Premessa: (da leggere con voce aut.min.ric) non siamo dei pazzi stalker, anche se dalle immagini e dai video che abbiamo pubblicato potrebbe sembrarlo.
È una sera come le altre. Sono appena tornato dal lavoro. Squilla il telefono. Telegram. E’ un messaggio del mio coinquilino (Alessandro Grespan).
Qualche giorno fa gli avevo detto che Aziz Ansari (stand-up comedian, autore e attore nella serie Netflix Originals “Master 0f None”) era in Italia per un viaggio insieme al suo amico (e co-protagonista della serie) Eric. Non ho nessun contatto diretto con lui, semplicemente Aziz è un instagrammer compulsivo (sopratutto per quanto riguarda il cibo).
Corro a controllare sull’account di Aziz. In effetti i due hanno appena assaporato un pezzo di pizza in zona Cipro.
Il timer dice “2 ore fa”. Potrebbero essere ovunque. Peraltro è l’ultimo giorno di vacanza per Eric, come ci comunica un’altra foto postata dall’account di Aziz.
Final night in Italia for Big Bud??#BigBudLilBud #BudsinRoma
Una foto pubblicata da @azizansari in data:
A questo punto due persone con una vita sociale “normale” si sarebbero fatte una risata, per poi tornare silenziosamente nelle loro stanze.
Questo è quello che avrei dovuto dire:
— Dai, peccato, averlo visto prima… Ci mangiamo una pizza e guardiamo un film?
Questo è quello che ho detto:
— E se aprissimo un account Instagram @Stalkingazizinrome e ci lanciassimo alla ricerca dei due per farci autografare una copia del suo libro? (che sto leggendo, Modern Romance, una ricerca su come sono cambiate le abitudini sentimentali degli americani ai tempi di Tinder, davvero illuminante, ve lo consiglio).
— Sei pazzo? A Roma? Con una sola foto come indizio? E cosa dovremmo fare andare alla pizzeria e chiedere informazioni? Magari affittando una macchina visto che ne siamo sprovvisti? OK!
Come prima cosa settiamo l’account Instagram. Abbiamo qualche dubbio sul nome. “Too creepy?” “Un po…”. Per renderlo meno inquietante decido di utilizzare una foto del libro di Aziz
Ora l’account è ufficialmente inquietante. Ad aggravare la situazione ci pensa l’hashtag che abbiamo deciso di utilizzare: #stalkingazizinrome.
Per prima cosa decidiamo di entrare nei personaggi.
La nostra prima tappa è il luogo dell’ultimo avvistamento. La pizzeria #pizzarium. Nel frattempo il mio coinquilino ha scoperto che ad aiutare Aziz ed Eric nelle loro avventure culinarie potrebbe essere una food blogger americana che vive a Roma.
Parcheggiamo l’auto e ci dirigiamo verso la pizzeria. Per sicurezza decidiamo di continuare il noleggio. Come direbbe il buon John Hammond: “we spare no expense”.
Step 3: heading to Pizzarium #budsinroma #bigbudlilbud #stalkingazizinrome
Un video pubblicato da One night stalk with Aziz (@stalkingazizinrome) in data:
Le due ragazze del locale ci raccontano di averli visti. “Erano con una guida”. Non avevano idea di chi fossero. Gli spieghiamo brevemente il successo di Master of None e il folle piano che abbiamo deciso di mettere in atto: provare a rintracciare Aziz ed Eric per autografare il prezioso manoscritto che tengo nella borsa. (“prezioso” e “manoscritto” li ho aggiunti per dare un tono epico al tutto).
Anche in questo caso siamo “costretti” a continuare la nostra opera di imitazione geolocalizzata.
Nota alla foto: anche qui abbiamo completamente sbagliato i movimenti e a quanto pare la bilancia non è più li, oltre a palesi problemi di sovraesposizione. Dopo aver assaporato una pizza con mortadella funghi e cicoria, e una schiena di maiale cicoria e pomodoro siamo pronti per continuare la nostra ricerca.
Mortadella funghi and cicoria, and schiena di maiale cicoria e pomodoro #stalkingazizinrome
Una foto pubblicata da One night stalk with Aziz (@stalkingazizinrome) in data:
C’è solo un piccolo problema: non abbiamo idea di dove il buon Aziz e il suo #BigBud Eric possano essere in questo momento. I loro account Instagram sono fermi da qualche ora. L’unico modo è cercare di pensare come loro: dove andrei se fossi una star americana appassionata di cibo, e nel particolare di pasta alla carbonara? Pensa Giacomo, Pensa.
