A Baia, frazione di Bacoli (NA), c’è uno dei pochi siti archeologici sottomarini visitabili in Italia in cui è possibile ammirare i resti della città antica con le sue statue perfettamente conservate. Quello che però rende questo luogo estremamente affascinante è la sua storia: Baia dalla fine dell’età repubblicana fino all’ottavo secolo ha rappresentato per le aristocrazie roamane il centro nevralgico dello svago e dei divertimenti dell’epoca. Si potrebbe dire che Baia ( il cui nome, secondo la leggenda, deriva da Bajos, il nocchiere di Ulisse, che qui fu sepolto) sia stata la prima Las Vegas della storia.
La cittadina che sorge in una zona vulcanica aveva conquistato i patrizi romani per le sue terme naturali sparse per il territorio al punto tale che alcuni imperatori, uno su tutti Giulio Cesare, sono passati di li’ per trovare un po’ di svago e di riposo e acluni di loro addirittura vi fondarono la propria residenza estiva. Una su tutte è il ninfeo di Punta Epitaffio, triclinium con funzione di sala per banchetti risalente all’epoca dell’imperatore Claudio, le cui statue sono state trasferite all’interno del Museo archeologico dei Campi Flegrei dove l’ambiente è stato ricostruito.
Tutto questo durò fino all’ottavo secolo quando la lunga festa dell’aristocrazia romana presso Baia è stata interrotta dall’avvento dei Saraceni che saccheggiarono l’opulenta città riducendola a una città fantasma. Nei secoli successivi e fino ad oggi il fenomeno del bradisismo ha fatto il resto: giorno dopo giorno il livello dell’acqua si è innalzato fino a sommergere completamente questa città del peccato abbandonata.
Questo ha fornito alla città di Baia un tesoro davvero inestimabile: oltre al già citato ninfeo di Punta Epitaffio vi sono i resti di tre grandi strutture voltate a cupola appartenuti rispettivamente ai templi di Diana, Mercurio e Venere. Il sito è visitabile in diverse modalità: si va dalle barche con il fondo trasparente, allo snorkeling fino a vere e proprie immersioni guidate alla scoperta dei resti sacri e profani di questa antica città del peccato. Se soffrite di talassofobia non temete: gran parte dei resti è stata ritrova e conservata presso il vicino Museo archeologico dei Campi Flegrei.