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di Mattia Nesto 9 Febbraio 2018

Presente e futuro dei videogame secondo Sabaku No Maiku

Sabaku No Maiku è un famoso YouTuber appassionato di videogame. Lo abbiamo intervistato per capire il loro stato di salute

Conosciuto, stimato, alle volte osannato ma non privo di detrattori, Sabaku no Maiku conosciuto sul web anche come Mike of the Desert (al secolo Michele Poggi) è uno dei content creator specializzati nel mondo del gaming più interessanti di tutto Youtube Italia (qui il suo canale principale). Per il suo stile ricercato e riflessivo (i critici lo definiscono troppo ampolloso) Sabaku è diventato un vero e proprio riferimento Noi non potevamo chiedergli lumi su questo mondo così affascinante ma talvolta di così difficile comprensione.

Ti facciamo l’intervista nei giorni immediatamente successivi al rilascio di Monster Hunter World, uno dei titoli senza dubbio più attesi del 2018: possianip definirti, per davvero, un giocatore molto “speciale” di MHW: ma cosa ti è successo?
Long story short. Il risultato finale sono ore ed ore di gameplay perdute e tutti i vari problemi che, in un perfido effetto domino, hanno coinvolto il mio lavoro. Certo MHW è un titolo davvero bello e che gratifica il giocatore anche quando lo si ricomincia da zero. Però la legge di Murphy ha colpito duro!

 

In che senso?
Mi è capitata una cosa che, a livello mondiale, è successa a meno di 100 persone, su cinque milioni e passa di copie vendute ed è stata proprio Capcom a dirmelo, dato che sono stato il primo al mondo ad averlo segnalato. Per qualche specifica ed inspiegabile ragione, nonostante non ci fossero chiari segnali, tutte le opzioni che riguardano il multiplayer online, ad esclusione del semplice partecipare a partite ad invito privato, sono quasi completamente inaccessibili per me a livello di interazione, per di più a livello situazionale.

 

Che cosa ha rappresentato questo problema per il tuo lavoro?
Al di là dell’ovvio sconforto misto a rabbia, ho dovuto iniziare da capo, perdendo circa 50 ore di lavoro. La cosa che mi spiace è di non essere stato, almeno per una volta up to date e il primo, almeno a livello di content creator italiani, a trattare di MHW in maniera esaustiva e diffusa. Pace, come mi piace dire “Fight!”.

 

 

 

Un tratto identitario del canale è è quello di prendersi tutto il tempo necessario per la riflessione sul titolo in questione. È una tua prerogativa di carattere e lo hai anche per altre cose a cui ti rivolgi oppure è un modo ben preciso per comunicare sul tubo?
In realtà non ho mai pensato di essere particolare. Ti dirò che, proprio a livello umano, cerco sempre di andare a fondo nelle cose anche e soprattutto in qualità di giocatore. Da ragazzino giocavo a Donkey Kong Country su SNES ma, contemporaneamente, mi chiedevo come era possibile che quelle animazioni fossero più fluide rispetto ad altri giochini del periodo molto più macchinosi. Poi aggiungi 22-25 anni e ti fai un’idea di cosa sono diventato. