Viaggi
di I Hate Milano 22 Novembre 2016

Le 101 cose da NON fare a Milano

Un’antiguida per capire cosa bisogna evitare a Milano

oneliner

 

Dimenticatevi le passeggiate sul Duomo, dimenticativi i fenicotteri di Palestro e anche le chiuse di Leonardo. Non è la Milano da sogno per romantici alternativi, quella di cui parliamo oggi è la Milano reale (realissima) che tutti quelli che abitano in città hanno incontrato almeno una volta. La Milano delle periferie e dei panorami post-serata, quella dei riti insensati e delle mode che diventano insopportabili mezz’ora dopo la loro nascita. Quella che leggerete oggi è la guida personalissima firmata dal sito I Hate Milano, in una versione ragionata e rivista della lista del 2012.

 

1. Sedersi da qualche parte e leggersi questa guida. Forse qualche tempo fa ne avete vista un’altra simile in libreria. Bè, questa è quella utile. Forse ne avete vista un’altra simile su un altro sito. Bè, l’autore e’ lo stesso e questa è la versione 2016-17.

2. Pranzare da Spontini col completo scuro su misura. Dai, ziopovero, è trooppo un peccato macchiarsi di olio il polsino con le iniziali ricamate sopra!

3. Andare in Sempione a gremare un lotto. Ora in Sempione si va a fare footing sperando di incontrare Linus.
Eh si. Quando uscirà quel simulatore virtuale di anni ’90 sarà sempre troppo tardi.

4. Abitare in viale Zara ma dichiarare di abitare all’Isola. Hipsters e gentrification? No, travoni e Bingo gestito dalla Camorra..

5. Salpare alla volta delle Rotonde di Garlasco coi compagni di classe del liceo per andare alla serata 90s’ con Gigi Dag. Ora che arrivate e ne bevete uno, è già ora di tornare a casa da moglie e figlio.

6. Happy hour da Ugo lamentandosi che il Cape non è più quello di una volta. Il Cape Town è sempre uguale. Siete voi che ora siete brizzolati

7. Entrare al Leonkavallo per fare la rivoluzione. Prima dovete passare dalla cassa. Sono 10 euro.

8. Andare al FuoriSalone pensando di bere gratis. Non esistono feste a cui si beve gratis e se esistono voi non sarete invitati e se sarete invitati andate un po’ affanculo perchè a noi continuano a non averci mai invitato.

9. Un bell’all you can eat che così si mangia bene e si risparmia. Vista la qualità del pesce, passerete da all you can eat a all you can shit in un giro di Rolex. Imodium is nothing.

10. Imparare a ballare la “Pizzica”. Non siete più in Salentu, non c’è lu sole, lu mare e lu ientu! Siamo a Milano: nebbia, lavoro e Pm10. Fatevene una ragione, perdio!

 

101-cose-da-non-fare-a-milano-1 Facebook - Milano Sparita e da Ricordare

 

11. Fermarsi a chiedere indicazioni stradali di notte in piazzale Lagosta. Non fate finta di non averla capita.

12. Chiamare Porta Nuova “Samsung District” o Turro “NoLO”. Gaber, Iannacci e Dario Fo ci guardano dall’alto, chiedendo vendetta.

13. Stante l’addominale appannato, buttarla in Cultura, portarla all’Anteo e durante i trailer parlarle di Zizek. Il fatto che lei si interessi di politica non vi autorizza a violentarla di noia.

14. Una cena da Cracco per farvi il selfie con lui da sparare su Instagram. Perchè lasciar giù lo stipendio di un mese in cambio di un pugno di like e un “musetto di maiale fondente”?

15. Un master in Cattolica. Perchè pagare il pizzo per avere in cambio uno stage?

16. Un safari di milf al Gattopardo. Tanto vale farsi un giro su arcaton.com che si spende meno.

17. Limonare un cinquantenne tutto barba, tatuaggi e cappellino al Rollover. No, non è un ribelle: è Nonno Puffo in crisi di demenza senile.

18. Vantarsi di avere uno spazio polifunzionale in Paolo Sarpi o all’Isola, ma poi ripiegare e affittarlo come location per feste di teen-agers ricchi; cercare in ogni modo di rifilare alle mamme di detti teen-agers il catering bio di una vostra nuova start-up, ma al loro rifiuto crollare, e confessare in lacrime che si tratta di roba cucinata da vostra madre con gli avanzi che aveva in casa. Ciò che vi serve è uno psicologo esperto dell’età evolutiva.

