono le uniche due che si conoscono: poca roba data l’estensione infinita della federazione. Ma con tutto il rispetto che ho per la Russia, che ci andavo a fare a Samara o a Nižnij Novgorod?
Piuttosto che spingermi verso gli Urali e addentrarmi in Siberia, decisi quindi di aggiungere al viaggio qualche più interessante città baltica: Riga, Tallin e Helsinki.
Mosca
I miei “highilights” sono: Lenin imbalsamato, la Piazza Rossa e il terrore che incute ogni angolo della città. Vedere il padre dell’Unione Sovietica così da vicino in carne ed ossa è stata un’esperienza tra il mistico e il leggendario, mentre la vastità della Piazza Rossa con la piccola Cattedrale di San Basilio sullo sfondo sono la conferma di un affascinante evergreen. La zona centrale di Mosca è molto bella, ma ancora più affascinanti sono le periferie fatte di casermoni decadenti, condomini sovietici e tracce di un recente passato. La sensazione che si provava in ogni luogo era di timore e in un certo senso di paura, non era una percezione legata all’insicurezza ma piuttosto a qualcosa di sinistro e maligno. Ma forse era tutto nella mia testa.
San Pietroburgo
Splendida e principesca. Il Palazzo d’Inverno e il museo dell’Hermitage sono da vedere almeno una volta nella vita: devo proprio dire che i Romanov non si trattavano per niente male. A lungo chiamata Leningrado, è ricca anche di parchi, meravigliose cattedrali, e l’immenso fiume Neva, i cui ponti, durante le notti bianche in estate, vengono alzati per far transitare le navi, offrendo uno spettacolo suggestivo. È la città che ha vissuto più intensamente tutte le fasi della storia russa: dai fasti degli Zar alla Rivoluzione, dal lungo assedio durante la Seconda Guerra Mondiale alla rinascita degli ultimi anni.
Riga
Architettonicamente sorprendente. La capitale della Lettonia è ricca di edifici in stile Art Nouveau, ha una bella piazza, una bella cattedrale, tante aree verdi e dei bei locali. I lettoni, popolo giovane e frizzante, hanno un unico grande amore che è Kristap Porzingis, loro compatriota e superstar del basket americano con i New York Knicks. Da cosa lo deduco? Il suo volto era ovunque, sembrava fosse l’unico testimonial pubblicitario esistente.
Tallin
La capitale dell’Estonia ha un centro storico molto grazioso, giri un angolo e ci vedi Praga, giri l’altro e ti senti a Budapest, apri la porta di casa e sei ad Edimburgo. Bel borghetto medioevale, è un piacere girovagare tra le sue vie e i suoi mercati, ma ha anche un quartiere super cool e super hipster.
Vilnius
Capitale della Lituania, altra celebre città baltica, ma io non l’ho vista, mi dispiace, chiedete a qualcun altro o offritemi il viaggio che ve la racconto.
Helsinki
A uno schiocco di navigazione da Tallin, sono circa due le ore di traghetto, io ci andai in giornata dall’Estonia. Pulita, educata, composta, la capitale finlandese è proprio la brava ragazza della porta accanto. Però manca un po’ di personalità; il suo Colosseo e la sua Piazza di Spagna sono una cattedrale luterana bianca e spoglia e una chiesa scavata nella roccia: entusiasmante. C’è però tanto verde ovunque, ma sicuramente ci sono posti più belli da visitare.
La cucina
No non ci siamo, la Russia è il profondo rosso. Tra ristoranti e piatti ordinati ci ho provato più volte, ma ogni volta mi sembrava di essere alla mensa dell’ospedale; unica eccezione sono i pelmeni, i classici ravioli ripieni di carne. È andata un po’ meglio nelle città baltiche, in cui si trova una cucina più vicina a quella dell’Europa continentale, con un salmone sublime e con delle ottime birre estoni. L’apice però l’ho raggiunto seduto su una panchina in un parchetto di Helsinki: Bon Iver come sottofondo e carne in scatola di renna e di orso per pranzo. Prelibatezze.
Le persone
Sarà il clima, sarà il passato, sarà quel che sarà, ma i russi non sprizzano troppa simpatia o voglia di conoscerti. Inoltre le difficoltà di linguaggio complicavano ulteriormente le cose, quasi nessuno parlava un minimo di inglese, cartelli e indicazioni erano tutte in cirillico: comunicare non è stato per niente facile. Meglio in Lettonia, Estonia e Finlandia, molto più aperti verso i turisti e i viaggiatori.
Morale della favola
Sono tutti luoghi con un fascino particolare e ambiguo, un po’ decadenti, un po’ proiettati al futuro, un po’ malinconici. Se proprio devo darvi un consiglio, andateci in piena estate e se riuscite partite da una qualsiasi di queste città e continuate con la transiberiana fino alla Cina. Un po’ di epicità non guasta mai, la prossima volta però.