Oggi avrebbe compiuto 103 anni Michelangelo Antonioni, nato il 29 settembre 1912.
Antonioni non è mai stato pop, eppure la cultura pop gli deve moltissimo. Antonioni è stato, semplicemente, uno dei più grandi registi della storia del cinema. In Italia il suo nome lo conoscono tutti, i suoi film un po’ meno e questa è una triste peculiarità che condivide con altri suoi colleghi, in particolare con Federico Fellini e Pier Paolo Pasolini. Non viene quasi mai passato in tv e facendo un giro su Amazon, i suoi lavori si trovano in molteplici edizioni straniere, soprattuto francesi e inglesi, paesi nei quali è ritenuto a ragione un maestro assoluto.
Il suo non è mai stato un cinema facile, forte di una critica sociale e intima, in cui ha affrontato temi di totale attualità come l’incomunicabilità, il disagio e l’alienazione, i grandi mali dell’essere umano nel novecento, con rigore stilistico e tecnica sopraffina.
La sua celebre tetralogia esistenziale è composta da “L’avventura” (1960), “La notte” (1961), “L’eclisse” (1962) e “Deserto Rosso” (1964). Autentici capolavori in cui, come attrice feticcio, appare la giovane Monica Vitti, al tempo anche compagna del regista, insieme ad attori internazionali come Richard Harris, Alain Delon, Jeanne Moreau e Marcello Mastroianni.
Nel 2012, il disegnatore Alessandro Baronciani omaggiò le muse del regista con la serie “Le ragazze di Antonioni”: Ines Sastre, Lynn Shaw, Daria Schuman Halprin, Veruschka von Lehndorff e l’immancabile Monica Vitti. Qui sotto Lea Massari ne L’Avventura.
Una delle scene più iconiche e citate di Antonioni è quella del celebre amplesso fotografico tra David Hammings (che grazie a questo film fu scelto come protagonista di “Profondo Rosso” di Dario Argento) e la modella Verushka nel film “Blow Up” del 1966, un thriller atipico girato a Londra, in cui figurano anche gli Yardbirds con Jimmy Page e Jeff Beck che sfascia la chitarra. Il regista avrebbe voluto i Velvet Underground ma per problemi d’ingaggio non furono presenti. Un gran peccato.
“Professione Reporter” è un film del 1975 con Jack Nicholson e Maria Schneider (diventata famosa con “Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci del 1972). Nell’elaborazione grafica qui sotto, fatta dal grafico francese Louis Argereau, trovate tutti gli oggetti di scena (più un dromedario) in versione 8bit stile videogioco punta e clicca.
Tra i tanti omaggi ad Antonioni, la rielaborazione dei poster dei suoi film più iconici è uno dei più gettonati. Qui sotto, “La Notte” rifatto dall’illustratrice Victoria Igos.
La potenza del suo cinema ha portato a una enorme diffusione di immagini e reinterpretazioni da parte di artisti di tutto il mondo. Abbiamo già visto gli omaggi di alcuni disegnatori, ma non mancano gif animate in grado di dare il senso di solitudine e spaesamento dei personaggi di Antonioni con una forza nuova. È il caso di questa bellissima Monica Vitti.
I problemi esistenziali che attanagliano i protagonisti dei suoi film circolano regolarmente sui social network e a distanza di decenni vengono usati per comunicare il disagio giovanile negli anni ’10, come quello qui sotto tratto da “Deserto Rosso”.