L’ingresso dell’Inferno e un luogo “fatato”. Sembra un ossimoro, ma stiamo parlando di un luogo reale. Il Lago d’Averno è un lago di origine vulcanica che si sviluppa nelle vicinanze di Pozzuoli, in provincia di Napoli. All’apparenza sembra essere una semplice distesa d’acqua dolce, e in effetti è innegabile che sia così. Ma in sé nasconde qualcosa di più, una mitologia che parte dalla celebre Eneide latina di Virgilio. Leggenda vuole che il Lago d’Averno fosse l’ingresso agli Inferi, dal quale Enea entrò per la sua discesa nel regno dei morti.
Un’altra storia legata al lago è quella della Fata Morgana, un personaggio legato alla mitologia celtica. Un marchese ottocentesco, tale Giuseppe Ruffo, raccontò d’aver avuto una apparizione/sparizione, quando il Lago sembrò incredibilmente scomparire dalla sua vista e lui ricollegò il fatto alla Fata Morgana, attorno alla quale gravita una leggenda a riguardo (pienamente smentita dalla scienza).
C’era una grotta profonda e immensa di vasta apertura, rocciosa, difesa da un nero lago e dalle tenebre dei boschi sopra la quale nessun volatile poteva dirigere il cammino con le ali impunemente”. Così si presentava il Lago d’Averno agli occhi di Enea, attraverso le parole del poeta Virgilio.
Il territorio sul quale il bacino si è sviluppato è di per sé unico. Infatti si trova sui Campi Flegrei, la vasta area magmatica dalla vivacissima (e pericolosissima) attività vulcanica, ancor più temibile del Vesuvio.
Il nome del Lago d’Averno deriva dal greco Avernus, ovvero “senza uccelli“. Questo perchè le acque del lago emanavano gas nocivi che risultavano letali per i volatili e che resero lo specchio d’acqua sguarnito di fauna (cosa che, per fortuna, non sussiste oggi).
Il lago non è l’unico luogo d’interesse nella zona, visto che a pochi passi si trovano il Tempio d’Apollo e l’Antro della Sibilla Cumana, formando una zona particolarmente mitologica e piena di misteri.