eva green casa ragazzi speciali burton
TV e Cinema
di Mattia Nesto 22 Settembre 2016

Eva Green: i film da The Dreamers alla Casa per Ragazzi Speciali di Tim Burton

Aspettando l’uscita nelle sale di Miss Peregrine, ripercorriamo la carriera di un’attrice che ci ha davvero fatto sognare

 

Il 29 settembre arriverà nelle sale cinematografiche italiane il film di Tim Burton  Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali. Protagonista del film? Eva Green. Questo è già un ottimo motivo per parlare di Eva Green, ma del resto è sempre un buon momento per parlare di Eva Green. Per cui: parliamo di Eva Green.

Che Eva Green, a giusta ragione, possa turbare i sonni di più un appassionato di cinema, è cosa nota e risaputa. L’attrice francese infatti, sin dal suo esordio nel 2003 con The Dreamers di Bernardo Bertolucci, uno dei film più spernacchiati e criticati degli ultimi trent’anni ma che, nonostante tutto e tutti resiste e viene ancora largamente citato e condiviso su Tumblr e Instagram, si è segnalata per la sua avvenenza totale, un sex-appeal deflagrante e un corpo che, più di un regista, si è divertito a mostrare senza veli.

Nelle vicende del maggio francese di The Dreamers Eva Green interpreta Isabelle, giovane della buona borghesia francese che, assieme al fratello (anch’egli bellissimo) Theo, la cui parte è stata affidata a Louis Garrel, instaura il classico ménage à trois con Matthew, un giovane studente americano venuto a Parigi per studiare cinema, interpretato da Michael Pitt.

Il film, fondamentalmente, finisce qui e, al di là della pochezza dei dialoghi e di un citazionismo che sfiora il ridicolo, ce lo si ricorda soprattutto per le, va detto, superbe scene di nudo della Green che, da allora, si installa armi e bagagli fortemente nell’immaginario erotico di tutti noi.

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A questo punto però nella carriera di Eva Green si impone una svolta: infatti dopo aver fatto il “grande salto” dal mondo della moda (dove lei ha mosso i primi passi) a quello del cinema, ora bisogna scegliere se puntare tutto sulla bellezza oppure affinare le proprie qualità di attrice. La successiva carriera di Eva Green si muoverà appunto in questo solco.

Dopo The Dreamers, arriva nel 2005 l’affermazione a livello internazionale con Kingdom of Heavens di Ridley Scott (da noi conosciuto come Le Crociate) dove Eva interpreta Sibilla di Gerusalemme, la figlia del re della città crociata. Ora, pur avendo avuto un buon successo al botteghino e averla fatta conoscere ad un pubblico più internazionale, il film non mostra più di tanto le qualità attoriali della Green che ha pochissime battute e appare in sparute scene: la ribalta è tutta per la storia, una storia molto “a stelle e strisce”, del giovane maniscalco che diventa cavaliere di Gerusalemme: quel maniscalco è interpretato da Orlando Bloom.

Il successo vero arriva con Casino Royale del 2007, quando la francese veste i panni della bond-girl a fianco di Daniel Craig, all’esordio come 007. Il film è riuscitissimo e riesce a sfondare anche tra i non-appassionati dell’agente al servizio segreto di sua Maestà creato da Ian Fleming.

Vesper Lynd (questo il nome del personaggio affidato ad Eva Green) è una delle bond-girl più apprezzate, perché non solo è avvenente e sexy come si conviene ma è anche intelligente, scaltra e furba e per quasi tutto il film riesce a farla sotto il naso al biondo e muscoloso britannico in smoking.

 

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Dopo questo grande successo della Green si perdono un po’ le tracce: l’attrice è impegnata in pellicole di non eccelsa qualità e di scarso successo, facendo temere un rapido quanto inaspettato declino. A far tornare parlare di sé ci pensa però  Tim Burton (regista che tornerà nella sua carriera), che la sceglie per affiancare  Johnny Depp in Dark Shadows del 2012, film che annovera un cast di tutto rispetto (tra gli altri, Helena Bonham Carter, Michelle Pfeiffer e Jonny Lee Miller).

Tratto da una soap-opera degli anni ’60, molto seguita in America, il film comunque non è un granché (a molti criticoni è servito per certificare il definitivo tramonto della vena creativa di Tim Burton). Eva Green si salva grazie alla classica interpretazione tutta sensualità, furberia e un pizzico di cattiveria: anche nella versione bionda ossigenata insomma non è affatto da buttare via.

