Sound of Metal – Quanto è difficile abituarsi al silenzio?

Un racconto che descrive con piglio quasi documentaristico l’accettazione della perdita dell’udito da parte di un batterista. Un film coraggioso, delicato nella cura di ogni dettaglio narrativo.

Quest’anno, a causa delle chiusure dei cinema e dei forzati rimandi delle uscite cinematografiche, anche la corsa agli Oscar ha subito uno slittamento temporale. La cerimonia si terrà – come di consueto – al Dolby Theatre di Los Angeles la sera – notte per noi europei – del 25 aprile, due mesi in ritardo rispetto al solito. Non sappiamo ancora nessun dettaglio sulla cerimonia, tuttavia il 15 marzo sono state rese note le nomination. Non possiamo ancora farci troppe idee, dal momento che gran parte dei film nominati non sono ancora disponibili persino per il pubblico statunitense. Tra i nomi già usciti, oltre ai già discussi e noti Mank e Il processo ai Chicago 7, ha sorpreso la presenza di Sound of Metal, presente in sei categorie tra cui Miglior Film e Miglior Sceneggiatura originale. Presentato al Festival di Toronto nell’estate del 2019, ma distribuito ufficialmente più di un anno dopo, è l’esordio alla regia di un lungometraggio di Darius Marder, già sceneggiatore nel 2012 di Come un tuono. Derek Cianfrance ne ha curato il soggetto, ispirandosi a sue esperienze di vita.

 

Il protagonista del film è Ruben Stone (Riz Ahmed), batterista del duo Blackgammon, di cui fa parte anche la sua ragazza Lou Berger (Olivia Cooke). I due vivono insieme in un camper, che fa loro da casa, luogo di lavoro e mezzo di trasporto per i lunghi tour nei club degli Stati Uniti. Da un giorno all’altro però Ruben inizia a perdere drasticamente l’udito. Il suo carattere testardo lo fa desistere dall’ascoltare i consigli dei medici, la cui prima prescrizione era stata l’interruzione dell’esposizione a forti rumori, ma nel giro di pochi giorni Lou si accorge della sua situazione, ed è lei a decidere di interrompere le esibizioni dal vivo. In preda alla preoccupazione per la doppia fragilità di Ruben, uscito da pochi anni da un periodo di dipendenza dall’eroina, i due vengono indirizzati a una comunità per tossicodipendenti sordi, gestita da Joe, un veterano del Vietnam con vecchi problemi di alcolismo.

Le regole di questo “rifugio” sono molto severe. La sordità non va vissuta come un handicap, va accettata, senza poter pensare di correggerla con impianti cocleari. Il percorso di accettazione va di pari passo con il forte sentimento di fede religiosa che Joe trasmette agli ospiti. Infine non c’è nessuna possibilità che i non sordi possano restare dentro. Dopo un primo momento di rifiuto Ruben accetta di rimanere, salutando chissà per quanto Lou, che ritorna dopo anni dal padre in Belgio. Da questo momento in poi il protagonista inizia a intraprendere dei faticosi tentativi di pacificazione con quello che gli sta succedendo. Aderisce alla regola imposta di non emettere più suoni durante le lezioni di lingua dei segni, riesce a superare la vergogna di potersi mettere in ridicolo davanti ai bambini della sua classe – arrivando a fare amicizia sia con loro che con la maestra Diane – ma nei momenti di solitudine incontra le crisi maggiori, andando furtivamente a usare il computer per comunicare con Lou.

E nel momento in cui pare essersi davvero integrato, decide di vendere il suo camper per farsi installare un impianto cocleare. E per questo Joe decide categoricamente di cacciarlo dalla comunità. Ruben decide di volare in Belgio per rivedere Lou. L’incontro è delicato, pieno di sofferenza e di amore, e alla fine arriva la decisione definitiva: è giunto il momento di vivere senza più il pensiero di com’era la vita prima. Non potendo più godere dei suoni, Ruben si toglie di dosso l’impianto accettando il silenzio.

Sound of Metal è film coraggioso. La scelta più radicale adottata da Darius Marder è senza dubbio l’abbandono graduale della sceneggiatura come la intendiamo canonicamente, ovvero verbale. Le parole acquistano sempre meno senso mano a mano che Ruben perde l’udito. La scelta di alternare presa diretta e soggettive sonore – rese prima ovattando il suono e successivamente rendendolo metallico – fa sì che inizino a parlare soprattutto il rumore e i gesti. La qualità della prova attorale di Riz Ahmed viene accentuata ulteriormente – e acquisisce una grande forza – proprio dal modo in cui vengono utilizzati gli occhi, il mezzo espressivo più forte di Ruben, e i cambi di direzione del suo sguardo iniziano a diventare dei veri e proprio spostamenti emotivi.

Un’altra scena del film.  Un’altra scena del film.

La scelta stilistica di farci sentire come sente un sordo potrebbe risultare un esercizio di stile o una eccessiva drammatizzazione della situazione vissuta. Tuttavia questi rischi non vengono mai corsi, data la sobrietà e la frequenza con cui intervengono le soggettive che non sono trastulli tecnici ma parti essenziali della partitura narrativa. L’altro elemento che ci impedisce di storcere il naso è la lentezza con cui gli avvenimenti vengono raccontati. Non c’è mai un passaggio drastico da una situazione all’altra, ad ognuna è dedicata la sua complessità, e  per questo la vicenda viene percepita come un lungo momento di transizione. Marder non si lascia vincere dalla fretta e crea un film fatto di ritagli di tempi dalla durata quasi naturalistica, arrivando a sfiorare in alcuni punti lo stile del documentario. Zero edulcorazioni e attori non professionisti – gran parte dei membri della comunità, non udenti anche nella vita reale – amalgamati perfettamente ai protagonisti, tra cui spicca anche Paul Raci nel ruolo di Joe.

Il silenzio di Sound of Metal potrebbe risultare spaventoso e far pensare a qualcosa di noioso. Dovremmo invece fidarci, farci trasportare dal suo flusso senza pensare troppo a dove finiremo. Dopo esserci messi in ascolto riusciremo a entrare nella poesia di un dialogo fatto di colpi sulla lamiera di uno scivolo, proveremo ad alzare il volume per sentire meglio, senza riuscirci, ma soprattutto  ringrazieremo per queste due ore di cinema incollato alla realtà, tremendamente vero.

 

Video stream

COSA NE PENSI? (Sii gentile)

TENIAMOCI IN CONTATTO
>
Iscriviti alla newsletter, niente spam, solo cose buone
>
CORRELATI >