Ci sono due tipi di persone: quelli che conoscono Taika Waititi e quelli che sbagliano. Purtroppo, nel trailer del suo ultimo film Jojo Rabbit, candidato agli Oscar, viene ricordato solo per la regia mainstream di Thor: Ragnarok, ma Waititi, punta di diamante del cinema neozelandese, è molto, molto di più. Esordisce con Eagle vs Shark nel 2007, il film indie perfetto, una storia d’amore malata, divertente e assolutamente fresca, come non l’avevamo mai vista prima. Suo è anche What We Do in the Shadows, il mockumentary sui vampiri urbani che ha dato vita alla serie tv dallo stesso titolo, sempre ideata dal suo genio. Poi Selvaggi in fuga e Thor, ma dopo. Se non avete capito, Taika Waititi è un pazzo bravissimo, ma nessuno avrebbe sospettato che avrebbe interpretato Hitler simpatico in un film candidato agli Oscar, e invece…
Jojo Rabbit, il suo ultimo film, ha ricevuto ben sei nomination all’Oscar tra cui: Miglior film, Miglior attrice non protagonista (Scarlett Johansson), Miglior sceneggiatura non originale.
Partiamo da quest’ultima nomination e parliamo un po’ della trama: il fim è un adattamento molto libero del romanzo Il cielo in gabbia di Christine Leunens, ma mentre il libro è dannatamente serio, il film è una commedia nera, che presto diventa dramma senza perdere mai la battuta geniale, che cambia il tono del film. Trama: siamo nella Germania nazista del 1945 e Jojo è un bambino di 10 anni che vive con la madre Rosie e una passione sfrenata per il nazismo, che lo porta ad avere un Adolf Hitler idealizzato come amico immaginario. Tenta di arruolarsi nella gioventù hitleriana ma, in seguito a un incidente, torna a casa invalido e fa la conoscenza con Elsa, la ragazza ebrea che sua madre nasconde in una falsa parete. Per ora vi basti così.
Se avete sempre vivido in testa il ricordo dei singhiozzi profusi dopo la visione de La vita è bella, sappiate subito che qui si esplorano altri registri, nonostante di base si tratti di una dark comedy sul nazismo. Niente è così estremo, spesso sembra di assistere al tono dei film di Wes Anderson, ma la mazzata, quando arriva, coglie dritto il punto.
Le musiche sono eccezionali e vanno a ripescare classici dei Beatles o di Bowie cantati dagli stessi autori in tedesco, il montaggio è serrato quando serve, ma di base è un indie movie che sbarca a Hollywood. Gli attori sono straordinari: Scarlett Johansson interpreta Rosie, la madre del protagonista ed è magnifica nonostante il ruolo spesso sopra le righe, Roman Griffin Davis è Jojo e non si capisce come non sia candidato agli Oscar, vista la sua bravura. Sam Rockwell è un capitano nazista talmente scazzato che alla fine prendi in simpatia, così come Rebel Wilson che interpreta Fräulein Rahm, la fanatica del Reich. Eccezionale è anche l’attrice neozelandese Thomasin McKenzie che interpreta Elsa, la ragazza ebrea. Dalle sue espressioni passa tutto il dramma, la paura e il desiderio di rimanere viva nonostante l’orrore.
Poi c’è Hitler, ma non il bastardo vero, quello idealizzato dal bambino, che mangia carne di unicorno e vuole sterminare gli ebrei perché sono mostri con le squame e le corna, che lanciano raggi dagli occhi. Non gli vuoi mai bene, nonostante la versione immaginaria. D’altra parte, come dice l’adorabile Yorki, l’unico amico vero di Jojo: “Decisamente non è un buon momento per essere un nazista”. Ah, quanto vorremmo che lo fosse anche nella vita reale.