Sulle stranezze della fiction italiana si potrebbe parlare per giorni e giorni, ma c’è una cosa in particolare che è davvero bizzarra, anche se ormai tendiamo a darla per scontata: non esistono produzioni per teenager o giovani adulti. O meglio, qualcosa c’è stato (vedi alla voce I ragazzi del muretto, che per essere stata trasmessa nei primi anni ’90 dalla Rai era piuttosto avanti) e qualcos’altro c’è ancora (Braccialetti Rossi, remake di una lacrimosa serie spagnola, è in onda su Raiuno ed è ambientata nel reparto pediatrico di un ospedale), ma sono casi isolati. Peggio: di solito si tratta di storielle educative, con trame e personaggi lontanissimi dalla realtà. Insomma, sembra roba fatta per rassicurare i genitori, più che per piacere ai figli. In Inghilterra, invece, le cose girano in tutt’altro modo: le serie britanniche amano osare già in generale, ma su quelle pensate per gli under 18 c’è ancora più libertà di sperimentare, fino a raggiungere eccessi da noi impensabili. A produrre i serial più coraggiosi è quasi sempre la tv di stato con Channel 4 e la sua sussidiaria E4: si tratta di due canali pubblici, creati per istituire un altro polo televisivo oltre alla BBC (anche lei statale, con missione di servizio pubblico) e a Itv (privata). La loro mission è quella di creare prodotti culturali appetibili per un pubblico di giovani e minoranze, con particolare attenzione all’innovazione e alla qualità, nonché al valore educativo di quanto viene trasmesso. Naturalmente, e per fortuna, il loro concetto di “valore educativo” è molto diverso rispetto a quello dei paesi cattolici del sud Europa tipo il nostro, tant’è che argomenti come alcol, droga, sesso, aborto, malattie mentali e handicap sono trattati senza alcun finto perbenismo. Anzi, se vi scandalizzate facilmente vi suggeriamo di evitare i loro programmi a piè pari, perché rischiate di farvi bloccare la crescita per sempre. Se invece siete di mentalità aperta e avete voglia di tornare mentalmente al liceo per cinquanta minuti a settimana, ecco un po’ di serial da recuperare assolutamente.
Skins
Probabilmente la punta di diamante della categoria, è andata in onda dal 2007 al 2013 su Channel 4, per ben sette stagioni. Ambientata a Bristol, raccontava le vicende di un gruppo di studenti del college, che sarebbero gli ultimi due anni del liceo inglese, quelli in cui si abbandonano finalmente le divise scolastiche e il metodo di studio diventa più simile a quella universitario. Seguendo questo criterio, ogni due anni il cast cambiava completamente, con l’addio agli studenti che terminavano le superiori e l’arrivo di una nuova classe. I personaggi sono estremamente complessi, ma allo stesso tempo totalmente inconsapevoli, spericolati e cazzari come ci si aspetterebbe da ogni buon sedicenne: di solito affrontano i loro drammi esistenziali (dall’anoressia alle malattie gravi, dalla microcriminalità ai problemi familiari) affogandoli in quantità massicce di alcol, sesso e droga. Non esiste moralismo nell’universo di Skins, anche perché molti degli sceneggiatori erano dei ventenni usciti da poco dal college, privi di pregiudizi e freschi di esperienze da raccontare. Esiste anche un remake americano, molto meno coraggioso e fortunato; la versione originale, invece, si recupera su Netflix. Se siete amanti del lieto fine, evitatela come la peste.
Misfits
Altro piccolo capolavoro della tv britannica, è andato in onda su E4 dal 2009 al 2013, per cinque stagioni. La trama è piuttosto surreale: una tempesta di fulmini colpisce un centro di detenzione diurna, in cui un gruppo di giovani criminali sconta la sua pena fornendo servizi socialmente utili alla comunità. Dopo la tempesta, i ragazzi si scoprono improvvisamente dotati di superpoteri e devono capire come conviverci e farli fruttare, cercando allo stesso tempo di risolvere i loro casini con la legge. Spregiudicata e dissacrante, non ha nessun freno o limite, cosa che non le ha impedito di ottenere una pioggia di premi, critiche entusiaste e ascolti da urlo: si era addirittura parlato di trasformarla in un film. La web serie italiana Freaks!, ad opera di Willwoosh e altri youtubers, è dichiaratamente ispirata a Misfits, ma ovviamente vi suggeriamo caldamente l’originale, disponibile sempre su Netflix.
Sugar Rush
Pure lei in onda su Channel 4 dal 2005 al 2006, racconta le disavventure di una timida quindicenne che si scopre lesbica e ossessivamente innamorata della sua migliore amica Sugar, una tizia tamarra e sboccata che invece, purtroppo per lei, ha un’ossessione per il pene. Una commedia degli equivoci leggera e irriverente, in cui l’omosessualità della protagonista è probabilmente l’aspetto più normale (capita di tutto, perfino che la madre iper-giovanile prenda in prestito i jeans di lei e di conseguenza si faccia attaccare le piattole…).
