Prima cosa: se volete scoprire questa meraviglia dell’Italia nascosta, andate subito! C’è poco tempo, giusto giusto questo sabato 30 luglio, se volete visitare il Castello di Pagazzano, in provincia di Bergamo a meno di un’ora d’auto da Milano. Mica per altro: perché ad agosto è chiuso.
Ma da settembre potrete di nuovo tornare a farci un giro – tutte le info sul loro sito – magari accompagnato a una scampagnata mangereccia da quelle parti, nella bergamasca, dove tra casoncelli e altre prelibatezze c’è da tornare a casa con qualche etto in più: ma di sicuro felici.
Vediamo però un po’ della storia del Castello di Pagazzano, questo edificio imponente, con tanto di fossato: perché scorrendola ritornano nomi che abbiamo già visto in altre residenze di cui vi abbiamo raccontato in questi mesi. La struttura del castello attuale risale al XIV secolo, quando i Visconti dominano la zona. Prima Giovanni, poi Bernabò Visconti organizzano anche fastosi ricevimenti nel castello, uno dei quali dedicato a Filippo Borromeo, nel 1355.
Sempre in quel periodo dal Castello di Pagazzano passa anche un ospite illustre: il poeta Francesco Petrarca, che soggiornò a lungo protetto da quelle mura “La vicenda della permanenza del poeta a Pagazzano (parliamo di permanenza, non di passaggio) era già stata documentata. La questione, ormai già dibattuta ed esposta anni fa, si riduceva sostanzialmente a questo problema: è accertato che il poeta era ospite tra il 1353 e il 1364 dei Visconti di Milano i quali gli avevano offerto alcune dimore di campagna per sollevarsi e rinfrancarsi dagli impegni politico – culturali cui era sottoposto“.
Una foto pubblicata da @enry.pt in data:
Per circa trecento anni il castello rimase di proprietà dei Visconti, per poi passare nel 1657 alla famiglia Bigli – della quale potete scoprire qualcosa di più su LombardiaBeniCulturali: e se siete di Milano da via Bigli sarete passati di certo – che nel 1828 tramite Fulvia Bigli passò la proprietà al marchese Paolo Crivelli, la cui famiglia conservò la proprietà fino al 1968. Da lì in poi il castello ebbe altri proprietari, fino al 1999, quando fu acquisito dal Comune di Pagazzano.
Oggi il Castello di Pagazzano contiene al suo interno anche spazi museali: c’è un museo di civiltà contadina che vanta fino ad ora circa 2000 pezzi e fa vedere com’eravamo – e coma lavoravamo se non ieri, l’altroieri – ma non solo, a maggio si è conclusa una mostra dedicata ad Andy Warhol, e insomma, vale certamente una visita.
Domani, o a settembre, o quando volete voi, un po’ come tutte le altre meraviglie dell’Italia nascosta di cui vi abbiamo raccontato in questi mesi: giusto per restare nei paraggi di Milano, il Ninfeo di Lainate, o per esempio Villa Cicogna Mozzoni a Bisuschio, vicino Varese, oppure il Castello di Agliè, in provincia di Torino.