TV e Cinema
di Mattia Nesto 13 Febbraio 2022

Smarrimento: organizzare il proprio dolore è fondamentale

Smarrimento con Lucia Mascino e Lucia Calamaro al Teatro Franco Parenti fa riflettere, ridere e commuovere.

Una protagonista in crisi  Una protagonista in crisi

Al termine di Smarrimento, lo spettacolo con Lucia Mascino scritto e diretto da Lucia Calamaro, al teatro Franco Parenti di Milano le risate, di cuore, sono state tante quanti gli applausi, veramente numerosi. Già perché Smarrimento è, proprio a livello semantico, quella che potremmo definire una commedia per una persona con più personaggi. Lucia Mascino è infatti da sola sul palco, un palco molto particolare visto che è una replica, giustappunto mediata, di un interno domestico: quello è il simulacro della casa della scrittrice che Mascino interpreta/incarna. Una scrittrice non risolta, in perenne conflitto con se stessa e con gli altri che, come dice: “Di fuori è impassibile ma dentro ha il caos”.

Eppure la cosa che davvero mi ha conquistato e ha conquistato il pubblico del Parenti, è stato il fatto che in Smarrimento si sorride, anzi si ride. E pure tanto. Già perché Lucia Mascino, grazie a una capacità fuori scala di dominare lo spazio del palco con le proprie mani, il proprio corpo e la mimica del suo viso è iper-espressiva, seppur all’interno di movimento molto contriti e minimali. La protagonista è, infatti, una scrittrice che non riesce a terminare i propri romanzi. Sta lavorando, da lungo tempo, a un libro che, forse, non finirà mai. Eppure gli editori premono su di lei, forse perché ci credono molto o forse perché le hanno già dato un congruo anticipo. Fatto sta che la spingono a incontrare i lettori. Ecco, noi pubblico siamo quei lettori che entrano a casa sua, una casa, appunto, mediata dalla finzione scenica.

Un momento dello spettacolo  Un momento dello spettacolo

Detta così, Smarrimento potrebbero sembrare la classica commedia sofisticata, magari con un gradiente di pesantezza e cupezza un po’ troppo sostenuto. E invece no. Grazie alla scrittura brillante di Calamaro e all’interpretazione perfetta di Mascino, il pubblico è trascinata alle risate in maniera naturale. Lucia Mascino è brillante nell’impersonare questa scrittrice e confusa, che scambia la realtà per la finzione letteraria e viceversa. E poi, nella seconda parte, ecco lo scatto, il momento nel quale Smarrimento diventa anche commovente.

Ad un certo punto, in Smarrimento ci sono dei monologhi, monologhi pensati per presentare i personaggi che affollano questi libri mai terminati della scrittrice. Il primo è quello di Anna, la protagonista, poi viene il monologo della madre e quindi quello del padre. Infine c’è la parte di Paolo, la mia preferita. Paolo, il marito che ha perso il lavoro, non lo trova e che quindi deve badare alla casa e ai due figli mentre la madre non c’è. Ho trovato commovente e assolutamente antiretorico il modo nel quale si affrontano la morte e l’invecchiamento in Smarrimento. Un minuto prima si ride di gusto, un attimo dopo si sta fermi a riflettere con se stessi. Questa è la potenza della commedia, questo è l’incantesimo di uno spettacolo scritto bene. Smarrimento è, perciò, potente e magico.

Alla fine spettatrici e spettatori vanno via contenti, felici di aver passato un’ora assistendo a uno spettacolo cangiante e multicolore. Smarrimento è un piccolo prisma, che ha tante facce e riflette tanti colori. E dove c’è spazio anche per una frase che, ne sono certo, sarà molto utile, e importante, per tutti noi. La cito a braccio: “Sapere dove mettere il dolore è importante. Organizzatevi“.

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