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Tutte le profezie dei film di fantascienza anni 80 si sono avverate

Una scena di Tron

 

Negli anni 80 tutto era talmente colorato, positivo e pompato che i film di fantascienza sbancavano il botteghino. Tutti seduti sulle poltrone a vedere come sarebbero stati gli anni 2000, a immaginare invenzioni incredibili, presenti paralleli, robot, robe volanti, alieni, teletrasporto, turismo spaziale fai da te e mai che uno abbia ipotizzato che saremo stati tutti connessi a internet tramite il telefono.

Per quanto riguarda il look, di sicuro non indossiamo tutine multicolor né portiamo capelli cotonati ma siamo del tutto sicuri che un giorno rideremo del look degli hipster come oggi lo facciamo con quello dei nostri genitori da giovani.

 

Arnold Schwarzenegger con la tutina in The Running Man, 1987

 

Purtroppo non abbiamo ancora la macchina del tempo, come la Delorean di Doc nella trilogia di Ritorno al Futuro (1985), però per le Nike che si allacciano da sole e gli skate volanti ci stiamo attrezzando.  Il videotelefono ce l’abbiamo già e si chiama Skype (ma anche WhatsApp) mentre non ci inviamo più i fax, ma lettere elettroniche. Ma questo siamo sicuri lo sappiate già.

 

Il vero 2015 contro le sue aspettative maturate negli anni 80 in Ritorno al Futuro 2

 

Il robot Johnny 5 di Corto Circuito (1986) non gira in tutte le case, però la robotica ha fatto passi da gigante e ce ne sono di tutti i tipi: quelli che ti battono a morra cinese, quelli che si sfidano a duello e gli androidi che sembrano bambini. Questi ultimi sono senzienti ma meno fighi del simpatico Numero 5.

 

Il robot di Corto Circuito visto da Edoardo D’Amore

 

D’altra parte ci sentiamo di escludere che nel 2019 anni saremo invasi dai replicanti, robot dalle sembianze umane da utilizzare come forza lavoro come accade in Blade Runner (1982). Per come stanno ora le cose, più che in un 2029 in cui le macchine hanno preso il sopravvento sugli umani come in Terminator (1984), quello che si aspetta sarà il conflitto uomo macchina su come trovare parcheggio la sera.

 

Il poster ufficiale del primo mitico Terminator

 

L’interattività invece è diventata una cosa normale. Dalla Wii della Nintendo in poi, possiamo vivere una versione economica della realtà virtuale stando comodamente nel proprio salotto di casa e le maggiori consolle sono tutte connesse per i giochi online. Certo, non sarà esattamente come in Tron, in cui Jeff Bridges entrava letteralmente dentro il gioco, ma ci stiamo attrezzando.

 

 

Un po’ come per la tv, che nel 2015 è soprattutto on demand, connessa agli hard disk e a internet, sempre più schermo del computer, sempre meno televisione tradizionale. Non è dato sapere se abbia mai risucchiato qualcuno, come avviene in Videodrome (1983) di David Cronenberg, ma di sicuro i programmi segreti, in codice che in quel film uccidevano la gente si trovano lo stesso. No, non stiamo parlando del dark web. Guardate per un pomeriggio intero le tv regionali dei canali dall’11 al 19 del digitale terrestre. Se alla fine siete ancora vivi scriveteci e vi abbracceremo forte.

 

James Woods entra letteralmente nella tv in Videodrome

 

Vi ricordate Essi Vivono (1988) di John Carpenter o Brazil (1985) di Terry Gilliam? Il mondo è diventato un posto invivibile, dominato dalla burocrazia o dalla politica, sulla falsariga di 1984 di Orwell. Non sappiamo dirvi se sia davvero così, ma di sicuro Facebook è diventato un megafono privilegiato per complottasti di ogni genere.

 

Svegliaaa!!1!

 

Una cosa però l’avevano vista giusta negli anni 80: Wargames (1983), in cui Matthew Broderick entra nel computer della Nasa e fa scoppiare la Terza Guerra Mondiale. Praticamente il proto hacker, un Anonymous di 30 anni prima.

 

Gli hacker degli anni 80

 

Nel futuro di Mad Max, la Terra è desertica, non c’è più  acqua e l’aspettativa di vita è inferiore a quella medievale. Di tutti i sogni che potevamo realizzare, è diventato realtà proprio quello di George Miller, il regista della saga. Infatti dagli anni 80 a oggi il riscaldamento globale ha sciolto ghiacciai e ha aumentato la temperatura del pianeta. L’industrializzazione selvaggia e l’enorme quantitativo di lacca per capelli usata proprio in quel decennio ha velocizzato non poco il processo. Se poi siete amanti del look di Mad Max, basta che andiate in un qualche rave in una fabbrica abbandonata e di modelli ce ne sono quanti volete.

 

Un punkabbestia col cane. Ah no, è Mad Max.

 

Nel caso siate preoccupati per la mancanza di giustizia e di ordine pubblico, potete sempre sperare in Robocop (1987), il robot ibrido, Euro 6 che che agguanta i criminali e li fa fuori seduta stante. Ok, la cinematografia americana degli anni 80 era un filino di centrodestra ma se ci pensate, oggi la cosa che più si avvicina al robot poliziotto è il drone che viene mandato nelle zone sensibili di guerra per carpire informazioni o il robot artificiere, che si avvicina alla presunta fonte esplosiva senza pericolo per gli esseri umani. Per quanto riguarda la tecnologia dei missili intelligenti e degli aerei senza pilota: rimandata a settembre.

 

Il videogioco di Robocop

 

Dunque, se volete sfuggire alle catastrofi (ma qui entriamo nel territorio cinematografico anni 90, quello della fine del mondo), potete pensare di farlo alla maniera degli anni 80 e prendere un’astronave alla ricerca di mondi sconosciuti, come accade in almeno 1000 film di fantascienza di quel periodo. Oggi però il turismo spaziale non è esattamente alla portata di tutti, costa svariati milioni di dollari e c’è sempre il rischio che i gitanti cosmici tornino con un regalino alieno nell’astronave, che sia buono come E.T. o cattivo come Alien.

 

 

Alla fine, con tutta questa nostalgia di ritorno e tutta la voglia che abbiamo di guardare i film degli anni 80, di ascoltare la musica degli anni 80 e di vivere spensierati alla moda (indovinate) degli anni 80,  l’unica invenzione di cui davvero avremmo bisogno è la piscina che fa ringiovanire, come quella di Cocoon (1985).

 

I vecchietti contenti di Cocoon

 

Simone Stefanini

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Simone Stefanini

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