Alzi la mano chi non ha mai visto “Il favoloso mondo di Amélie“! Il film del 2001 di Jean-Pierre Jeunet ha rappresentato per tutto un esercito di giovani, in prevalenza ragazze ormai più che 30enni, il primo prototipo di favola d’amore del nuovo millennio, in cui specchiarsi e rivedere la propria vita, o almeno quello che avrebbero desiderato fosse: sogni a occhi aperti, un amore da inseguire per le strade di Parigi, e un senso di inadeguatezza pronto a trasformarsi in una lucente storia a lieto fine.
Un film tutto carino, lindo e preciso (anche un po’ stucchevole, per chi scrive) che non poteva che nascondere al suo interno delle geometrie, non solo emozionali, ma proprio strutturali. Inquadrature, movimenti e simmetrie da far invidia a Wes Anderson, che la regista ispanico-tedesca Lessa Raebiger ha messo insieme in un video, accompagnato ovviamente dalle musiche di Yann Tiersen.
Sapete a chi doveva essere affidato in origine il ruolo di Amélie? All’attrice inglese Emily Watson, ai tempi reduce dalla nomination all’Oscar per Hilary e Jackie. Nella sceneggiatura iniziale Amélie era infatti una ragazza inglese. La Watson non era però convinta dal film, e lasciò così il ruolo. Jeunet riscrisse la parte in francese e scelse per il ruolo l’allora 24enne Audrey Tautou. Su YouTube si trova il video del provino sostenuto dalla Tautou per ottenere il ruolo.
Leggenda vuole che Jeunet iniziò a raccogliere le idee per il film sin dal 1974. La pellicola è stata quasi interamente girata a Parigi, e tra i luoghi simbolo del film c’è sicuramente il Café des 2 Moulins, in cui lavora Amélie. Il bar esiste veramente e Jeunet lo scelse personalmente, chiedendo ai proprietari il permesso per ambientarvi il film. A oggi è diventata tappa obbligata per tutti i fan, lo stesso destino toccato in sorte alla drogheria di Collignon, in Rue des Trois Frères, a pochi metri di distanza dal cafè.
Alla sua uscita “Il favoloso mondo di Amélie” si rivelò in breve tempo un successo al botteghino, diventando in Francia il film più visto dell’anno, con oltre 40 milioni di € di incasso (4 volte il budget impiegato per la sua produzione). Ottenne ottimi riscontri anche in Italia, Germania, Inghilterra, Spagna e Stati Uniti. Escluso da Cannes, nel 2002 il film ottenne cinque nomination agli Oscar, tra le quali quella come miglior film straniero e migliore sceneggiatura originale.