Un regista svedese sta lavorando a quello che, a tutti gli effetti, sarà il film più lungo in assoluto della storia del cinema. Si intitolerà Ambiancé e durerà 720 ore, ovvero un mese intero. Uscirà il 31 dicembre 2020 e sarà proiettato una volta sola in contemporanea in diverse sale cinematografiche di tutto il mondo.
Sarà l’ultima pellicola del quarantasettenne Anders Weberg, che ha deciso così di mettere fine ad una carriera già caratterizzata da film piuttosto lunghetti, tutti dedicati all’idea del tempo: nel 2009 aveva presentato 090909, durava 9 ore, 9 minuti, 9 secondi e 9 fotogrammi ed è andato in sala il nove settembre.
Un film del genere non poteva avere una promozione altrettanto particolare: Ambiancé è già stato anticipato nel 2014 da un piccolo teaser da 72 minuti (una sciocchezza) a cui oggi è seguito il primo trailer ufficiale di 7 ore e 20, mentre per il 2018 ne è previsto uno leggermente più corposo (72 ore).
Se avete occhio per i dettagli, avrete già capito come il regista ami giocare con le ricorrenze dei numeri: in questo nuovo film il 7 assume un valore metaforico importante, sia a livello religioso (il numero dei giorni della settimana o quello dei peccati capitali), artistico (i colori dell’arcobaleno, le note musicali) e matematico (oltre ad essere un numero di Harshad, se si esegue il prodotto dei numeri da 1 a 6 si ottiene 720).
A complicare le cose il fatto che Ambiancé non ha una vera e propria trama. Così ha commentato il regista: “Il mio metodo è collezionare squarci di luce con la mia camera e, poi, rielaborarli in un flusso che rappresenti l’emozione che voglio esprimere”.
Weberg è abbastanza a buon punto: al momento ha messo da parte già 400 ore e, secondo un calcolo fatto, gli restano solo 600 giorni di lavorazione. La domanda più ovvia è: come potrai mai persona vederlo per intero? “Sarò l’unico ad aver visto ogni inquadratura del film – risponde il regista – È impossibile guardalo tutto, ma in questo sta la sua bellezza: sarà un’esperienza effimera ma saranno importanti i ricordi delle singole parti che lo spettatore ha avuto modo di vedere”.
FONTE | nme.com