“Fu in una tetra notte di novembre che vidi il compimento delle mie fatiche. Con un’ansia simile all’angoscia radunai gli strumenti con i quali avrei trasmesso la scintilla della vita alla cosa inanimata che giaceva ai miei piedi.”
Con queste parole, Mary Shelley dette vita al mostro del dottor Victor Frankenstein, uno scienziato il cui sogno è quello di ridare vita ai morti. Ci riuscirà e la sua creatura, fatta di pezzi di cadavere, sfuggirà al suo controllo e terrorizzerà tutta l’Europa, fino al Polo Nord.
Il romanzo Frankenstein, o il moderno Prometeo è uscito in forma anonima oggi a Londra, 198 anni fa.
La sua prima rappresentazione sul grande schermo è stata nel 1910, in un cortometraggio di 12 minuti di J. Searle Dowley che potete vedere integralmente qui sotto.
https://www.youtube.com/watch?v=TcLxsOJK9bs
Ma il volto del mostro che è entrato nell’iconografia moderna è quello del film del 1931 di James Whale, che ha dato vita a un vero e proprio franchising basato sulla figura della creatura, interpretata magistralmente da Boris Karloff.
Karloff in realtà era un gentleman inglese che non disdegnava, tra le estenuanti sedute di trucco, un po’ di buon tè e una sigaretta.
Dicevamo del franchising, che ha portato il mostro di Frankenstein ad avere una moglie, un figlio, a lottare contro l’uomo lupo e pure contro Gianni e Pinotto, in un periodo di tempo che va dagli anni ’30 agli anni ’50.
Tutti questi film sono stati d’ispirazione a quel capolavoro di comicità che è Frankenstein Jr., diretto da Mel Brooks nel 1974. Il dottore era Gene Wilder e Marty Feldman interpretava Igor, l’assistente con la gobba (quale gobba?). Ma siamo sicuri che sapete di cosa stiamo parlando, altrimenti siete brutte persone. Qui c’è chi lo conosce a memoria.
https://www.youtube.com/watch?v=9YnNZ0Zdufk
Anche il personaggio del maggiordomo Lurch della Famiglia Addams è stato ispirato da quella figura.
Il mostro è stato anche protagonista di un cult giapponese, Frankenstein alla conquista della terra, di Ishiro Honda (1965), in cui deve sconfiggere un mostro ancora più terribile, Baragon, una specie di Godzilla.
Nella produzione italo americana Il mostro è in tavola… barone Frankenstein del 1973 partecipò anche Andy Warhol, col suo fido regista Paul Morrissey.
https://www.youtube.com/watch?v=_b4QK1Ummpw
E a chi si è ispirato il dottor Frank’n’Furter di Rocky Horror Picture Show se non allo scienziato pazzo più famoso di tutti i tempi, per creare il suo uomo perfetto?
Ai giorni nostri, Frankenstein è stato omaggiato nel 1994 da Frankenstein di Mary Shelley, che però non ha avuto lo stesso successo del Dracula di Bram Stoker firmato Coppola, nonostante Robert De Niro interpretasse la creatura. Probabilmente, un mostro di carne umana è meno sexy di un avvenente vampiro.
Nel 2014 è stato fatto anche il film I, Frankenstein, tratto dall’omonimo graphic novel di Kevin Grevioux. Come potete vedere, evitabilissimo.
Il personaggio di Victor Frankenstein e la sua creatura sono presenti anche nella serie tv Penny Dreadful, giunta alla seconda stagione e disponibile su Netflix.
Siamo convinti che il suo mito non morirà mai, perché rappresenta tutte le paure dell’uomo, compreso l’oscuro motivo per cui si nasce e si muore. In quel mostro, escluso, deriso e odiato da quelli che una volta erano i suoi simili, spesso ci vediamo riflessa l’immagine di noi stessi. Lunga vita alla creatura di Frankenstein.