Dei protagonisti di Beverly Hills 90210 ormai sapete vita, morte e miracoli. Mettiamo però che il telefilm che ha appassionato milioni di teenager in tutto il mondo, invece che negli anni ’90 fosse stato girato oggi e che Brandon, Brenda, Dylan e compagnia fossero dei nativi digitali, dei millennials, dei ragazzi che, come i loro simili, stanno tutto il giorno sui social o a trafficare con le app del telefonino.
Come userebbero Facebook? Cosa condividerebbero? Ti inviterebbero a comprare i RayBan a 19 euro oppure ti consiglierebbero di fare il copia incolla del testo bufala sulla privacy di Facebook? Starebbero tutto il giorno a chiederti vite su Candy Crush oppure sarebbero persone di successo, realizzate, che fanno la bella vita tipo Bobo Vieri?
Se questa domanda vi ha legittimamente tolto il sonno, è ora di conoscere la verità.
Brandon Walsh: il web contributor che lavora per la visibilità
Brandon ha sempre voluto fare il giornalista, si è addirittura pagato gli studi da solo lavorando al Peach Pit, un kebabbaro per studenti fuorisede. Era entusiasta quando gli hanno pubblicato il primo articolo d’opinione sul sito di un quotidiano nazionale molto seguito, ma da allora usa Facebook solo per condividere i suoi articoli e taggare i suoi amici, sperando che gli mettano like. Il suo sogno è quello di essere pagato per il suo lavoro, ma per ora gli basta la visibilità, tanto il kebabbaro è sempre pieno e ha sempre bisogno di un cameriere. Purtroppo la mena un sacco con l’attualità, con la politica e si disinteressa alla figa, reputandola una cosa volgare, quindi non è granché seguito.
Brenda Walsh: la modella che fa foto di nudo artistico, censurate su Facebook ma integrali su Tumblr
Brenda si è fatta sedurre dai fotografi che con la scusa di fare foto di nudo, le guardano le tette e il culo. Si è fatta un bel po’ di tatuaggi tradizionali americani e gioca a fare la Suicide Girl, mettendo foto osè sulla sua pagina ufficiale su Facebook, seguite da aforismi di grandi filosofi, per far vedere che non è solo un corpo da urlo. Purtroppo su FB le foto di nudo sono censurate, ma sul suo Tumblr le puoi ammirare integralmente e lasciare anche un commento equivoco. Ultimamente si sta riciclando dj, fa le comparsate nei club alla moda e prende più di uno bravo.
Steve Sanders: lo sbronzo che sbaglia gli hashtag su Instagram
Steve ha i soldi, ha la macchinona, è figlio di vip, praticamente è Lapo Elkann e, come lui, spesso fa un sacco di cazzate. Posta su Instagram foto di gnocche che limona a bordo piscina e poi le prende dai loro fidanzati, sbaglia hashtag, specialmente quando deve esprimere solidarietà nei confronti di tragedie mondiali, spesso fa errori d’ortografia e soprattutto inizia almeno una frase al giorno con: “non sono razzista, però”.
Andrea Zuckerman: la giornalista che voleva scrivere per Vice e invece è in redazione a L’Avvenire
Andrea, come Brandon, ha dentro il sacro fuoco del giornalismo. A differenza di Brandon, lei era già caporedattrice a scuola e il suo sogno era quello di fare i reportage su Vice, di andare nei territori di guerra oppure di chiedere agli studenti della Bocconi che musica ascoltano. Poi, per un sacco di motivi, ha trovato lavoro in redazione a L’Avvenire e scrive principalmente di morale, di Papa Francesco e di cose da non fare quando si è giovani. Ha un profilo segreto su Tinder in cui fa la porca con la mascherina.
Kelly Taylor: la regina dei selfie tutti uguali con la duckface
Kelly è una ragazza del suo tempo: ogni volta che esce, anche solo per un salto al pub sotto casa, posta un album su FB di selfie in cui si diverte un mondo, abbraccia le sue amiche, le bacia sulla bocca, mostra i cocktail e le 500 sfumature di duckface. Spesso inveisce sulla sua bacheca contro anonimi (Sei una stronza, ho fatto male a fidarmi di te) senza dirne mai il nome e vive dei like dei maschi sotto le sue foto. Una volta a settimana scrive che nessuno la ama per quello che è. Facendo la duckface.
Donna Martin: la fashion blogger coi vestiti regalati dai brand
Donna ha fatto carriera e, grazie ai contatti del padre, guadagna un sacco di soldi facendosi foto in cui indossa vestiti, gioielli e cani da borsetta regalati dai grandi marchi, come il suo idolo Paris Hilton. Alle feste di Steve cerca sempre di evitare quella sfigata di Kelly e quella zoccoletta di Brenda, perché lei ha uno status da mantenere e non può certo farsi vedere con la plebe degli sfigati, altrimenti i follower su Instagram calano.
Dylan McKay: il capo di Tinder
Dylan lo smartphone non lo voleva nemmeno. Lui era tutto preso con le moto, il surf e la gnocca. Poi gli hanno detto che con Tinder si faceva prima che a provarci con tutte le tipe di un locale, e da allora è diventato il re. Conosce tutti i trucchi, tutte le frasi a effetto, tutte le foto più adatte per matchare e quando si arriva al sodo non si tira mai indietro. Su Facebook non scrive mai nulla, ma guarda di nascosto tutti i post delle ragazze carine e quando una, tipo Kelly, scrive che nessuno la ama, le invia un messaggio privato farla sua senza ritegno.
David Silver: il dj di successo che t’invita a tutti gli eventi
David ha capito subito qual era la strada da prendere: fare il dj. Ora prende dai 5 ai 25mila € a serata, facendo il dj nei migliori club d’Europa. Ibiza, Berlino, Londra, Milano, Parigi, prima delle sfilate, ai vernissàge e nei privè più esclusivi. Ha partecipato per due anni a Top DJ come coach, prima di lasciare il posto a Tommy Vee e godersi la vita. La sua pagina FB ha 570.000 fan che invita ogni volta alle sue serate. Qualcuno l’ha nascosto perché dopo un po’ rompe le scatole, ma i più sono felici di mettere “Mi interessa” all’evento. Tra l’altro, sta con Megan Fox.
BONUS: Scott Scanlon: il nerd messo sotto da una macchina mentre cercava i Pokémon
Povero Scott. Ha attraversato la strada in tutta fretta perché al di là della statale c’era un Pokémon da catturare con Pokémon Go e SBAM! è stato preso da una Mazda (un’auto bella da Dio, ha detto prima di spirare). Colmo della sfiga: alcuni delinquenti gli hanno rubato il telefono con Pokèmon Go mentre lui era ancora a terra. Tira proprio una brutta aria in città.