©Johnny Freak
Ieri il mondo del cinema ha salutato Daria Nicolodi, icona del genere horror e thriller. Ex moglie e musa di Dario Argento, durante gli anni del loro matrimonio, girarono diversi film insieme. Figlia d’arte, da sempre ha cercato la bellezza nel suo lavoro. Diceva che la sua vita era lo spettacolo anche se, ad un certo punto, bisogna scendere dal palcoscenico e applaudire a qualcun altro. Tra le sue molteplici interpretazioni, quella che maggiormente ricordiamo è Gianna Brezzi in Profondo Rosso (1975). Il film è di fondamentale importanza sia per la Nicolodi che per Dario Argento. Oltre all’inizio del sodalizio sentimentale tra i due, Profondo Rosso segna il passaggio tra la fase thriller e horror del regista.
Sappiamo che il film ha riscosso un notevole successo, ma cosa c’è dietro la pellicola?
Inizialmente il provino della Nicolodi non ebbe un gran successo. Il rapporto tra i due non fu dei migliori e l’attrice, per conquistare il regista, si presentò alle audizioni con le treccine cosparse di zucchero. Il regista non apprezzò il gesto della donna e disse: “Lavati la testa e ne riparliamo”.
La colonna sonora di Profondo Rosso è riconoscibilissima dalle prime note. Enigmatica e inquietante, ogni volta che la si sente è come se ci fosse qualcuno dietro che ti stia rincorrendo. Poche persone sanno che in realtà Dario Argento aveva pensato di farla scrivere ai Pink Floyd, ma non accettarono poiché erano impegnati nella scrittura di Wish You Were Here.
Inizialmente era previsto un titolo completamente diverso. L’idea iniziale di Argento era quella di intitolare la pellicola La tigre con i denti a sciabola, per restare fedele ai titoli precedenti, ma durante un viaggio in macchina decise di intitolarlo Profondo Rosso. L’idea inizialmente non piacque ai produttori, ma Argento si oppose e alla fine scelsero il titolo che conosciamo tutti.
Nella scena in cui Gianna, Daria Nicolodi, entra in casa di Marcus, la donna si accorge di una foto di una donna sul mobile. Quando capisce che la foto è di un’ex, la donna la butta nel cestino. La foto, in realtà, era di Marilù Tolo, ex compagna di Dario Argento.
Il personaggio interpretato dalla Nicolodi è ispirato al regista stesso. Il cineasta cercava in tutti i modi di rendere più mascolina l’attrice.
Argento ha sempre ingannato lo spettatore. Sin dalle prime scene il regista rivela l’assassino. Il protagonista, Marcus, attraversa un corridoio pieno di dipinti e intravede nello specchio il volto del killer scambiandolo per un quadro.
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