TV e Cinema

Perfect Days, un classico contemporaneo

Perfect Days di Wim Wenders è la quintessenza di cosa voglia dire essere un classico contemporaneo.

Il protagonista di Perfect Days

Dopo aver visto due volte al cinema Perfect Days di Wim Wenders (la prima doppiato, la seconda in lingua originale) mi sono chiesto come mai un film del genere, sicuramente non di difficile comprensione ma neppure il più pop del mondo abbia avuto, anzi stia avendo una reazione così calorosa da parte del pubblico che, anche ieri, in un primo pomeriggio piuttosto grigio di Milano, ha affollato la sala di proiezione. Sicuramente il nome e la nomea di Wim Wenders, un regista a dir poco mitologico, ha fatto il suo, promettendo, diciamo così, un livello qualitativo sicuro e certo ma, credo, si sia andati anche al di là. Perché quello che è mancato nelle tante, alcune delle quali belle, recensioni a proposito di questo film è il fatto che il meraviglioso protagonista, Hirayama, interpretato da un eccelso Kōji Yakusho, dica la sua parola qualcosa come quaranta e passa minuti dopo l’inizio del film. Già, avete capito bene: la storia di questo addetto alla pulizia dei bagni di Tokyo è fatta quasi come se fosse un film muto, dove la parola è di secondaria importanza e a contare veramente ci sono i gesti, la postura del corpo, i movimenti degli sguardi e le palpitazioni del cuore.

Ecco, mi sono detto, mentre prendevo la metro per tornare a casa, questo film di Wenders è tanto prezioso perché, in netta controtendenza con tanti/troppi film commerciale (e anche qualche film impegnato), non ha alcun tipo di pretesa di farci la morale o di volerci insegnare qualcosa. No, “semplicemente, è qui le virgolette sono d’obbligo, Wenders mette in scena una commedia umana di un uomo solo e solitario ma che in questa sua solitudine non si dispera ma anzi trae energia dalla somma di piccole cose che, ogni giorno, fa perché quello è il momento preciso di farlo e perché questo è quello che va fatto. E sono gesti, azioni, cose minime, come, ad esempio, curare delle piccole piantine colte a caso in giro, oppure fare bene il proprio lavoro, con meticolosa accortezza e precisione o, ancora, leggere un po’ di pagine di un romanzo ogni sera, svegliarsi al mattino e guardare il cielo e sorridere, bere un caffè da un distributore e partire a lavoro, con il proprio furgoncino, mentre, rigorosamente tramite audiocassetta, si ascolta la musica della propria vita.

.Perfect Days…anche una storia di bagni pubblici

Sì, dev’essere proprio così. Wenders, in maniera impeccabile e maestosa, ha costruito una grande commedia del togliere, dove al di là della posa o della moda il personaggio di Hirayama ti entra nel cuore, diventa una persona di famiglia, si ha voglia di passare la serata assieme a lui, un po’ come cantava Lucio Dalla e Francesco De Gregori ” Che ci fa lasciare la bicicletta sul muro/ E camminare la sera con un amico/ A parlà del futuro”. Senza volere anticipare troppo della trama, verso il finale, la sua figura poi prende una certa ombra, si fa trimendensionale e personalmente questa è stata una scelta che ho apprezzato molto. Insomma, Perfect Days è un grande film di un grande regista con ,almeno, un grande attore. Avete voglia anche voi di capire che cosa voglia dire 木漏れ日?

Mattia Nesto

Fa che la morte mia, Signor, la sia comò 'l score de un fiume in t'el mar grando

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Mattia Nesto

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