Viaggi

Balestrino, il borgo fantasma nell’entroterra ligure che aspetta da anni di rinascere

Una veduta di Balestrino ripresa con un drone

 

Balestrino è un piccolo comune di circa 600 abitanti nell’entroterra savonese, in Liguria, con annesso borgo fantasma. Se volete visitarlo non è difficile raggiungerlo, siamo a neanche 10 km dalla costa.

E Balestrino è anche poco distante da un’uscita dell’autostrada, quella di Borghetto Santo Spirito: a quel punto percorrete la SP34, sempre più stretta e in salita verso l’interno ed entrate in Balestrino. Entrate qui, proprio qui.

 

 

Accolti da un cartello d’altri tempi, preparatevi al viaggio in un’altra epoca. Però fate ancora un centinaio di metri, fermatevi vicino a una chiesetta: siete arrivati. Andate al bar, ordinate un aperitivo e sedetevi: sarete probabilmente gli unici forestieri. A quel punto mettetevi a parlare con il barista, un signore gentilissimo, dai modi d’altri tempi, che gestisce il locale insieme alla sorella da sempre. Vi racconterà tutto di Balestrino, ma non il Balestrino dove ci troviamo, di un altro Balestrino: il diroccato borgo fantasma che si trova pochi metri sotto il suo bar, nella valle.

 

 

Mi ricordo sì, ho fatto in tempo a vederlo abitato… c’era tutto, c’era il cinema parrocchiale, ci andavamo sempre. E poi la drogheria, macellerie, due barbieri, andavamo sempre lì a tagliarci i capelli. C’era tutto nel borgo vecchio, i marchesi avevano pensato a tutto. E la domenica, quando si andava a messa, quelli delle frazioni in alto scendevano giù con le scarpe pulite in un sacchetto: le mettevano, entravano in chiesa, uscivano, e le toglievano per rimettersi quelle distrutte“.

 

 

Balestrino ha una grande storia. Oggi disabitato, il borgo antico fu evacuato a inizio anni sessanta: ma nei secoli precedenti prosperò, fu il luogo più importante della vallata. Racconta il sito del Comune che “Sotto il dominio dei Del Carretto, Balestrino, capitale di vasti feudi, si arricchì di mulini, frantoi, fornaci da calce e saponificio (…) Per un certo periodo nel castello funzionò persino una piccola tipografia che stampò statuti e convenzioni per diverse comunità. Alla fine del XVIII secolo, durante l’occupazione francese, Balestrino fu teatro di drammatici eventi. Nell’imminenza della Battaglia di Loano (1795) attorno al Castello si svolsero aspri combattimenti ed il paese fu oggetto di una sanguinosa rappresaglia che costò molte vittime alla popolazione. Dopo il periodo napoleonico, l’ex feudo seguì le sorti del resto della Liguria, prima con l’annessione al Piemonte, quindi al Regno d’Italia“.

 

Il borgo fantasma di Balestrino

 

Andiamo avanti veloce con la storia e dalla nascita del Regno d’Italia arrivando fino al 1962 e al 1963 quando alcune frane resero troppo pericoloso per gli abitanti continuare a vivere nel borgo, che si trova proprio sotto al castello – abitato – dei marchesi di Balestrino, e piano piano fu abbandonato.

 

 

Oggi? Oggi case diroccate si alternano ad altre completamente crollate, i cartelli stradali rugginosi fanno compagnia alla vegetazione che si è ripresa quello che l’uomo le aveva costruito addosso, anche se nel complesso il paesello pericolante è stato messo in sicurezza. E il campanile della chiesa rimane lì e ci scruta immobile.

 

 

Visitarlo? Purtroppo non si può, ci sono tre cancellate ben chiuse che impediscono il passaggio. Certo, a cercar bene ci sarebbe qualche passaggio possibile… ma in ogni caso, anche lo trovaste, non utilizzatelo, è pericoloso. Godetevi Balestrino come è stata documentata nel corso degli anni o con un bel racconto al bar. Un giorno il borgo vecchio tornerà a vivere, ricostruito – i lavori sono partiti nel 2015 – e chissà, magari un giorno tornerà visitabile. C’è solo da attendere. Ma in fondo, sono sessant’anni che Balestrino attende di rinascere: il minimo che possiamo fare è aspettarlo e non mettergli fretta.

 

Gabriele Ferraresi

Lavoratore intellettuale salariato

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Gabriele Ferraresi

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