Viaggi

Appunti visivi di un grafico in vacanza: i pattern di Fes, Marocco

 

Se uno ti dice “ti faccio vedere le fotografie di Fes”– tu cosa ti immagini?
La Medina, la conceria di pelli, piatti tipici, mercati, qualche moschea, i giardini, terrazze con vista mozzafiato, donne velate e uomini che fumano. Insomma quelle immagini tipiche da cartolina lì. Qualcosa come le 10 cose imperdibili da fare a Fes, Marocco.

Ecco, ci sono stato di recente a Fes, una piccola vacanza fuori stagione e nel riguardare le foto che ho scattato non c’è nulla (o quasi) di quanto sopra. Da lì l’idea per questa nuova rubrica: Appunti visivi di un grafico in vacanza.

Perché mi sono reso conto che noi grafici siamo una razza strana, andiamo in vacanza e siamo lì con gli occhi che guizzano da tutte le parti e fotografiamo per lo più stranezze. Di certo non fotografiamo quello che fotografate voi persone normali e perbene. O meglio, non solo. Qualche volta cediamo anche noi ai richiami forzati della foto alla famiglia, ai figli, alla fidanzata.

Di certo è raro che un grafico (definizione allargata) si metta a fare l’ennesima foto da stock di monumenti (forse è perché ci lavora tutti i giorni dell’anno con le immagini di stock e ne ha anche un po’ pieni i maroni). Di certo è vero che lo sguardo di un grafico si sofferma su dettagli che per lo più passano inosservati se non addirittura annoiano l’accompagnatore.

Per dire.
Da anni i miei amici mi prendono per il culo perché quando siamo arrivati con gli zaini in piazza a Praga io non mi sono messo a fotografare come tutti l’orologio astronomico (Staroměstský Orloj) ma un tombino. Sì, avete letto bene: un tombino. E non era (solo) per l’ubriacatura costante che, in quel mitico interrail di fine anni ’90 nell’Europa dell’Est, io non fotografavo i classici monumenti o i tramonti o quelle cose lì, ma i miei rullini fotografici si riempivano di insegne dei negozi, di pensiline sfasciate degli autobus, di rari manifesti pubblicitari, di corsie semivuote di supermercati, fino ad arrivare all’apice della perversione ottica, appunto: i tombini (prima o poi mi riprometto di recuperare a casa dei miei genitori le foto dei tombini di ghisa con le grafiche sovietiche dell’allora Cecoslovacchia e farci un articolo).

20 anni dopo le cose non sono cambiate. ‘Un grafico è per sempre’ direbbe il poeta. In una piccola vacanza fuori stagione in quel di Fes, Marocco, il mio iPhone ha raccolto quasi 1 giga di immagini di pattern, piastrelle e altri dettagli grafici della bella città marocchina, per la gioia delle mie compagne di viaggio.

Dopo tutto questo pippone introduttivo -che ogni vero grafico avrà saltato a piè pari- andiamo al sodo.
Come uno scrittore si appunta frasi e situazioni sul taccuino, così un grafico si appunta immagini.
Voglio condividere con voi questi miei scatti, questi appunti visivi che non hanno nessuna velleità artistica in sé se non essere spunti, remind, epifanie, scintille, etc . Che andare via è sempre un’ispirazione e la condivisione della bellezza e degli stimoli fa solo del bene. A tutti quanti.

Ecco quindi una gallery tipica di appunti visivi di un grafico in vacanza, in questo caso in quel di Fes, Marocco. 2018.

Nella testa questa frase: “Là, tout n’est qu’ordre et beauté, Luxe, calme et volupté”

 

Stefano Disastro

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Stefano Disastro

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