19. Chiedere una cartina al Charlie in Porta Romana. Quell’abbondanza di Hogan e pizzetto non ti dice nulla?

20. Aprire una start-up a tema “Truck food” oppure ”Italian fashion”. Ci sono modi migliori per reagire alla crisi di mezza età. E levati quel risvoltino su!

 

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21. Chiedere una cicca e aspettarsi una sigaretta. Forse non te ne sei accorto…ma sei a Milano, pistola!

22. Nutrirsi solo di centrifugati detox e alga salicornia. Un respiro all’aperto e le PM10 vi corrodono anche l’anima. Soldi buttati.

23. Colazione da Sissi la domenica mattina per stare gomito a gomito con Miuccia. Starete gomito a gomito come sulla linea 2 presa a Cascina Gobba il lunedi’ mattina. Neppure la domenica volete rinunciare all’afrore di ascella pezzata?

24. Parcheggiare in Ticinese dopo le 22 di sera. Non contribuite a rendere ancora più pingue la pensione del vigile urbano che vi multerà.

25. Ordinare l’old-fashioned all’aperitivo perchè lavori in McCANN e ti senti Don Draper. Dai, che in realtà fai il planner. E poi per essere Don Draper bisogna prima essere Jon Hamm. Ordina uno spritz che l’è mej.

26. Riferirsi alla tipa come “la mia compagna”. A meno che la tua tipa sia Nilde Iotti, “compagna” fa lo stesso effetto del calzino bianco.

27. Portare le tipa in cima al Duomo a San Valentino, con l’inaudita speranza di farvi fare sesso orale. Andiamo, siete in una Chiesa…fatelo in una Moschea, se avete il coraggio!

28. Partecipare a un casting per un reality Magnolia o Fremantle. L’epoca in cui si svoltava andando in TV è finita. Ora tocca lavorare.

29. No, la fashion blogger non è un lavoro e in questa città c’è spazio solo per una “diavoletta87”. Che poi fidatevi, doversi sopportare gli sproloqui di Fedez di prima mattina, con la fiatella che ha, non è cosa per tutti.

30. Sperare nella morte di vostra nonna per andare ad abitare nella sua casa in Area C. Hai presente il cantiere della M4? Lo senti quel trapano? Bene: i lavori dureranno almeno fino al 2020 compreso.

 

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31. Una serata al Nuovo Bobino in panta salmonati Antognelli con Smaila che suona. “Yuppies” era solo una parodia. E come testimoniano le chiazze di tintura lasciate da Umberto per terra, era più di trent’anni fa.

32. Lamentarsi che “Milano è brutta”: se al posto di San Satiro, l’Ossario, la cascina Linterno voi conoscete il Tocqueville, il Cuore e il The Club, il problema è vostro, non della città.

33. “Apericena”, “top” e “ciaone”. La lingua di Dante e Petrarca non merita questa fine.

34. Fare la fila davanti ai negozi del Quadrilatero il giorno dell’apertura dei saldi. Ricordatevi che siete pur sempre esseri umani.

35. Andare a correre la domenica mattina al Parco delle Cave. C’è gente che una domenica è uscita di casa, è andata a votare Pillitteri e non è ancora tornata a casa.

36. Uscire dal Tribunale di corsa, passare in studio a San Babila a lasciar giù i documenti, poi via di bike-sharing per correre a un aperitivo da Pandemus in Risorgimento, seguito da cena da Manuela dove discorrere di closing con un avvocato di Zurigo che vi guarda le tette. Sicure che era questa la vita che sognavate guardando La Storia Infinita?

37. Nascere a Milano e tifare Juve. Questa non va neanche spiegata.

38. Un tuffo nel Lambro. Il terzo capezzolo del giorno dopo è solo un sintomo tra tanti.

39. Farsi coinvolgere dall’inarrestabile moda neo-paninara dell’hamburgeria fighetta in un delirio di Fassona D.O.C. In realtà il panino è uguale a quello di Burger King solo che costa il triplo. Unica eccezione: quella vegana di via Vigevano. Lì l’hamburger ha un gusto diverso. Sa di ossimoro.

