Shameless è una serie comedy curata da John Wells nata come adattamento dell’omonimo programma inglese scritto nel 2004 da Paul Abbott per Channel 4. In America è andata in onda a partire dal 2011 e questo weekend è stata inaugurata la sua settima stagione.
Shameless racconta le vicende dei Gallagher, una famiglia poverissima di Chicago che vive nel South Side. La serie gira attorno alla figura di Frank, un padre che, dopo essere stato lasciato da una moglie affetta da bipolarismo, ha cresciuto da solo i suoi sei figli. Un modello da seguire? Non proprio.
Frank (interpretato da William H. Macy) è un alcolizzato con gravi problemi di tossicodipendenza che non solo ha obbligato i figli ad arrangiarsi come potevano – di fatto scaricando tutto il peso della famiglia su Fiona, la figlia più grande interpretata da Emmy Rossum – ma ha continuamente peggiorato le cose nei modi più cattivi, rubando i loro risparmi, abbandonandoli continuamente e facendosi rivedere solo quando aveva bisogno di soldi.
Se credete che a un certo punto salti fuori il lato divertente della cosa, ecco, vi sbagliate. Perché non siamo di fronte ad un buono a nulla ma che, in fin dei conti, ha anche un buon cuore, la stronzaggine di Frank Gallagher non ha limite. Lo seguirete per sei anni consecutivi e non ci sarà mai un lieve miglioramento o un timido accenno di bontà.
Le poche volte che vi sembrerà che lui voglia cercare un qualsiasi tipo di redenzione – dopo infarti, coma per overdose, ecc – puntualmente vi deluderà.
Il tutto è reso in maniera magnifica grazie alla bravura di William H. Macy, che riesce ad essere odioso fino all’inimmaginabile ma, al contempo, dona al suo personaggio una personalità così unica e ricca di sfumature che continuerà a colpirvi, stagione dopo stagione, senza farvi annoiare o credere che stia ripetendo un cliché consolidato.
Vi assicuro che di personaggi così ben scritti e così ben recitati se ne contano pochi oggi nel palinsesto delle serie tv.
Shameless è un gigantesco ciclo dei vinti. Perché se Frank è certamente un caso irrecuperabile, gli altri della famiglia non sono certo dei santi. Tutti, dal primo all’ultimo, dovranno affrontare le difficoltà più bastarde, assumersi responsabilità notevoli e poi crollare perché non riescono a reggerne il peso.
Chi prima sembrava essere il pilastro della famiglia finisce con il diventare un nuovo problema che gli altri dovranno gestire: può essere una “semplice” dipendenza da cocaina, come una gravidanza non prevista, fino a cose ancora più difficili come scoprirsi bipolari e scegliere ugualmente di arruolarsi nell’esercito o iniziare trafficare armi a nemmeno quindici anni.
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Ma non si era detto che era una comedy? Lo è, lo è. Ha un tono tragicomico assolutamente unico e, in più, ci fa capire che anche la famiglia più disastrata d’America trova il modo di divertirsi. Shameless si pone continuamente in bilico tra speranza e disillusione e noi spettatori, nonostante sia passato così tanto tempo, non ci siamo ancora stancati. Sei anni e la qualità non è mai calata, sfido a trovare altri esempi così longevi e al tempo stesso così geniali.
Finora Shameless ha vinto pochissimi premi, giusto un Emmy alla bravissima Joan Cusack come attrice non protagonista e poco altro. È nulla per una serie che meriterebbe di essere accostata a capolavori come The Wire, Mad Men o Breaking Bad.