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David Lynch e Pharrell Williams hanno aperto un locale ad Ibiza

Perché David Lynch dovesse aprire un locale sull’isola più festaiola del mondo rimane ancora un mistero. E la risposta più probabile è: “per divertimento”. Del resto, non è la prima volta che il regista di Twin Peaks si cimenta con l’imprenditoria, già nel 2011 aveva inaugurato un locale a Parigi, il Club Silencio, un bar sotterraneo aperto solo ai soci, con biblioteca, un piccolo cinema e una sala concerti, dominato dai toni del nero e dell’oro ispirato al suo celebre capolavoro Mulholland Drive.

Il nome rimane simile, ma le atmosfere cambiano drasticamente nel nuovo night club di Cala Moli, sulla sponda est di Ibiza (quella notoriamente dedicata ai party e alle feste). El Silencio è un locale da colori accessi e dalla forme alienanti che ricordano lo stile surreale della casa di Dalì a Figueres rivisitati in chiave marina, il perfetto incontro tra il genio psicotropo del regista e la creatività sgargiante di Pharrell Williams. L’autore di Happy affiancherà il regista con la sua start-up di street food ToGo con un menù di tapas appositamente studiato per il locale. Ogni dettaglio di El Silencio è stato studiato nei minimi dettagli all’insegna della creatività.

L’allestimento è stato affidato all’interior designer di fama mondiale Miranda Makaroff famosa per i suoi arredamenti altamente “instagrammabili” che, per l’occasione, si è lasciata liberamente ispirare da una vicenda personale: l’incontro con un grosso polpo dagli occhi luminosi avvenuto durante un’immersione da bambina. Da quel momento, colpita dall’intelligenza e dalla sensibilità dell’animale, Miranda deciderà di non consumare più cefalopodi. Una trama  in perfetto stile David Lynch. Dalla pareti emergono occhi, un naso, un paio di orecchie e di piedi che appartengono proprio della designer -come se i muri fossero fatti d’acqua ed aumentare ancor di più in senso d’immersione- mentre dal soffitto sbucano enormi tentacoli di peluche. A completare il locale postazioni fotografiche, altalene ache sostituiscono le sedie e coralli sulle pareti. Insomma, che vi piaccia o meno The Elephant Man, non vi consigliamo di farci un salto.

Marco Beltramelli

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