Ieri su Facebook hanno tenuto banco le foto di un illustratore livornese, Daniele Caluri (inventore di Don Zauker e disegnatore per la Bonelli alle testate Martyn Mystere e Dylan Dog) che ha lanciato una proposta talmente comica e surreale da fare il giro d’Italia.
A sud di Livorno, in mezzo alla macchia mediterranea, proprio di fronte al mare, c’è un curioso cubo di cemento. Si tratta dei resti del Mausoleo di Ciano, costruito a partire dal 1939 per diventare la tomba del gerarca fascista Costanzo Ciano e della sua famiglia. In origine il monumento avrebbe dovuto ospitare anche una statua marmorea del gerarca alta 12 metri e un faro gigante a forma di fascio littorio alto più di 50 metri. I lavori procedettero con velocità, ma la guerra e la fine del regime impedirono la conclusione dell’opera: il mausoleo rimase incompiuto, nulla più di un blocco squadrato abbandonato in mezzo al bosco.
Da qui, l’idea di Caluri: vista la forma, perché non trasformarlo nel deposito aureo di Zio Paperone? Sì, quello in cui Paperon De Paperoni si fa delle gran nuotate nelle monete d’oro e che è sempre preso di mira dalla Banda Bassotti.
Su Facebook il disegnatore ha caricato un paio di foto del possibile progetto e tutti si sono innamorati dell’idea, talmente strampalata da aver trovato il favore degli utenti di Facebook, con 10.000 like e più di 4.000 condivisioni. Probabilmente dissacrare le opere fasciste ha ancora il suo fascino. A questo punto, ne abbiamo voluto sapere di più e lo abbiamo contattato per avere qualche informazione.
Come ti è venuta l’idea di trasformare quel triste basamento nel deposito di Zio Paperone?
Ah, quella ce l’ho da anni, ma è sempre stata una boutade per far ridere gli amici. Il mausoleo è un ignobile cubo di cemento, che deturpa la macchia mediterranea senza che abbia mai avuto un reale significato, proprio perché non si tratta neanche di una rovina, o di una tomba, ma di un’opera strozzata sul nascere. E visto che la struttura c’è ed è in totale abbandono e disfacimento, perché non utilizzarla per farne qualcosa di caratteristico, oltre che, ovviamente, di dissacratorio?
A parte l’aspetto esteriore, dentro cosa ci dovrebbe essere?
Ma anche nulla. Il luogo non è adatto alle visite: vi si accede per un sentiero sterrato e in mezzo alla boscaglia, tant’è che per decenni è stato la camporella per antonomasia. Lì intorno ci sono più preservativi usati che foglie.
Certo, a quel punto sarebbe bello immaginare un possibile utilizzo, sempre che l’amministrazione comunale voglia costruire una strada per accedervi senza essere esperti di survivor. S’apra il dibattito.
Dunque saresti disposto a parlarne col sindaco di Livorno e a ufficializzare il progetto, magari aprendo un crowdfunding?
Ah, ma io al sindaco gliene avevo già parlato. E non solo ne aveva riso, ma mi aveva confidato che aveva avuto anche lui un’idea simile, tempo addietro. Al momento ha molto più potere decisionale di me, quindi lo invito a dare corpo a questa follia, fosse anche ricorrendo al crowdfunding, visto che, almeno su Facebook, migliaia di persone sembrano essere pronte ad aderire.
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