Siamo di nuovo in macchina, direzione Trastevere. Il ragionamento è questo: Trastevere è un quartiere molto frequentato dagli statunitensi, e a via della Luce c’è un ristorante che fa una gricia da urlo (peraltro citato dalla food blogger che, probabilmente, li sta accompagnando in giro per Roma). Non proprio una teoria inconfutabile, ma nel buio (d’indizi) in cui ci muoviamo, è meglio di niente. Mi sento come Benedict Cumberbatch in Sherlock, solo con meno fascino e con una voce decisamente più squillante.
Molliamo l’auto, questa volta in maniera definitiva (we do spare some expense…). Il mio coinquilino (non è di Roma) mi segue cercando di comprendere in quale punto della mappa ci troviamo.
Moving to #trastevere #stalkingazizinrome #budsinroma #bigbudlilbud
Una foto pubblicata da One night stalk with Aziz (@stalkingazizinrome) in data:
Persi tra i vicoli vaghiamo scrutando ogni singolo ristorante della zona, non perdendo di vista i passanti (e i loro accenti). Stiamo cercando una fisionomia abbastanza inconfutabile: un uomo alto 198 cm, barba lunga e occhiali, accompagnato da un ragazzo di origine indiana, chiodo nero e un altezza decisamente meno mastodontica, 168 cm.
Arrivati davanti a “Carlone” però ci troviamo davanti uno spettacolo desolante.
Carlone is closed…dammit! #bestpasta #bestpastaever #stalkingazizinrome / #budsinroma #bigbudlilbud
Un video pubblicato da One night stalk with Aziz (@stalkingazizinrome) in data:
Il “lunedì chiuso” è un brutto colpo per le nostre già fievoli speranze. Continuiamo a vagare per i vicoli di Trastevere. Nel frattempo la nostra pagina (e il correlato post su Reddit) non sembrano riscuotere alcun successo. L’unica persona che ha notato la nostra avventura è un’amica. Ci chiama.
— Ciao ragazzi ho visto che state a Trastevere!
— Si siamo in missione per…
— Capisco sentite non è che potete andare a San Calisto a recuperare un Ciak che mi serve domani per un lavoro?
— Cosa?
— Grazie mille!
Delusi, ma non ancora dati per vinti, decidiamo di seguire questa “secondary mission”. Lentamente volgiamo verso il Bar San Calisto, un bar storico di Roma da sempre ritrovo della gioventù romana (di cui purtroppo non faccio più parte, anche se lo stato continua a definirmi giovane). Mentre ci incamminiamo per Piazza Santa Maria in Trastevere fantastichiamo sui possibili risvolti di questa inaspettata deviazione.
— Magari li troviamo li!
Siamo davanti al bar. A rendere più complicata l’operazione di recupero c’è il problema che la persona che dovremmo trovare non ha il telefono. La nostra amica ci ha inviato delle foto per riconoscerlo. Ricapitoliamo: siamo fermi davanti a un bar, stanchi, decisamente più avanti con l’età rispetto agli astanti e stiamo fissando gruppi di persone in maniera sospetta per recuperare un ciak dopo aver passato le 3 ore precedenti stalkerando una star americana in viaggio di piacere in Italia. Decisamente una serata come le altre. NOT.
Dopo qualche sguardo di traverso riusciamo a trovare la persona che stiamo cercando. Ci consegna il ciak. A questo punto comincia a balenare nei nostri cuori la possibilità cheAziz non posterà più nulla su Instagram e che la nostra avventura possa trasformarsi rapidamente in un nulla di fatto. Per recuperare morale ci prendiamo una peroni, piccola, che domani lavoro.
Anche il mio coinquilino, fino a questo momento nel pieno delle sue facoltà, comincia a dare segni di cedimento (mai come il tipo alle sue spalle comunque).
