TV e Cinema
di Mattia Nesto 18 Dicembre 2018

Epico, brutale, selvaggio: Il Primo Re promette bene

Il Primo Re non è ancora uscito ma ha tutte le carte in regola per farci andare in fissa

Poco fa è uscito il trailer de Il primo Re, il film di Matteo Rovere con Alessandro Borghi e Alessio Lapice, in uscita il prossimo 31 gennaio che già si candida come una delle grandi novità della prossima stagione cinematografica. Già perché in quel minuto e quarantadue secondi c’è più atmosfera, sono proposte più scene fighe ed è presente più azione di quasi l’80 per cento degli ultimi film italiani usciti da dieci anni a questa parte. Il trailer de Il Primo Re è epico, cazzuto e brutale: quello che ci voleva per farci digerire l’esclusione di Dogman dalla shortlist del Miglior Film Straniero insomma.

Innanzi tutto va detto che la scelta di Alessandro Borghi, che ormai è passato da enfant prodige del nostro cinema a vera e propria architrave di esso, è quantomai azzeccata. Infatti Il Primo Re ha l’ambizione di raccontare il mito di Romolo e Remo e la fondazione, nientepopodimenoché, di Roma in maniera innovativa e contemporanea.

E da quanto si vede in questo trailer sembra che il regista Rovere ce l’abbia fatta. Le atmosfere sono cupe e barbariche, a metà strada tra un Dark Souls cinematografico e una riproposizione all’italiana di Vikings (con una spolverata di Revenant giusto?), mentre l’assenza di qualsivoglia battuta non fa che accrescere la curiosità sulle vicende che saranno proposte su schermo. Vicende che, da quanto si riesce a capire dal trailer, saranno brutali, sanguinarie e assolutamente senza pietà: azioni senza pietà per una (fanta) epoca che non ne aveva per nessuno, insomma (con buona pace della pietas di Enea ovviamente).  Questa è la storia di un fratricidio violento, una lotta di potere sanguinaria, un racconto di faide famigliari. E dal trailer tutto questo lo si comprende alla perfezione.

Ma dicevamo di Borghi, giusto? Beh è innegabile che, oltre all’oggettiva bravura del dato autore, c’è anche il fattore “manzo da competizione” che può avere un peso, specie per attirare una fetta di pubblico un po’ più ampio dei soliti appassionati di battaglie tra antichi guerrieri armati di spada e scudo.

Tuttavia, e volutamente non l’abbiamo voluto dire prima, un’altra cosa che ci fa andare in fissa per questo film è che è stato recitato interamente in latino. Sì, avete capito bene anzi neppure in latino classico ma in una sorta di proto-latino che è stato ricostruito sulla base dei più recenti studi in campo di glottologia classica. Ecco allora che i contorni dell’opera appaiono molto più chiari: ovvero rinverdire il genere dei “peplum” (così erano chiamati, negli anni Sessanta, i film con ambientazioni tratte dalla Storia Antica) inserendoci un immaginario da videogioco fantasy (Borghi come novello Kratos?) con però il boost in più dell’aderenza storica il quanto più possibile aderente al vero.

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