Ieri ho guardato una puntata intera di Colpo Grosso. Era una cosa che volevo fare già da qualche tempo, da quando ho visto le repliche su Mediaset Extra, non tanto per riprovare il brivido blu della prima sega col pericolo di essere sgamato dai miei (l’unica tv era in sala, mica come oggi che sul telefono c’è tutto), quanto per capire in maniera approfondita la società degli anni ’80/’90, quella che oggi appare come unico riferimento storico di tutti, anche dei millennials che in realtà non sanno di cosa stanno parlando.
La puntata in esame è fa parte della gloriosa stagione 89/90, a metà del corso naturale della trasmissione (andata in onda dal 1987 al 1992) quindi perfetta per dannarmi l’anima con questa storia della sociologia. Si parte subito male, perché la famigerata sigla “Cin cin – cin cin ricoprimi di baci cin cin – cin cin assaggia e poi mi dici”, quella con cui entravano le Ragazze Cin Cin, vero motore dello show, è stata sostituita da un pezzaccio midi su cui le ragazze cantano le profetiche parole “Super super Europe, super super lover, super super girl we love you”
https://www.youtube.com/watch?v=FEZ_MMRQVVo
Fidatevi, ascoltare alcune aspiranti pornostar parlare di Super Europa, ti fa già capire che una trentina d’anni dopo le cose non andranno affatto bene. Però le ragazze nel video appaiono felici, giocano con elettrodomestici mentre sono vestite in modo discinto e alcune di esse hanno le minne di fuori, quindi un po’ ti ci fanno credere.
Ricordiamo ai gentili telespettatori che le notti magiche italiane finiranno esattamente l’8 luglio del 1990, quando la Germania Ovest vince il Mondiale in casa nostra e proietta la sua ombra algida (no, non il gelato) sul nostro ridente paese.
La prima ad apparire in video è la valletta Linda Lorenzi, una meteora dello spettacolo che ricordiamo per la voce nasale, per essere stata la spalla di Corrado in Il pranzo è servito e successivamente per aver tradito l’audience composta da nonne e mamme dopo aver mostrato le bocce a Colpo Grosso.
Ma il personaggio che fremo per incontrare di nuovo è il re dei viveur, il signore della decadenza, il baffo della malizia: Umberto Smaila. Lui è l’incontrastato imperatore del party, il vero ladies man italiano, quello che faceva in pubblico le cose che Silvio faceva in privato, il Signore degli Anelli sì, ma di cipolla.
Di lui, da piccolo, sapevo che era stato nei Gatti di Vicolo Miracoli con Jerry Calà e altri due e poi che era la persona più fortunata sulla terra. Va specificato che nonostante la trasmissione andasse in onda su Italia 7, per via degli strip tease, era in realtà prodotta da Fininvest, ed è subito rimpatriata.
Insomma, l’Umbertone di 30/50 kg fa, inizia la trasmissione, dal suo studio/casinò. Arrivano i concorrenti, nello specifico Ornella e Luca. Ornella reca una rara pettinatura carpiata Avalon con frangia liscia e capello mosso, e pure una cagnolino da borsetta di nome Sharon.
Anche da questo punto di vista, profetessa del paris-hiltonismo di 20 anni più tardi. Luca invece è un giornalista di Milano, appassionato di danze rinascimentali, che non perde occasione di provare in studio con l’affaticato Umberto.
Dopo questo siparietto da Oscar moldavo, finalmente la presentazione delle Ragazze Cin Cin, quelle che da piccolo mi facevano battere forte il cuore mediante la visione del corpo nudo, una pratica che avveniva in due modi soli e il secondo era quello di fingersi già grande di fronte all’edicolante sadico come un gerarca nazista, fare la voce alla Tom Waits e chiedere Blitz o Le Ore, sperando che l’aguzzino approvasse, invece di farci fare la figura di merda davanti agli scandalizzati astanti. Insomma, alla fine Colpo Grosso era meno pericoloso.
I due concorrenti scelgono due ragazze e loro mostrano le minne, chi ha la stella sul capezzolo vince. Intanto appaiono anche la croupier del casinò, una maggiorata abruzzese e Monique, la mia preferita, una biondina con una capigliatura dall’apertura alare dell’albatros urlatore (3,63m) che in quella stagione benedetta mi faceva volare verso la perdita dell’innocenza (e della vista).
Lei faceva parte delle hostess sexy che si spogliavano quando i concorrenti facevano qualche cazzata. Qualche nome? Sirenetta per la Danimarca, Besame Mucho per la penisola iberica e Supersonica per le isole britanniche. Inizia la gara ed è come in un vero casinò, mutuato da una mattinata di scuola elementare. Qualche domanda di geografia alla quale i concorrenti non sanno rispondere e si perdono i soldi. Sapete come si chiamano i solidi con cui giocano? Euro Fiches. Una trasmissione che già alla fine degli eighties sapeva come le banche europee avrebbero giocato coi nostri risparmi.
Finalmente uno dei concorrenti fa una cazzata e quindi si toglie qualche indumento, ballando su una musica latino americana da orticaria mortale. L’Ornella rimane in reggiseno e il mio io di allora ha un sussulto, subito tenuto a bada dal suo corrispettivo odierno, sempre più a disagio.
La vittoria di un concorrente comporta lo strip di una delle hostess. Più uno vince, più capi toglie. E inizia lo spogliarello, il vero highlight della trasmissione. Le ragazze mostrano i seni, ma il nostro reale obiettivo era quello della visione del Santo Graal, quello che noi adolescenti immaginavamo come un’isola dalla forma d’Africa, nera e rigogliosa come la savana. Vi ricordo che ai tempi, anche l’acconciatura vaginale cotonata era oggetto di libidine.
Insomma, una volta sommariamente spogliate le ragazze, c’è una seconda manche e lo strip tease del concorrente Luca, ma dal momento che è in streaming, lo passo volentieri.
Altro momento topico della serata, quello che noi da ragazzini odiavamo sopra ogni cosa, perché toglieva il pathos, è l’esibizione musicale obbligatoria di Umbertone Smaila, che una volta collocatosi al piano, suona un pezzo che tutt’oggi non conosco, con la band tipo quella che t’immagini in una crociera presa al discount.
Alla fine, uno dei due concorrenti vince (ma non vi dico chi, non vorrei incorrere nello spoiler), mentre ormai sono entrambi seminudi sotto una vestaglia.
Le hostess hanno mostrato le tette ma niente Sacro Graal e, dopo i saluti finali, le Ragazze Cin Cin finalmente intonano la loro hit, che mi canto in testa manco fossi a una festa di Mucca Assassina, poi resta il nulla, quello in cui guardi lo schermo e t’interroghi su cos’hai appena visto.
Un riassunto preciso ed esaustivo degli anni ’80, in cui apparire e fare soldi erano l’obiettivo finale della vita, che ha appagato il mio io adolescente, ma che ha gettato nello sconforto più brutale il suo corrispettivo adulto. Mi mancano e insieme mi fanno cagare.
Forse la retromania fa più male che bene. Cin cin.