Nell’era d’oro del teen drama americano, nei flanellosi anni ’90 di Beverly Hills, Buffy L’ammazzavampiri e Dawson’s Creek, nasceva e prosperava la serie tv Sabrina, Vita da Strega. Basato sui fumetti di Archie Comics (dai quali è nata anche Riverdale nel 2017) e trasmesso in Italia dal 1998, lo show dedicato a Sabrina custodisce tutti gli elementi più iconici delle serie dedicate agli adolescenti: una protagonista con cui è facile identificarsi, l’inizio traumatico della scuola superiore e il successivo approdo al college, storie d’amore complicate, amicizia, famiglia imperfetta e tutti i contrattempi tipici dell’adolescenza. Sabrina, Vita da Strega ci aggiunge anche il brivido di passare da un compito di matematica a una pozione riscaldata nel calderone, con un umorismo frivolo che ci fece innamorare al primo episodio.
Vent’anni fa facevamo la conoscenza di Sabrina Spellman nel giorno del suo sedicesimo compleanno, che coincide anche con il suo primo giorno di liceo. Invece di impacchettare i regali, le due zie con le quali vive, Hilda e Zelda, si preparano a rivelare alla nipote il segreto di famiglia: Sabrina è una strega, loro sono streghe, il padre è uno stregone, il gatto nero Salem è uno stregone condannato a 100 anni sotto forma di felino per aver tentato di conquistare il mondo. Durante i primi giorni di scuola Sabrina viene presa di mira dalla più popolare e più grande Libby, che finisce trasformata in ananas. Per evitate di essere smascherata, Sabrina chiede aiuto al Concilio delle Streghe, che si riunisce in una sala modellata su un dipinto surrealista di René Magritte, raggiungibile da un portale magico collocato nello sgabuzzino di casa Spellman. Se non avete mai visto Sabrina, Vita da Strega scommetto anche adesso avete una voglia matta di binge watching.
I punti forti di Sabrina, Vita da Strega sono in gran parte gli stessi degli altri show del periodo, dal fascino intramontabile della high school americana con gli armadietti in corridoio all’intreccio amoroso modello tira e molla con l’onnipresente Harvey Kinkle. L’elemento extra viene invece dall’inserimento della magia, che negli anni ’90 diventò praticamente un’ossessione della cultura pop, vedi Giovani Streghe, Hocus Pocus, The Blair Witch Project al cinema, Buffy e Streghe in tv. Il tutto era poi condito da una cascata continua di dialoghi divertenti, di giochi di parole tradotti sorprendentemente bene anche in italiano, affidati soprattutto alla zia sarcastica Hilda e a quel genio della battuta che era Salem, il gatto parlante.
Per coronare al meglio i primi 20 anni di Sabrina, Vita da Stega, 22 se calcoliamo la prima statunitense, ci pensa Netflix, che ha preso in carica il reboot della serie. Il 26 ottobre uscirà infatti Le terrificanti avventure di Sabrina, annunciato come versione dark dalle tinte horror dell’originale, interpretato da Kiernan Shipka (la Sally Draper di Man Men) e rielaborato sullo stile di Riverdale, con il quale potrebbe avere diversi agganci, visivi ma anche narrativi.