Il 28 settembre 1992, 25 anni fa, andava in onda la prima puntata del Karaoke di Italia 1 e per prepararmi bene all’evento, ho deciso di riguardare quei 20 minuti che hanno fatto storia. È scoppiata una bomba emotiva senza pari.
Immaginate una cittadina in cui vi sia una piazza gremita di gente di tutte le età, di ragazze con la cofana in testa, di uomini coi baffi e il gel, che sembra abbiano 40 anni e che invece ne hanno verosimilmente 25. Al centro di questo insieme umano eterogeneo e variopinto, un giovane siciliano abbronzatissimo coi capelli tirati indietro e una coda di cavallo foltissima. Parla sicuro e veloce in un italiano che tradisce l’accento siculo ed è vestito in modo increscioso: camicia nera, pantaloni larghi neri e giacca arancione dalle spalline che lo fanno sembrare il Grande Mazinga. Si chiama Rosario Fiorello, è un animatore di villaggi vacanza prestato alla radio e sta spiegando agli italiani cosa significa la parola karaoke.
La cittadina è Alba, in provincia di Cuneo e quel programma, in onda alle 20 sulla rete giovane di Berlusconi (Italia 1, appunto) cambierà per sempre la musica in tv. La cosa funziona così: una canzone viene cantata da più persone prese dal pubblico e un talent scout sceglie i più bravi, che poi verranno premiati dagli applausi del pubblico.
La prima canzone la canta un omino col riporto e con la voce tremula. È L’italiano di Toto Cutugno. Tra il pubblico si vede benissimo l’assistente di studio che tenta di far battere le mani a tempo alla piazza eccitata e un manipolo di Carabinieri felici in alta uniforme. Seguiranno un padre col figlio al seguito e un tizio impomatato che sembra Julio Iglesias. Tra un pezzo e un altro, Fiorello parla con la gente e dà il via a uno dei primi storytelling urbani televisivi. Il pubblico da casa si affeziona ai nuovi idoli che sono esattamente come loro, con dei lavori normali e con la voglia di farcela. Gli altri pezzi che vengono cantati sono Ci vuole un fisico bestiale di Luca Carboni, in cui spicca un barbuto sopra le righe, Una lacrima sul viso di Bobby Solo che viene cantata tra gli altri da un sosia col ciuffo rockabilly e New York, New York di Liza Minnelli e qui gli italiani, loro malgrado, imparano l’inglese dalla signora Wilma. All’applausometro finale vince proprio la signora Wilma e si porta a casa un lettore compact disc della grandezza di una tavola da stiro.
Fiorello le dice che con quell’apparecchio potrà addirittura ascoltare un pezzo specifico di una canzone e la signora si vede che già non ci capisce niente e che lo userà come tavolo da tè. La puntata finisce e inizia il mito del Karaoke, una delle trasmissioni più seguite degli anni ’90.
Il Karaoke di Fiorello è andato in onda dal 1992 al 1994, per poi passare nel 1995 a Fiorellino (Beppe Fiorello) e Antonella Elia, che però lo portano alla chiusura a causa dei bassi ascolti. Ci riproveranno 20 anni dopo rilanciando il formato con Angelo Pintus e deludendo tutti. Il primo Karaoke è inimitabile.
Tra I Fatti Vostri, La Corrida e X Factor, il Karaoke in tv è stato un proto talent multisfaccettato, pur nella sua semplicità, fondato sulla regola aurea che le canzoni hanno successo quando le cantano le persone normali e che i 15 minuti di gloria non si negano a nessuno. Se non fosse così, avrebbe mai avuto così tanto successo la scena di Lost in Translation di Sofia Coppola, in cui Bill Murray e Scarlett Johansson flirtano cantando in una Tokyo che è la patria indiscussa del karaoke?
E se volete spaccare al karaoke, meglio che vi leggiate le regole fondamentali per fare bella figura. Potreste davvero averne bisogno, per evitare di essere presi a male parole solo perché ci avete provato. Ma provateci lo stesso, con lo spirito di Fiorello nel cuore. Tutto il resto è noia.