Si chiama Dragonfly Eyes ed è il primo film realizzato sfruttando solo le immagini registrate da telecamere di sorveglianza sparse in tutta la Cina. A firmarlo è l’artista cinese Xu Bing, che con la sua squadra ha scaricato e analizzato centinaia di ore registrate da telecamere di controllo che hanno ripreso situazioni di ogni tipo: gente che andava al tempio, altra che acquistava prodotti in negozio, fino a persone che semplicemente camminavano per strada. Nessun hacking, tutto materiale liberamente accessibile online.
Dopo un infinito lavoro di catalogazione e divisione, Xu Bing è riuscito a mettere in fila il materiale fino a creare una vera e propria storia, ambientata in diversi luoghi e interamente basata su quei filmati. Ovviamente c’è un problema di base legato al fatto che si tratta di un film senza dei protagonisti, in cui al posto degli attori ci sono cittadini comuni che non obbediscono ad alcuna parte in copione. Per questo motivo è stata inserita nella storia anche un inevitabile cambio di volto attraverso la chirurgia plastica.
Presentando Dragonfly Eyes, Xu Bing ha spiegato che la parte più interessante del lavoro è stata senza dubbio la visione di tutto il girato grezzo, che gli ha dimostrato oltre ogni possibile dubbio quanto la nostra società abbia ormai abbandonato il concetto stesso di privacy. Si può pensare che ci siano telecamere nei negozi, ma -sostiene il regista- in pochi potrebbero pensare alla videosorveglianza in un tempio buddista. Invece è così: la presenza della videosorveglianza è talmente capillare da permettere di creare un intero lungometraggio. Un esperimento estremo e potentissimo.
Dragonfly Eyes è stato presentato all’ultimo Toronto International Film Festival
[via https://qz.com/1114178/chinese-artist-xu-bing-created-dragonfly-eyes-a-film-made-entirely-with-surveillance-footage/]
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