Manodopera di Alain Ughetto è un trionfo di inventiva, dolcezza e storia, oltre che di vita. Uno dei film migliori del 2023.
Che bello quando al cinema arrivano film come Manodopera, distribuito da Lucky Red, uno di quei gioielli che non capitano spesso e che è sempre una festa intercettare. Il nuovo lavoro di Alain Ughetto, infatti, è un’opera dalla forte impronta autobiografica dato che, a conti fatti, parla della famiglia dello stesso Ughetto, segnatamente del nonno e della nonna, due (e)migranti italiani che dal Piemonte di inizio Novecento si trasferiscono, dopo numerose peripezie, in Francia. Non è un caso che il titolo originale è Interdit aux chiens et aux Italiens proprio a significare come, cambiando gli anni e i soggetti, il razzismo è sempre stata una costante per i “nuovi arrivati” in un Paese straniero. Il film è davvero un trionfo dell’inventiva del cineasta francese che, con un vero e proprio tocco di classe, ogni compare in scena con le proprie mani, proprio a significare la dimensione meta dell’opera. Eppure se state pensando a un film particolarmente pesante, criptico oppure peggio ancora vi state sbagliando di grosso: si tratta di una “pellicola”, come si diceva una volta, godibile per tutti, con momenti ora buffi ora teneri, spezzoni veramente molto drammatici e tragici ma anche ricolmo di gioia di vivere e amore, per la vita e per le altre persone.
Si presenta così la famiglia degli Ughetto, una famiglia larga, con tante, anzi tantissime figlie e figli, che però, ahinoi, alle volte terminano troppo presto la propria vita. Una vita allegra, ma anche “grama”, fatta di una fatica bestiale, passata tra i pascoli, i valichi di montagna e anche i tunnel della ferrovia, la modernità del nuovo secolo che si traduce in tanto lavoro in Francia e Svizzera ma con impieghi da “bestie”, spesso pericolosi e malpagati. Ogni riferimento ai migranti di oggi, è voluto, puntuale e giusto, sia a livello etico che storico. Eppure, nonostante tutto, gli Ughetto vivono, amano e si vogliono bene, nonostante le tante bocche da sfamare e i pochi soldi, il Fascismo che morde le caviglie e i soprusi a destra e a manca. Già perché il nonno Ughetto ha un sogno: trovare il proprio “Paradiso”, ovvero un pezzo di terra, tutto per loro.
Ci sono momenti poetici, sognanti e tragici in questo film, così come il cinema dev’essere e poi gli adorabili modellini di Ughetto, animati da una stop-motion splendida che si scambiano baci e carezze, mangiano la polenta quando viene sera e spaccano le pietre per assicurare i collegamenti tra Francia e Italia. Alle volte poi vanno in bicicletta, poi tagliano pane e salame durante un picnic su un pratone in alta montagna e quindi si vogliono bene, tanto bene. Insomma vivono. Manodopera è una bellissima storia di vita, Storia e amore: uno dei film migliori non solo di quest’anno ma degli ultimi anni.