40. Andare alla NABA o allo IED o allo IULM e sperare poi di trovare un lavoro sopra i 1200 al mese. O anche sopra i 1000. O anche sopra gli 800. O anche…

 

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41. Una serata romantica in Nuova Darsena facendo finta sia la Senna, per dichiararvi all’ombra della luna riflessa dal Naviglio in una scena tipo
“Amore, vuoi..”
“Sciao belo rosa vuoi comprare?”
“No grazie. Amore, dicevo, vuoi..“
“Capo, una cartina?”
“Non ne ho. Amore allora vuoi…“
“Birra bbuona 5 euro, ragazzi ne volete?”
“NO CRISTO SANTO NO! Insomma amore vuoi spo –”
“Voglio andare a casa! Ti ho detto che non voglio che gridi!”.
Meglio il bar del cinese sotto casa vostra: molto più intimo.

42. Intralciare il passeggio davanti alla Rinascente per cercare di capire cosa grida quel signore. E’ “Lotteria Nazionale” seguito da “Capodanno”. Lui si chiama Lorenzo Tella e dal 1965 a Milano e’ leggenda.

43. Fare un giro di notte nei giardinetti in davanti all’Old Fashion, lungo la ferrovia delle Nord. Non riuscirete più a dormire né a sedervi per almeno 3 settimane.

44. Fare la fila al Plastic. Anche perchè ormai al Plastic fanno entrare tutti, milfoni e pappa compresi. Con la crisi il buon vecchio Lucio ha deciso di fare più grano.

45. Dare fastidio ai cigni del laghetto di Milano 2. A dispetto delle apparenze mordono, sono aggressivi e violenti. Del resto sono gli stessi dalla fine degli anni ‘70 e all’epoca furono covati da Mangano.

46. Ordinare il “completo” al baracchino delle luride in Argonne. Non servirà nessuna caramella o dentifricio, e il giorno dopo dovete pur sempre tornare in ufficio.

47. Sfidare gli anziani che giocano a scacchi al bar dei giardini di Porta Venezia. Non potete saperlo, ma dietro quelle partite c’è un torbido racket di scommesse, ricatti e proiezioni coatte di film muti allo spazio Oberdan.

48. Fare affari d’oro al mercatino di San Donato. Non si tratta di un outlet, e lo sapete benissimo!

49. Dire la parola “America” al Radetzky in Moscova. Non è bello essere assaliti da una brigata di bloggers che dopo aver spaccato i maroni al barista, al collega e pure al kebabbaro, vi asciugano con la loro personale spiegazione della vittoria di Trump, di cui hanno scritto online per la gioia dei loro lettori (tutti e 6).

50. Passeggiare in Barona con la catenina d’oro della Comunione. Non regalate a qualche zanza un ricordo di infanzia così prezioso.

 

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51. Fare affidamento sui mezzi pubblici notturni il sabato sera. Si conoscono persone che sono uscite dal locale alle due, hanno raggiunto a piedi la fermata e quando finalmente è arrivata la 90 sono andate direttamente al lavoro.

52. Scendere dalla metro in Porta Genova per andare in Tortona. Nella città di Expo il Ponte degli Artisti è chiuso e ci resterà per altri due anni. Buona camminata.

53. Ai tempi era “prendere un taxi di notte. Non è umanamente possibile che per fare 3 vie con la strada sgombra chiedano 14 euro e 60 cent”. Da allora sono nati Uber, Car2Go, Enjoy e tra poco Lyft e chissà cos’altro. Ma sono sempre 14 euro e 60.

54. Farvi fare le carte in Brera chiedendo se sarete assunti in Armando Testa. Guadagna di più il rigattiere la domenica mattina in quel che resta della fiera di Senigallia.

55. Andare al Tutti Fritti sperando di beccare un rapper famoso a cui mostrare quanto siete bravi a chiudere le barre. Fanno finta di niente, ma poi le rime migliori ve le ciulano – garantito.

56. Dormire all’Ostello Bello per rivivere le atmosfere dei vostri inter-rail. Il concetto di ‘ostello’ rielaborato alla milanese prevede che l’avventore più scapestrato sia il figlio di Moratti.

57. Bere vino al bicchiere recitando la parte dello scrittore bohémien al Le Trottoir di Piazza XXIV Maggio. Non funziona più: nè sul mercato, nè con le tipe. E poi di Andrea Pinketts ce n’è già uno. Basta e avanza.

58. Buttare il Booster o la Mini nell’Olona per intascare i soldi dell’assicurazione. Ormai lì dentro, tra macchine e motorini, ce ne sono talmente tanti che il vostro mezzo non andrebbe a fondo, e i vigili vi sgamerebbero subito.

