I castelli medievali portano sempre con sé misteri e leggende più o meno credibili, e il Castello Strozzavolpe non fa eccezione. Il castello si trova a metà strada tra Firenze e Siena, immerso nel bel mezzo della Toscana, in una piana nei pressi del comune di Poggibonsi. Il maniero venne costruito nel 1154 e il nome curioso attribuitogli deriverebbe da quello dei Scoriavolpe, nome della famiglia di vassalli curatori della struttura.
Il castello si erge maestoso su di un piccolo colle e già da lontano si può scorgere la sua cinta muraria, in gran parte autentica ed originale, oltre al ponte levatoio e ad un arco di pietra. Oltre ad essere una fortezza di una bellezza oggettiva, immersa in uno scenario da sogno come quello delle colline senesi, come ogni castello medievale che si rispetti, anche lo Strozzavolpe ha un paio di leggende che lo riguardano.
La prima e più suggestiva è quella riguardante il fantasma di una volpe che si aggirerebbe nei pressi del castello. L’anima dell’animale vagherebbe per colpa di Bonifacio IV di Toscana, il quale costruì il castello in quell’area, nonostante questa volpe avesso scacciato anche i cavalieri più coraggiosi, addirittura sputandogli addosso fiamme. Il Duca non si fece impaurire dalla storia e riuscì a tendere un attacco all’animale, riuscendo ad ucciderlo, strozzandolo con un laccio (probabilmente anche da qui Strozzavolpe).
Ma non finisce qui, perché un mago predisse la fine del castello in concomitanza con la scomparsa del corpo della volpe. Presto fatto: Bonifacio imbalsamò la volpe riempiendola di oro fuso e nascondendola nelle segrete del fortilizio. E così la leggenda “raddoppiò”, creando una ricerca al tesoro del Duca Marchese di Toscana.
Un altro racconto legato al Castello Strozzavolpe, anche questo chiaramente riconducibile alle narrazioni medievali, è quello “camera rossa” del palazzo. Qui due amanti, Cassandra De’ Franceschi e un paggio di suo marito, vennero scoperti dall’uomo e murati per sempre all’interno della camera. Si dice che oggi si possa ancora sentirne la presenza “continua ed avvertibile al di là dei sospiri, si capisce appena entrati che nella camera rossa c’è qualcosa o qualcuno”.