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Arriviamo ora al momento dei “capitoli secondi”. Ovvero la Green si trova ad interpretare, per di più uno dopo l’altro, il seguito di due film che, nella prima decade del 2000, avevano letteralmente segnato l’immaginario cinematografico e non solo: stiamo parlando del già citato 300 – L’Alba di un Impero e di  Sin City – Una donna per cui uccidere di Robert Rodríguez e Frank Miller.

In entrambi i casi (ambedue usciti nel 2014) nonostante, occorre ribadirlo subito, i film siano stati fortemente osteggiati dalla critica (riscuotendo un mediocre risultato in fatto di vendite) sono stati importantissimi per Eva Green al fine di imporsi, caso mai ce ne fosse bisogno, come icona sexy di questi anni. Infatti, sia nel caso di 300 – L’Alba di un Impero sia in Sin Cityl’unico plausibile motivo per vederli sono le scene scollacciate in cui è assoluta protagonista Eva Green.

300- L’Alba di un Impero, dove si racconta la battaglia di Capo Artemisio (quella in cui gli ateniesi, fondamentalmente in contemporanea della più celebre battaglia delle Termopili, le suonarono grandemente alla flotta persiana), non raggiunge mai neppure una stilla dell’epicità del capitolo “spartano” (che trasforma anche il più smunto e pacifista dei ragazzetti in un palestrato assetato di sangue dei “Medi lunghichioma”).

Ugualmente il prosieguo di Sin City pare essere uno squallido tentativo di far rientrare il maggior numero possibile di scene di nudo di Eva Green in un film. In fatto di momenti più o meno sexy anche in 300 “versione seconda” il discorso è equivalente (con tanto di scene simil-sadomaso piuttosto imbarazzanti): basta fare una rapida ricerca su internet scrivendo il nome di questi due film e il primo risultato sarà “Eva Green hot scenes”. Ma vediamo una .gif.

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Però, proprio in questi anni, arriva la, ad oggi, migliore interpretazione dell’attrice francese,. Eva Green dall’11 maggio 2014 fino al 19 giugno 2016 è stata una delle colonne portanti di Penny Dreadful, la meravigliosa serie di horror-ottocentesco firmata Showtime.

Ispirata al celeberrimo fumetto The League of Extraordinary Gentlemen di Alan Moore, la serie si segnala per la perfetta evocazione della Londra del XIX secolo in cui vediamo muoversi i più celebri e noti dei mostri, personaggi misteriosi e creature della letteratura di quel periodo: da Dorian Grey a Frankenstein, passando per vampiri e mostri a ripetizione.

Qui Eva Green è Vanessa Ives, assistente di Sir Malcolm Murray, aristocratico appassionato dell’occulto che dà la caccia alle creature dell’oltretomba ed agli spiriti.

Di grande successo, Penny Dreadful dimostra tutto il talento di Eva Green che, finalmente smessi i panni “della bella per essere bella”, mostra tutta la sua carica allucinata ed inquietante, con scene memorabili (e citate a memoria dai fan) di possessioni varie ed eventuali di spiriti, spiritacci e spiritelli. In costante bilico tra l’orrido e il celestiale, Eva Green qui è davvero perfetta.

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Anche l’ultima avventura cinematografica della Green, Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali, ancora una volta per la regia di Tim Burton, pare andare verso questo filone.

Come ha scritto Gabriele Ferraresi in questo pezzo , sin dal trailer si riesce ad intuire “tutta la fantasia sfrenata cui il cineasta ci ha abituato negli ultimi decenni, potenziata da effetti speciali di ultima generazione e con quel twist dolce, ma che sa diventare in un attimo angosciante che da sempre amiamo in Burton“.

In uscita nelle sale italiane il prossimo 29 settembre, questo film, oltre a non farci più nella pelle per l’attesa, ci riempie anche di curiosità per vedere se Eva Green, una volta per tutte, ha allontanato da sé il ruolo della femme fatale a tutti costi.

Lei è anche brava (e pure molto) e alle prese con bambini dotati di poteri inconsueti e bizzarri potrà, ne siamo sicuri, dimostrare tutto il suo talento: che il 2016 non venga ricordato come l’anno dei bambini con superpoteri?

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