59. Sfottere i ragazzini in Duomo che aspettano gli Youtubers. 15 anni fa tu aspettavi i Gemelli Diversi presentati da Marco Maccarini. La dignità, dov’è la dignità?

60. Le patatine fritte stile Amsterdam. Piuttosto ridateci Burghy, barboni!

 

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61. Sfidare i cingalesi a lanciare in aria i cosi colorati. Potete allenarvi quanto volete: non c’è gara.

62. Rifiutare di pagare la tangente ai parcheggiatori abusivi davanti alla Triennale, al Forum D’Assago, a San Siro, all’Idroscalo eccetera. Meglio pagare prima che poi. Con quel che costano i carrozzieri…

63. Andare da Luini in preda ai morsi della fame e provare a saltare la fila. Il buttafuori enorme che hanno messo ha metodi da privé di Corso Como. Avvisati.

64. Farsi un giro su Tinder. Non siamo a New York: qui dopo tre swippate ci trovate la gente che vedete alla macchinetta del caffè in agenzia.

65. Farsi un giro su Grindr per “vedere com’è”. E se poi ci trovi il tuo tipo?

66. Riflettere sul tempo che passa e la caducità della vita guardando il marmista di lapidi agli East End la domenica sera. Se proprio siete in fissa, prendete un’altra media o chiedete due bocce al Cresta.

67. Il brunch domenicale al Diana o al California Bakery. Una vita intera a menarla con l’igiene, per mangiare di fianco a un pinscher in una Louis Vuitton?

68. Per sfuggire al caldo estivo, unirsi alle grigliatone dei latinos al parco (Forlanini, Lambro, Nord…). Diavolina e kerosene non fanno parte della dieta mediterranea, e d’estate risultano abbastanza indigesti.

69. Andare da Spectrum a comprare gli spray. I graffiti sono perseguiti più della ‘Ndrangheta. Meglio affiliarsi a una ‘ndrina: meno controlli e le tags le farete sulla Piana di Gioia Tauro.

70. Una mattina alla piscina Argelati. Perché sfidare così apertamente i vostri anticorpi? E poi l’azoto liquido sulle verruche fa un male cane.

 

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71. Oppure un pomeriggio alla chicchissima piscina Caimi: dopo due ore li dentro comincerete a inneggiare a Renato Curcio, pronti a darvi alla banda armata. Occhio che la fuga in Francia non e’ piu’ un’opzione.

72. Andare al Magnolia contando di usare 2 tessere Arci in 10. Ok che i buttafuori hanno il cervello intasato dalle zanzare dell’Idroscalo, ma così esagerate.

73. Acquistare testosterone cinese in palestra alla Virgin per definirvi, in vista della prova costume. Avete presente com’è conciato adesso Stallone? E lui usa roba di prima scelta…

74. Partire da Malpensa e perdere ore per fare una valigia pesantissima. Tempo e fatica sprecata. Grazie al servizio di carico/scarico bagagli viaggerete comunque leggeri. Molto leggeri.

75. Socializzare con quel collega che aggiorna con cura maniacale il suo profilo Linkedin. Quelli che stanno su Linkedin nascondono sempre un terribile segreto.

76. Buttare i genitori fuori di casa e costringerli a trasferirsi dalla zia a Dergano, per affittare la loro casa all’Isola su AirB&B. Vi meritate il terrore di ogni host AirB&B: il cinese scatarrone. Vedete come ve lo riduce, il salottino arredato da Cargo.

77. Le vacanze di Natale a Pontedilegno, quelle estive a Santa e i week-end di primavera sul Lago Maggiore. Se sei un Giusto ora il Natale lo fai alle Maldive, le vacanze estive a Formentera e i week-end di primavera a New York. Senno stai a casa, casciavit!

78. Fare lo sbirro e denunciare anonimamente la vaccata fatta dal collega su Social Media Epic Fail. Chi la fa, l’aspetti…

79. Mettervi in testa una calotta in pelle di branzino e camminare tra la gente come un Hare-Krishna urlando “hare Temakinho hare hare” per dimostrare agli Dei la vostra venerazione per il noto ristorante. D’accordo, vi piace molto. Ma rilassatevi: è solo un ristorante.

80. Bere come dannati “l’Alieno” al Rizla+ in Colonne e poi sboccare senza un domani dentro un Car2Go. I soliti italiani che rovinano le belle idee.

