(Una rappresentazione grafica della tua adolescenza)
Ho dovuto sceglierne 10, quindi vi dico subito che Twin Peaks non c’è perché gioca in un altro campionato, che quelli degli anni 80 non ci sono perché non so se l’avete capito ma ora la nostalgia ce l’hanno i 30enni e se siete tra quelli che si ricordano tutte le serie anni 80, ora ne avete 40 di anni.
Ho dimenticato Will e Grace, Dharma e Greg e quella di cui non ricordo il titolo del tizio che leggeva il giornale del giorno dopo, con il gatto magico e l’amica cieca. Mi dispiace anche per Xena e Francesca Cacace (la Tata), sarà per un’altra volta.
Sigla!
Beverly Hills 90210
https://www.youtube.com/watch?v=yE4Gr8psSxU
Il capitolo uno del diario dell’adolescenza. La scuola, i primi baci ed il look impossibile degli anni 90, interpretati dagli stereotipi dei giovani americani, tranne Dylan che di anni ne aveva quanti il signor Walsh (che in teoria sarebbe potuto essere suo padre). La bella era Brenda ma poi tutti si innamoravano di Kelly, Brandon invece era talmente noioso che avrebbe fatto addormentare anche Sasha Grey. La sigla è l’assolo di chitarra/sax più famoso nella storia della televisione.
Melrose Place
Il lato oscuro di Beverly Hills 90210: sigla con l’assolo, attori vestiti in quel modo lì ma più grandi, infatti avevano l’età di Dylan. Le storie sono torbide, la vida è più loca, però alla fine ha avuto meno successo, perché nessuno vuole davvero crescere, ammettiamolo.
Friends
6 ragazzi strambi condividono appartamento, amori e confidenze per 10 anni. Poi alla fine della serie, le tre ragazze diventano famose, gli uomini invece no. Comunque la canzone è “I’ll be there for you” dei The Rembrandts e non è possibile non ascoltarla senza battere quattro volte le mani al minuto 00.17 (cha cha cha cha). Il bignami della convivenza.
Scrubs
Ne ho già parlato di recente quindi non mi dilungherò. La canzone è “I’m no Superman” di Lazlo Bane ed è una delle 1000 che ti rimangono in testa guardando tutte le stagioni. La serie tv con la migliore colonna sonora di tutte, non c’è gara.
Dawson’s Creek
L’amore adolescente, peccato che gli attori abbiano quasi 30 anni. Dawson ha la fronte spaziosa come la Croazia, Pacey è cicciottello (infatti fa sollevamento Pacey, grazie mille lo so che è vecchia ma è sempre vincente) e Joey è l’amore di tutti, infatti non gliene va mai bene una.
La sigla è “I don’t want to wait” di Paula Cole, che ogni italiano che si rispetti ha ribattezzato Ainouonauei.
Willy, il principe di Bel Air
https://www.youtube.com/watch?v=_jUTHzX9ztc
Will Smith è uno del ghetto ma viene spedito dagli zii a Bel Air perché è un mondo difficile là fuori e lui all’inizio non ci si trova granché, ma poi obbedisce alla legge: meglio ricco che povero. Il migliore, chiaramente, è Carlton:
La sigla è la traduzione di quella originale e se non sapete com continuare “Hey questa è la maxistoria di come la mia vita cambiata, capovolta, sottosopra sia finita…” vuol dire che non avete mai avuto una giovinezza.
Una mamma per amica
Anche il più macho tra di voi si è incazzato almeno una volta per la perfezione di Rory o perché Lorelai e Luke non si mettevano insieme come invece era chiaro che avrebbero dovuto fare fin dalla prima puntata. Comunque è il rapporto genitori figli sempre sognato e poi c’è Sebastian Bach degli Skid Row che suona coi ragazzini. La sigla è una canzoncina, però rimane in testa.
Buffy l’ammazzavampiri
https://www.youtube.com/watch?v=Pp_uS59WmQs
Una tizia che si chiama come i peli che crescono tra naso e bocca, però ammazza i vampiri e i demoni in questo telefilm tra il gotico e l’adolescenziale. La sigla è un pezzo punk metal tra il gotico e l’adolescenziale. Cosa vi aspettavate? Non l’ho mai guardata ma so che a molti di voi piace, quindi non discuto.
Baywatch
Una serie in cui ci sono David Hasselhoff e Pamela Anderson sempre in costume da bagno. C’è chi il paradiso se lo immagina peggiore. La sigla mette le ali più della Red Bull.
Settimo Cielo
Ci siamo. L’ho voluta tenere alla fine per darle ancora più risalto. Questa serie tv (lo so, ai tempi si chiamavano telefilm, ma ormai è così) ha rovinato la gioventù. Una famiglia disfunzionale formata da un prete ammogliato (ora l’attore è accusato di pedofilia. Per dire.) che genera figli ogniqualvolta entri in calore e ai quali vieta tutto: la musica rock, quella pop, la droga, l’alcol, l’omosessualità, l’eterosessualità, la scelta del credo, le serate fuori con gli amici, le parolacce, la tv, il libero arbitrio, ogni seppur noiosa forma di divertimento. Non c’è da stupirsi se poi la piccola di casa, Ruthie, crescendo sia diventata così:
Cosa ne penserebbe Gesù? Eh? Eh? Forse sarebbe stato meglio farla uscire un po’ di più, povera figliola, invece di farla stare in una famiglia al cui confronto quella della Casa nella Prateria era tutta gioia. Ok. Adolescenza buttata via.