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È la fine di un’epoca: a fine mese verrà prodotto in Giappone l’ultimo registratore VHS. Ebbene sì, anche gli ultimi produttori nipponici – la Funai – hanno deciso di interrompere la produzione di questo oggetto da tempo sparito da quasi tutte le nostre case, ma che per decenni ha fatto compagnia al televisore, appoggiato poco sotto, magari protetto da un mobile in legno.
Ma soprattutto il videoregistratore ha fatto compagnia a noi. I più fortunati ne avevano addirittura due di videoregistratori: e potevano così duplicare le cassette, che periodo: oggi ci sembra preistoria, e tecnologicamente nell’era dello streaming lo è, ma in fondo sono passate poche decine di anni.
Il VHS era stato commercializzato a partire dal 1976 in Giappone dalla JVC, ed era esploso negli anni ottanta, diventando di massa: l’acronimo VHS sta per Video Home System, ed era diventato lo standard vincente nel settore consumer, sconfiggendo il Betamax di Sony.
Una leggenda metropolitana – chissà quanto leggenda poi… – vuole che la vittoria del VHS dipese in gran parte dal porno: sì, la disponibilità di un più ampio catalogo di cassette pornografiche per lo standard VHS ne avrebbe decretato il successo contro il Betamax. Il condizionale è d’obbligo, perché come si spiega su Quora le ragioni del successo VHS furono molte e diverse, e magari, tra queste ci fu anche il porno, malgrado nel complesso la qualità audio e video di Betamax fosse superiore.
Sopraggiunse poi, sempre negli anni delle video format wars un altro standard ancora, il Video2000, inventato da Philips, ma prese le briciole.
Con la notizia dell’ultimo videoregistratore prodotto in Giappone, oggi è il giorno giusto per dire addio anche al videoregistratore VHS, di certo totalmente obsoleto, ma memoria di un’epoca romantica della registrazione magnetica che non tornerà più. E che adesso farà la fine di quei vecchi giradischi portatili che troviamo nei mercatini dell’antiquariato, o di quelle enormi radio di legno che ascoltavano i nostri nonni: addio videoregistratore, grazie VHS.