 

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81. Molestare le sudamericane al Tropicana di viale Bligny. E se beccate la tipa di un Latin King? Non avete idea di cosa sia capace di fare un Latin King cornuto.

82. Ordinare il Negroni al Bar Basso. Sbagliato, il Negroni si ordina sbagliato. Renato perdonali perché non sanno quello che fanno.

83. Tenere all’Inter e vedere le partite in curva Nord. Non si capisce il bello di prendere ordini da un tamarro che distribuisce giornali free press sotto la metro.

84. Tenere al Milan e vedere le partite in curva Sud. La FDL è morta. Non tornerà. Ora ci sono i Vikings Juve.

85. Passeggiare in Corso Vittorio Emanuele il sabato di Carnevale. La Corvetto zarra che incontrerete ha una personale interpretazione del detto “a Carnevale ogni scherzo vale”, e oltre alla schiuma è assai facile imbattersi in qualche lametta Gillette.

86. Andare negli innumerevoli centri-massaggio cinesi per farvi curare la cervicale. Sappiamo benissimo che NON avete la cervicale.

87. Mettersi la pettorina colorata e mendicare in Corso Vittorio Emanuele. E quelli dell’ultimo libro che hai letto, e quelli della firma per le balene, e quelli del volantino sui bambini che soffrono, e quelli della penna che l’han fatta in comunità e tra poco quelli contro i pregiudizi verso le donne che squirtano. Ma trovare un lavoro onesto?

88. Fermarsi ai giardinetti o nei pressi di un’aiuola a chiacchierare. Alla prima chiamata di un Residente, verso le ore 21, partirà immediatamente una squadra speciale che a tempo record isserà un’enorme cancellata, destinata a restare per sempre (vedi il Mom, una ferita ancora aperta). O spendete 9 euro a cocktail in un locale, o statevene a casa, rompiball!

89. Continuare a dire “iatro”, “gafi”, “tobru” eccetera. Non avete più vent’anni. Il Dogui purtroppo è morto da un pezzo. Basta.

90. Cercare di dormire dopo una serata ai Magazzini, magari di mercoledì. Al posto delle pecore, potete provare a contare le tute dell’Adidas: ma tanto non funzionerà ugualmente. Chissà perché.

 

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91. Un pranzo al bar o un aperitivo in zona Tribunale nelle settimane vicine all’esame per diventare avvocato: non c’è cosa più noiosa al mondo dei giovani avvocati e non c’è cosa più noiosa al mondo dei giovani avvocati che si autocommiserano. Anche perché finisce sempre che l’esame lo fanno a Lecce.

92. Inventarvi modellari a trent’anni passati per ciulare alla Fashion Night Out o durante la settimana della moda. La belle epoque dei driver è finita da un pezzo. E a proposito di pezzi: per star dietro ai ritmi delle moldave, bisogna esser disposti a perdere i denti, lo sapete vero?

93. Prendere un gelato in bermuda e ciabatte. Per entrare nelle nuove gelaterie milanesi – tipo la Gelateria della Musica– bisogna seguire il dress-code.

94. Mangiare le pizzette al forno in Barona alle 4 di notte. Se ancora non vi siete menati, perché rischiare proprio all’ultimo?

95. Una presentazione alla Terrazza Martini sperando di mangiare qualcosa dal buffet. I giornalisti sono accattoni di professione, e il loro giudizio sull’opera/evento in oggetto dipende esclusivamente dalla ricchezza delle prebende offerte. Vi resteranno le briciole.

96. Usare il passato da “street artist” per riciclarvi come nuovi Marcelo Burlon. Se non vi è andata bene con le tele, fidatevi: non vi andrà bene manco con le magliette.

97. Girare 30 minuti in macchina per parcheggiare, trovare finalmente un buco, salire in casa, e una volta sul divano ricordarsi che domani, proprio in quella via, c’è il mercato. Inutile aggiungere altro.

98. Menarvela ovunque perché avete fatto la Bocconi. Dopo Sergio Vastano e Sara Tommasi, ora siete rappresentati da Alberto Stasi e Martina Levato. Forse è meglio dire che siete laureati in economia e far finta di niente.

99. Trasferirsi a Londra. Per impedirtelo hanno fatto apposta la Brexit. La carriera da lavapiatti può attendere.

100. Trasferirsi in Svizzera. Proprio adesso che è finito il segreto bancario?

101. Trasferirsi a Roma. Dannazione eterna.

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