Un video pubblicato da One night stalk with Aziz (@stalkingazizinrome) in data:
Forse è stato tutto inutile. Forse Aziz ed Eric sono già a letto a dormire, forse non sono neanche usciti e hanno deciso di ubriacarsi nella loro suite di qualche hotel romano di cui ignoriamo il nome. Forse ho lasciato il gas aperto. Spero di no. Getto la bottiglia oramai vuota nel cestino e volgo lo sguardo al mio coinquilino:
— Non è ancora finita. Forse abbiamo sbagliato luogo. Trastevere è troppo banale, e troppo americano-centrica per un tipo curioso (e amante dell’Italia) come Aziz. Magari come ultima sera hanno scelto un classico: Piazza Navona, il Pantheon! Andiamo! Non è lontano, se non troviamo nulla poi ci cerchiamo una macchina e ce ne torniamo a casa!
Rinvigoriti dal mio entusiasmo insensato, siamo di nuovo in strada. Vicolo del Moro, quindi Piazza Trilussa. Malgrado la stanchezza cominci a farsi sentire continuiamo a tenere d’occhio i ristoranti di zona. Niente da fare. Trastevere è una zona decisamente troppo giovane. Avrei dovuto pensarci. È vero gli americani ci sono, ma il target non supera i 24 anni. Attraversiamo Ponte Sisto per imboccare Via dei Pettinari. Nel buio della notte intravediamo un ragazzo. È di spalle, ma fisicamente ricorda Eric. Immediatamente i nostri occhi volgono al gruppo che lo accompagna. Niente da fare. Una volta arrivati abbastanza vicini ci rendiamo conto che la somiglianza era dovuta più alla stanchezza che ad altro. Siamo perduti. Mi chino per allacciare le scarpe. Mi fanno male i piedi. A questo punto il mio coinquilino mi batte sulla spalla:
— Guarda! Hanno postato! Hanno postato!
— Fammi vedere! Roscioli! Cavolo! È qua dietro! Saremo a non più di 400 metri!
Una foto pubblicata da One night stalk with Aziz (@stalkingazizinrome) in data:
Completamente fuori di senno cominciamo a correre all’impazzata. Dentro di me non riesco a non pensare alla follia del momento e a quanto il caso stia guidando questa serata senza senso. Un paio di giorni fa ero da Roscioli per mangiare un pezzo della sua squisita pizza bianca. Mi trovavo in attesa di pagare davanti alla cassa. Una signora stava chiedendo informazioni:
— Ma non avete anche un ristorante?
— Si signora…si trova più avanti sulla sinistra.
È li che siamo diretti.
Trafelati arriviamo davanti al ristorante. Ci affacciamo all’entrata. Ci sono un po’ di persone ferme in piedi. Entrare sembrerebbe troppo azzardato visto l’orario (è quasi mezza notte) e la levatura del ristorante (è un posto chic).
We got here…but it’s too late again! :P #stalkingazizinrome
Una foto pubblicata da One night stalk with Aziz (@stalkingazizinrome) in data:
— E adesso?
Davanti a noi ci sono tre possibilità. Tre sono le possibili strade imboccate da Aziz ed Eric, sempre che siano usciti dal ristorante. Una coppia sta camminando per via dei chiavari. Stanno parlando. Il tono non è molto alto ma riesco a percepire qualcosa. Una parola. Un titolo. Master of None.
— Ha detto Master of None!
— Chi?
— Quella coppia stava parlando di Master of None!
Il mio coinquilino non ci pensa due volte e parte per via dei chiavari. Io rimango guardingo davanti al ristorante. La coppia prosegue per via dei giubbonari. Devo chiederglielo:
— Scusate, stavate parlando di Master of None?
— No.
Dannazione. Allucinazioni auditive. Cerco di vedere dove si trova il mio coinquilino. Non lo vedo più. È svanito in fondo alla via. A Roma le strade dritte si contano sulle dita di una mano. Come un giocatore di baseball in prima base mi allontano dal ristorante continuando a tenere d’occhio l’entrata. Decido di chiamare il mio coinquilino. Squilla. Di nuovo. 5 squilli. Niente da fare. Non risponde. Dannazione. Torno davanti al ristorante. Mi affaccio di nuovo. È semi vuoto. Forse hanno postato quella foto molto dopo essere usciti. Forse ci sono stati ieri. Forse siamo due pazzi a pensare di poter trovare un ago (seppur alto 1,98) in un pagliaio grande come Roma. Provo a richiamare il mio coinquilino. Squilla. Questa volta risponde:
— Già. Sono qui. Li ho trovati.
Mi tremano le gambe. Stento a crederci.
— Dove? Come? Ma dove sei finito?
— Ho continuato per quella via (Via dei Chiavari NDR)!
