È andato in onda il remake di MacGyver: è una cagata pazzesca

Macgyver, 1985

 

L’anno scorso si è diffusa una notizia bellissima: la CBS era al lavoro sul reboot di MacGyver, il telefilm cult degli anni ’80. È stato coinvolto il creatore originale della serie, Lee David Zlotoff, ed è stato affiancato da Peter M. Lenkov, noto ai più per aver scritto il film Demolition Man e per aver lavorato a serie tv del calibro di Hawaii Five-0, 24 o CSI: NY.

Per chi non sapesse minimamente di cosa stiamo parlando, MacGyver è una serie televisiva andata in onda negli Stati Uniti dal 1985 al 1992. Il protagonista è MacGyver (interpretato da  Richard Dean Anderson) un agente segreto che aiuta il governo americano a risolvere i casi più difficili, tipo far cadere le dittature, bloccare armi batteriologiche o recuperare tesori nascosti. MacGyver ha una peculiarità: è bravissimo in chimica, gli dai della stagnola e dell’acido muriatico e lui ti costruisce una bomba.

La prima puntata del reboot è andata in onda venerdì 23 settembre. Nei panni dell’agente segreto non troviamo più Anderson ma Lucas Till (già in X-Men) e, insieme a lui, altri volti piuttosto noti come George Eads (CSI), Tristin Mays (The Vampire Diaries), Sandrine Holt (House of Cards, Mr. Robot); in questo primo episodio c’è pure Vinnie Jones (ovvero il cattivone di Lock & Stock, Snatch, ecc).

Tristin Mays, ovvero quella che ne sa di computer

 

Cosa c’è di nuovo? Oltre al cambio dell’attore protagonista, c’è che MacGyver non risolve più le missioni da solo ma ha un suo team: c’è la testa calda che non sa controllare la rabbia (George Eads), la gnocca esperta di computer (Tristin Mays) e il capo che gli affida le missioni (Sandrine Holt). Poi, ogni volta che MacGyver crea una delle sue fantastiche invenzioni, compaiono sullo schermo i nomi degli oggetti creati (così se vuoi riprovarci a casa sai come fare).

MacGyver, 2016

 

In più ora MacGyver ha tutta una serie di super gadget tecnologici, che, in realtà, cozzano con l’idea stessa della serie. Perché se la qualità principale di MacGyver sta nell’essere così creativamente ingegnoso da saper costruire una pistola servendosi di un elastico e di una graffetta, ora il gioco viene meno se ha anche a disposizione occhiali che guardano attraverso i muri o laser portatili, ecc.

MacGyver, 1985

 

Cosa è rimasto uguale agli anni 80? Il suo coltellino svizzero con cui fa di tutto, da costruire paracaduti fino a distruggere gli aerei. C’è sempre quella fastidiosa voce fuoricampo con cui MacGyver commenta cosa gli sta accadendo. Gli effetti speciali sono gli stessi di venticinque anni fa, così pure la luce piatta e smarmellata che manco in Beautiful. La trama come sempre è facilissima (c’è un dittatore con una bomba chimica e MacGyver deve recuperarla) e la capacità di attenzione richiesta è sotto il minimo sindacale: potete guardarla tranquillamente facendo le pulizie o lavando i piatti e non vi perderete nemmeno un passaggio della storia.

Giudizio finale? Una grandissima puttanata. Non è smaccatamente trash ma nemmeno così curata da aspirare a diventare una serie tv di livello, in poche parole: un progetto inutile. Probabilmente sarà uno dei pochi casi di recupero dei grandi classici degli anni ’80 che non diventerà un successo commerciale. Non è detto nemmeno che vada oltre la terza puntata.

Sandro Giorello

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