Il comunicato stampa si apre con una citazione di quelle che ti fanno un po’ gelare il sangue: “Drive In è l’unico programma per cui vale la pena di avere la tv” – firmato Federico Fellini. Magari il regista romagnolo intendeva porre l’accento sull’atmosfera circense, corale e finto gioiosa che si respirava nello show di Antonio Ricci andato in onda dal 1983 al 1988 eche ha fatto, nel bene e nel male, la storia del costume in Italia.
Adesso, alcuni dei protagonisti dello spettacolo di Italia 1, tornano nei teatri e nelle piazze del nostro paese nel 2017 con un Drive In Reunion Tour, per 25 date dal 3 giugno al 31 dicembre.
Alla conduzione dello spettacolo ci sarà ancora una volta il mattatore Gianfranco D’Angelo, che introdurrà monologhi vecchi e nuovi di Enrico Beruschi, Sergio Vastano, Carlo Pistarino e Nino Formicola (Gaspare, del due Gaspare e Zuzzurro). Insieme a loro, Margherita Fumero e Tinì Cansino, la maggiorata che negli anni d’oro dello spettacolo ha fatto perdere la vista a milioni d’italiani.
Un’operazione revival con una scaletta musicale tutta anni ’80, intervallata dagli stacchetti e dalle musiche originali del Drive In. Di certo farà la felicità di quelli che soffrono di retromania fulminante e che seguono tutti gli show della loro giovinezza, da Non è la Rai a Sarabanda, fino al Karaoke di Fiorello. Com’è facilmente intuibile, l’operazione potrebbe anche risultare di rara tristezza, vista la mancanza di molte star del cast originale: Ezio Greggio, Francesco Salvi, Enzo Braschi, i Trettrè, Massimo Boldi, Teo Teocoli, oltre a Giorgio Faletti e Andrea Brambilla (Zuzzurro), purtroppo scomparsi qualche anno fa.
La natura stessa del programma, con i comici, le ragazze seminude e le risate esagerate del pubblico, potrebbe scontrarsi in pieno con il pubblico di 30 anni dopo, che ha una consapevolezza totalmente diversa rispetto agli 80s. Su questo però avrebbe da dissentire proprio Antonio Ricci, il creatore del Drive In e di Striscia la Notizia, che in qualche intervista ha affermato “Le donne seminude sono una moda iniziata negli anni 1970, specie sulle TV Rai, per non dire delle copertine di Panorama ed Espresso. Le ragazze fast food erano un’ironia di tutto questo, e facevano anche battute di satira politica, anzi le donne comiche da noi non mancavano mai. E le risate erano volutamente distorte ed esagerate, per sottolineare che in realtà non c’era niente da ridere […] Siamo stati additati come ispiratori degli anni 1980, mentre noi ne eravamo lo specchio, la critica feroce, tra satira politica, presa in giro della Milano da bere […] Siamo stati una trasmissione profetica: ora abbiamo le prove documentate”.
Un punto di vista di certo opinabile su una trasmissione che di fatto ha dato il la al berlusconismo e ha marciato sull’edonismo imperante in quel decennio, che oggi viene santificato da parte del pubblico. e che potrà essere vissuto di nuovo nelle piazze d’Italia, 30 anni dopo.