Il Tempio di Valadier ha uno di quei nomi che associamo ai film fantasy, ai cavalieri che partono alla ricerca del drago, di quelli con gli effetti speciali che valgono più della trama e che lasciano a bocca aperta. Niente di tutto questo.
A Genga, in provincia di Ancona, sorge una chiesa neoclassica dalla pianta ottagonale che si staglia all’interno di una grotta, regalando una visione di per sé magica senza neanche gli effetti al computer e che gli vale un posto d’onore tra le chiese più belle d’Italia.
Il Tempio di Valadier sorge nelle Marche, nel cuore del Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, già meraviglioso di suo. Si raggiunge percorrendo la strada che dalle Grotte di Frasassi arriva al paesino di Genga, per poi percorrere 700 metri a piedi in salita. Una fatica ampiamente ripagata dal panorama unico che troverete quando arriverete al Tempio.
È una struttura in blocchi bianchi di travertino e ricoperta dal tetto di piombo, eretta nel 1828 da Papa Leone XII (nativo proprio di Genga) su progetto dell’architetto Giuseppe Valadier, da cui il nome esotico.
La chiesa è perfettamente incastonata nella grotta e quando la ammirate dal retro, potete vedere il contrasto tra la roccia e la vallata verde del parco naturale. A partire dal X secolo nella grotta la popolazione del luogo ha trovato rifugio per nascondersi dai saccheggiatori, ma solo dopo la costruzione del Tempio la stessa grotta è diventata un vero e proprio rifugio per i peccatori che vogliano chiedere perdono a Dio. Oggi all’interno del tempio c’è una statua raffigurante una Madonna con bambino, opera della bottega di Antonio Canova (in realtà è una copia, perché l’originale è stato spostato al Museo di Arte Sacra di Genga).
Non bastassero la bellezza del parco e l’unicità del Tempio di Valadier, accanto alla chiesa di trova anche il piccolo Santuario della Madonna di Frasassi (noto anche come Eremo di Santa Maria Infra Saxa), un antichissimo eremo costruito nella roccia, che nacque come Monastero di clausura per le monache benedettine e che trova origine documentata già nel 1029.
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Un itinerario tutto da scoprire per una gita tra la storia e tra i silenzi di uno dei luoghi più belli d’Italia.