Another Earth o anche “Another cinema” è una visione di umanizzante fantascienza . Uscito nel 2011, anno in cui le pellicole d’oltreoceano toccano temi apocalittici, da Von Trier “Melancholia” a Ferrara “4:44 Last day on Earth”. Another Earth è un film indipendente, presentato al Sundance Film Festival, dove ha vinto il premio speciale della Giuria e il premio Sloan.
La regia è del promettente Mike Cahill, qui al suo esordio, figlio dell’altro cinema americano, quello lontano dalle pellicole commerciali, dai boati a stelle e strisce, che affollano le sale e a cui siamo ormai assuefatti. Il film evoca in lontananza gli echi di Solaris di Tarkovskij o di Film Blu di Kieślowski. È un’ opera citazionistica, che regge sulle dualità della trama, sulle possibilità di vite da percorrere. Mondi paralleli a confronto. È cinema che parla di cinema. La “terra 2” è come il pianeta filmico che guardiamo ogni qualvolta che siamo davanti allo schermo: siamo come la protagonista del film che vede dalla terra l’altra terra. Quali dei due è finzione o in quale dei due mondi viviamo? Nel film, Rhoda Williams (Brit Marling) è una studentessa appassionata di astrofisica. Nel cielo è comparso un pianeta specchio della Terra. Una sera Rhoda, rientrando in macchina a casa, distratta e incantata da questo fenomeno, uccide in un incidente stradale la moglie e il figlio di John Burroughs, un famoso compositore.
Il regista conduce con freddo distacco, scavando nella fragilità dell’uomo e nel mistero dello spazio, fino al finale che lascia aperte diverse chiavi di lettura: la bellezza della molteplicità dei punti di vista del cinema. La pellicola dell’esordiente Cahill non ha di certo la potenza di Malick, ha la forza, però, del cinema low-budget, del cinema che deve farsi spazio tra i diversi mondi , tra i diversi canali. Un cinema giovane che è più facile trovarlo nel flusso streaming che in sala. L’America non è solo film in scatola confezionati e pronti ad essere ingoiati, come i menù del McDonald’s. Dopo la splendida pellicola “Un gelido inverno” del 2010, diretto da Debra Granik , ecco un’altra gradita sorpresa uscita dal Sundance Film Festival.