My Mad Fat Diary
Trasmesso su E4 dal 2013 al 2015 – la terza e ultima stagione è andata in onda l’estate scorsa – ha per protagonista Rachel, una sedicenne che pesa 105 chili ed è appena uscita da un ricovero in ospedale psichiatrico; informazione, questa, che cerca di tenere nascosta in tutti i modi alla sua migliore amica e alle nuove socie di lei, convinte che abbia trascorso una lunga vacanza-studio in Francia. Ambientata negli anni ’90, ha ricevuto una candidatura ai BAFTA (i corrispettivi britannici degli Emmy) e un remake americano sarebbe già in lavorazione.
Fresh Meat
Molti la identificano come la “versione universitaria di Skins”: racconta la storia di sei studenti del primo anno di un’università di Manchester, che si ritrovano a vivere tutti insieme in un appartamento fuori dal campus perché si sono immatricolati in ritardo. La quarta stagione sarà in onda nel 2016 sempre su Channel 4, mentre in Italia non è ancora arrivata.
Glue
In onda su E4 per la prima volta nel 2015, descrive il lato oscuro e malinconico della campagna inglese: un gruppo di ragazzi, impiegati nelle fattorie della zona oppure disoccupati cronici, si trovano a dover affrontare il brutale omicidio del fratello quattordicenne di uno di loro, parte della comunità gipsy locale. Le loro esistenze sembrano crollare inesorabilmente a pezzi e la colla del titolo, inutile dirlo, è quella che molti di loro sniffano cercando di rimetterli insieme. In questo caso la critica non sembra essere entusiasta della serie, perciò non si sa se avrà mai un seguito (e se sarà mai trasmessa in Italia).
This is England
In origine era un film per la regia di Shane Meadows, ambientato negli anni ’80: la guerra delle Isole Falkland scuoteva l’Inghilterra, la Thatcher era ancora al potere e un gruppo di giovani skinhead (nel senso meno politico del termine) cercavano di decidere da che parte stare e che fare delle loro vite. Visto il grande successo riscontrato Channel 4 ha deciso di trasformarlo in una serie, che è giunta ormai alla terza e ultima stagione. I protagonisti sono sempre gli stessi e seguiamo la loro evoluzione personale nel corso degli anni successivi, in particolare l’86, l’88 e il ’90: purtroppo non si arriva alle vette spettacolari del film, ma è comunque un esperimento molto riuscito e decisamente coraggioso. La serie tv in Italia è ancora inedita, mentre il film, seppure con parecchi anni di ritardo, è uscito sia al cinema che in dvd e ogni tanto viene riprogrammato su LaEffe.
Chewing Gum
Ha appena debuttato su E4 e già le critiche sono entusiaste: secondo il Radio Times, una delle più stimate riviste di spettacolo inglesi, è “la cosa più grezza e rude mai vista sui teleschermi britannici” (frase da intendersi come complimento, perché la recensione era più che lusinghiera). La protagonista è figlia di immigrati africani, ha 24 anni, è ancora vergine e la sua religiosissima madre non le ha spiegato nulla di nulla sul sesso: dovrà scoprire tutto da sé. La cosa più interessante della serie è che l’attrice protagonista, Michaela Coel, è anche la creatrice e la sceneggiatrice della serie, ampiamente autobiografica (Michaela è figlia di immigrati ghanesi ed è stata cresciuta a Londra da una madre estremamente religiosa). Riuscirà a bissare il successo della sua omologa americana, la creatrice di Girls Lena Dunham? Ai posteri l’ardua sentenza. Facile trovare i sottotitoli, quasi impossibile che venga mai trasmesso in Italia.
In the Flesh
Non solo Channel 4 ed E4 osano: lo fa anche la BBC. In the Flesh è un teen drama andato in onda fino all’anno scorso, per tre stagioni (purtroppo non è stato rinnovato per via di tagli al budget). Il protagonista è un ragazzo che come molti altri suoi coetanei è stato trasformato in uno zombie durante un’epidemia. Per fortuna, però, esiste un farmaco che può trasformare il suo stato in una semplice malattia cronica: curandosi regolarmente è in grado di condurre una vita perfettamente normale – a parte il fatto che è e resta un non-morto ghiotto di cervelli, ovvio. La serie segue il suo rientro a casa dopo un lungo ricovero in ospedale, il suo reinserimento in famiglia e tutti i problemi che derivano dall’essere additato come zombie da ex amici, vicini di casa isterici e genitori iperprotettivi.