— Aspetta ti vedo!
Corro più veloce che posso. Lo raggiungo.
— Sono lì, li vedi?
Da lontano riesco a vedere la silhouette inconfondibile di Eric. Accanto a lui Aziz con il suo chiodo nero.
— Ho provato a parlarci. Sono stati carini. Gli ho chiesto di farsi una foto ma a quanto pare non sono ben disposti. Mi hanno detto che sono in vacanza, insomma, che preferivano di no. Non ho insistito. Io non posso tornare li, sembrerei un pazzo (lo so, state pensando, perchè invece fino adesso cosa siete sembrati…). Però forse….il libro, ce l’hai?
Apro rapidamente la borsa.
— Certo! È qui!
— Vai.
Sono oramai a 100 metri. Li vedo. Girano davanti a Via del Teatro Valle. Non so come rompere il ghiaccio. Provo con un grande classico:
— Mr. Aziz
Non molto originale. Lo so.
Aziz si gira. Sono visibilmente emozionato e anche molto stanco.
— Hi, sorry to bother! Do you mind to sign my book please?
Tutti gli astanti mi guardano. Sono sorpresi della mia presenza, ma è il libro ad aver attirato maggiormente la loro attenzione.
(continuo in italiano, la conversazione è avvenuta completamente in inglese)
— Certo… ma… come diavolo fai ad avere una copia del libro qui con te?
— Ehm… ce l’ho sempre avuta con me.
— Si ma… voglio dire… come facevi…
— Ne porto sempre una copia con me.Just in case.
Ridono. Ride fragorosamente anche il gigante Eric che mi guarda da lontano.
— Ok. What’s your name?
— Giacomo. G-i-a-c…
Aziz se la cava bene con l’italiano. Il nome lo azzecca subito, cosa non scontata per un madre lingua inglese che si scontra con un nome come il mio.
Sembra incredibile. Ma quello che sembrava una missione impossibile, frutto della follia (non siamo stalker, lo giuro) di due coinquilini con una grande passione per la comicità americana, stava compiendosi davanti ai miei occhi.
Non chiedo fotografie. Aziz mi stringe la mano e mi saluta con una serie di frasi di congedo italiane in ordine sparso.
— Buonasera, buonanotte, buon pranzo! Grazie per aver comprato il mio libro!
Torno dal mio coinquilino, visibilmente alticcio (non a causa dell’alcol).
Un video pubblicato da One night stalk with Aziz (@stalkingazizinrome) in data:
Stanchi ma soddisfatti ci incamminiamo per il centro semi deserto di Roma. Mentre vaghiamo sotto la luce tenue della luna piena, rimuginiamo sull’eccezionalità della serata: quella che era iniziata come una storia di stalking in stile paparazzi digitali si era lentamente trasformata in una favola metropolitana in cui più il caso che la tecnologia sembravano davvero responsabili dell’accaduto.
— Se ci pensi, ci sono un sacco di cose che hanno avuto un peso nello svolgersi degli eventi. D’accordo la spinta iniziale è folle, un post su instagram, e una pizzeria dal nome poco originale. Da li in poi tutto è stato frutto del caso. L’idea di Trastevere poteva funzionare, ma non è certo grazie a qualche post geolocalizzato che siamo arrivati li. Carlone lo conosco da tempo, e solo dopo ci siamo resi conto che la food blogger era stata li qualche giorno prima. Il ciak della tua amica ci ha fatto “perdere” sufficiente tempo per trovarci in via dei pettinari al momento giusto. E una volta davanti al ristorante le mie allucinazioni uditive ti hanno guidato nella direzione giusta. E se vogliamo dirla tutta, il libro di Aziz l’ho scoperto per caso vagando per una libreria di Londra in cui sono entrato solo per difendermi dal freddo!
Il silenzio è calato nella macchina. Siamo quasi a casa. Stando al mio conta passi abbiamo percorso più 12 chilometri a piedi. Ho sonno. Prima di spegnere la luce faccio un ultimo scatto, a fuoco stavolta, della preziosa reliquia in mio possesso.
Foto non ce ne sono. E forse è meglio così. Aziz non aveva voglia, e in fondo la mancanza di documentazione visiva aggiunge al racconto un’aurea di sogno, come se tutto questo non sia altro che il frutto della mia fervida immaginazione. Usando le parole di Aziz, è stato un “piacere” e “buona notte”.