TV e Cinema

Perché l’ipotesi Bohemian Rhapsody 2 spaventa più di un film horror

Vorremmo smettere di parlare di Bohemian Rhapsody, dopo la recensione non ortodossa del film e il pacato commento sull’Oscar a Rami Malek, ma, ahinoi, il flusso inarrestabile di notizie riguardanti il musicarello più visto di tutti i tempi non si esaurisce e ogni volta alza la posta, fino all’inaspettato, all’incredibile: la voce insistente riguardo un sequel per il film.

A parlarne è stato Rudi Dolezal, regista di molti video dei Queen, che dal nulla se ne viene fuori col fatto che, dopo l’enorme successo riscontrato dal film, la “famiglia Queen” potrebbe dare un seguito della storia, che riparta dal Live Aid, il momento magico per alcuni, Tale & Quale per altri, con cui finisce il biopic.

Un’ipotesi insensata, folle, assolutamente fuori da ogni canone civile e quindi molto possibile, vista l’esigenza di raschiare ogni barile rimasto dall’eredità di Freddie Mercury da parte di due suoi ex compagni di band: Brian May e Roger Taylor. Come già sappiamo, Bohemian Rhapsody prima e la versione karaoke dopo, sono stati un successo planetario per un film dalla discussa regia, dai molti aggiustamenti in corsa e artisticamente valido al pari di una fiction Rai, ma ormai ha fatto il botto e bisogna convivere con questa aberrazione nella storia del cinema. Ciò che possiamo fare è impedire che si riproduca.

Tutti i veri fan dei Queen dovrebbero marciare sotto i castelli (ipotizziamo) di Taylor e May, chiedendo di rispettare la memoria del loro compagno defunto, poiché è palese che Bohemian Rhapsody non fosse la prima parte di una storia in due parti, ma un film con un inizio, uno svolgimento e un finale tipico dei biopic: foto/video del personaggio reale con frase che sembra scritta sulla lapide: Freddie Mercury è morto il 24 novembre del 1991 etc. etc.

Al netto della possibile trama di un sequel sulla vita di Mercury, in questo caso si dovrebbe parlare solo del declino della star, della malattia e della sua vita intima, appena sfiorata ed edulcorata oltremodo nel film originale. Oppure inventare trame sci-fi fantasy in cui Freddie risorge, vola, salva il mondo, si unisce agli Avengers. In ogni caso, non c’è nessuna necessità di prendere parte per la seconda volta alla stessa celebrazione. Se la prima per certi versi è stata discutibile, la seconda sarebbe ridondante oltre ogni limite e di certo Freddie Mercury, così geloso della propria vita privata, non vorrebbe un musicarello strappalacrime a rappresentarlo.

Fan dei Queen, non fatevi ingannare dalle condivisioni facili di social o dalla ritrovata celebrità postuma per uno dei vostri miti: Bohemian Rhapsody 2 potrebbe essere uno sbaglio fatale. Se Rami Malek non troverà più un ruolo così potente o May e Taylor non suoneranno più musica originale che valga la pena di essere ascoltata, questi sono affari loro, che niente hanno a che vedere con la vita di Freddie Mercury.

The Show (qualche volta) Must Go Off.

Simone Stefanini

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Simone Stefanini

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