Niente dai, prima o poi doveva succedere. La settimana scorsa un po’ di webzine straniere parlavano di questo film, con foto per nulla incoraggianti. Che fare dunque? Ci siamo informati e abbiamo notato che lo si poteva visionare nella sua interezza a buffo, dunque ci siamo prestati alla visione.
Si chiama Strokemon ed è un mediometraggio di quasi mezz’ora in cui un manipolo di disadattati vestiti da scemi fa giochi di parole di quelli che v’immaginate, seguiti da alcune sporcizie. L’inizio è di quelli epici: c’è un Pokemon che sembra un verme coi denti, il cui potere è quello di “suck you dry” e capite da voi il male che può fare. Allora il tipo col cappellino gli lancia il Dickachu (che sarebbe una sapida crasi tra Pickachu e la parola cazzo) ed ingaggia la battaglia.
Dickachu fa paura. È una donna sommariamente truccata con una maschera che ricorda i video d’arte di Matthew Barney, parla con voce gutturale post tracheotomia e dice solo “Dicka”o “Dickachu”, inquietando assai. Si scopre che l’ibrida ha anche un pene segreto, che usa per irrorare i nemici, tra cui una donna gatto con le tette più finte di quando i tuoi amici ti dicono che sei dimagrito. Al minuto 6.22 avviene la prima 3some tra la rossa, lo scemo e il mostro giallo. Una copula ad uso e consumo degli otaku, durante la quale scopriamo nostro malgrado che la rossa è rossa ovunque e che il mostro è in realtà donna a tutti gli effetti. Proferisce anche nuove parole tra cui “Ah ahhhh ah aaaaaaaah”. Un amplesso infinito, piuttosto noioso, in cui i tre provano tutti gli incastri umanamente possibili e che niente aggiunge né toglie a tutti i porno che siamo sicuri avrete visionato nell’intimità della vostra solitudine. Il ragazzone ci dà talmente dentro che viene da chiedersi se gli abbiano incollato quella stupida parrucca che sembra una scopa al cranio.
Alla fine ce la fa. L’esito è di quelli che ci si aspettano ma imprevedibilmente, dopo aver fatto i suoi comodi, egli non le porta neanche a cena fuori. Un gran cafone.
Non siamo ancora entrati nel vivo ed è già sigla finale. La prima orgia era in realtà l’unica, lasciandoci molto delusi e un po’ col fiato sospeso su cos’avrebbero potuto combinare l’asiatico ciccione e la donna gatto, purtroppo non coinvolti nella situazione. Oltre ad essere infastiditi dalla rapidità del film, siamo anche colmi d’inquietudine poiché gli occhi di Dickachu sono in realtà gli occhi della morte. Evinciamo dai titoli di coda che la ragazza celata dalle informi vesta gialle è in realtà Rizzo Ford, una pornostar piuttosto seguita tra le persone che non hanno mai avuto l’incomodo di doversi relazionare con l’altrui sesso nella vita vera.
Dunque, questo è quanto. Purtroppo, non appena chiudiamo gli occhi, sentiamo quella voce e vediamo di nuovo quello sguardo, quindi faticheremo a prendere sonno stanotte. Giusto per questo motivo non vi diamo il link nel quale potreste guardare nell’interezza il filmato, poiché vi vogliamo bene. Sapendovi però curiosi, potete visionare il gustoso trailer qui sotto, che vi promettiamo, a conti fatti, essere più bello del film, che siamo sicuri non mancherà d’eccitare quelli che si salvano sull’hard disk le foto delle cosplayer al Lucca Comics. Che è, al netto della visione, la cosa che inquieta di più.
E questo è il trailer della porno-parodia