Storia e gloria di Tinto Brass, regista per passione

Il suo nome è sinonimo di film erotici e di una vita politicamente scorretta

Tinto Bras con Claudia Koll sul set del film Così Fan Tutte  Tinto Bras con Claudia Koll sul set del film Così Fan Tutte

 

Il 26 marzo, Tinto Brass compie 84 anni, la maggior parte dei quali spesi al servizio del cinema italiano. Il suo nome è sinonimo di film erotici ed è noto  per il suo atteggiamento compiaciuto con le attrici che lancia. Lo sguardo ammiccante, il sigaro in bocca, la palpata politicamente scorretta e il sorriso sardonico di chi ne ha viste tante, doppio senso incluso.

Tinto Brass è un adoratore del culo, c’è poco da fare. Lo cita in quasi tutte le sue interviste e lo riprende in bella mostra nelle sue pellicole. “Sul piano etico il culo è più onesto della faccia, non inganna e non è una maschera ipocrita” dice, ma anche “Il culo è l’anticoncezionale per eccellenza, il culo è laico!” fino ad elevarlo a: “Il culo è lo specchio dell’anima”.

 

Anna Ammirati in Monella  Anna Ammirati in Monella

 

I suoi film erotici sono atipici, perché l’eros trasuda non solo dagli attori ma anche dalle inquadrature, dai costumi, dagli arredi e dal linguaggio utilizzato. In questo senso possono essere visti a più livelli, da quello basico dei ragazzini degli anni 80-90 alla prima erezione all’interno di un cinema (dopo la chiusura dei cinema a luci rosse), fino a quella degli amanti del cinema che possono ritrovare nei suoi film il tocco del maestro, e anche qui il doppio senso è incluso nel prezzo.

 

Sul seti di Monamour corrieredellasera - Sul seti di Monamour

 

Non ci stupiamo della bravura di Tinto Brass, dopo tutto ha iniziato il mestiere come archivista alla Cinémathèque di Parigi, ha assistito alla nascita della Nouvelle Vague ed è stato assistente di registi come Rossellini e Ivens, mica cicoria.

Il suo primo film, Chi lavora è perduto (1963), non ha niente di erotico, piuttosto parla di ribellione e di disagio giovanile, ma già si fa odiare dai censori dell’epoca. Alcune pellicole come Col cuore in gola (1967) o Nerosubianco (1969) si fanno notare anche oltreoceano al punto che la Paramount decide addirittura di affidargli il film tratto dal libro Arancia Meccanica, che Brass rifiuta perché sta finendo il film L’urlo (1968). Chi poi l’abbia girato lo sapete tutti, altrimenti andate in punizione nell’angolo.

 

Una scena da Salon Kitty  Una scena da Salon Kitty

 

Nella fase di transizione dai film seriosi (così li definiva) a quelli erotici, due pellicole assolutamente da vedere. Una è Salon Kitty del 1975, in cui si parla di spionaggio e prostituzione in un bordello d’alto rango per ufficiali nazisti, l’altra è Io, Caligola, uno dei film più malfamati della storia, di cui esistono quasi 10 versioni, a seconda della censura locale. Il protagonista è Malcom McDowell che interpreta l’imperatore romano Caligola, con tutti i suoi innumerevoli vizi e le sue poche virtù.

Chiuso questo ciclo arrivano i film guidati dall’erotismo puro, con la star femminile che ricopre un ruolo fondamentale. Grazie a questa parte della sua carriera è diventato famoso anche in Italia e ha contribuito alla rivoluzione sessuale nel nostro paese, da sempre piuttosto bigotto su questi temi.

 

Stefania Sandrelli in La Chiave  Stefania Sandrelli in La Chiave

 

Il primo grande film erotico di Tinto Brass si intitola La chiave (1983) e dona una nuova fama a Stefania Sandrelli, già popolare all’epoca. Una scelta che fece scandalo, visti i giochi sessuali mostrati esplicitamente. Questo film ha già tutti i tratti distintivi che faranno parte dei grandi successi della sua carriera: gli aspetti onirici e felliniani, la fascinazione per gli anni ’30 e ’40 italiani, la borghesia e il vizio ma anche la grande tecnica per le inquadrature.

Dopo la Sandrelli è il momento di Serena Grandi, lanciata nel film Miranda del 1985, un rifacimento in chiave moderna de La locandiera di Goldoni, poi di Francesca Dellera nel film Capriccio del 1987, poi ancora Debora Caprioglio in Paprika (1991) fino a Claudia Koll che nel 1992 interpreta Così fan tutte.

 

Debora Caprioglio in Paprika  Debora Caprioglio in Paprika

 

Benché ogni film abbia la sua trama, spesso interessante, essa talvolta sembra servire da pretesto per mostrare l’avvenenza dell’attrice protagonista che viene ripresa in tutto il suo splendore da un generoso Tinto Brass. Tutte le sue attrici di quel tempo sono diventate famose dopo aver recitato nei suoi film ma alcune, in seguito, hanno rinnegato il loro passato. È il caso proprio di Claudia Koll che dai 2000 in poi è diventata fervente cattolica e si è definita suora laica.

 

Claudia Koll in Così Fan Tutte  Claudia Koll in Così Fan Tutte

 

Negli anni 2000 il tocco magico di Tinto Brass si è un po’ affievolito, ma è riuscito lo stesso a piazzare qualche valido colpo con Monella (1998) che ha lanciato l’attrice Anna Ammirati e Senso ’45 (2002) tratto da una novella di Camillo Boito che vede come protagonisti Anna Galiena e Gabriel Garko.

Pur essendo un regista proibito nell’Italia bigotta, Tinto Brass con la sua ironia e la sua volgare raffinatezza, è riuscito a diventare un personaggio pubblico anche in quei salotti in cui i suoi film non sarebbero mai stati discussi. D’altra parte, la sua per il sesso è proprio una passione sincera. “Molti dei miei personaggi femminili li ho modellati proprio pensando a mia moglie, donna assolutamente libera e scopatrice intrepida.” ha detto parlando di Carla Cipriani, detta Tinta, sua moglie fino al 2006, anno della sua scomparsa. Oggi si gode la vita con  Caterina Varzi, che ha almeno 40 anni meno di lui e che ha recitato nel suo più recente cortometraggio, Hotel Courbet del 2009.

Un personaggio talmente iconico e singolare che non è proprio possibile odiare.

 

Tinto Brass con l’attuale fidanzata Caterina Varzi zimbio.com - Tinto Brass con l’attuale fidanzata Caterina Varzi

 

 

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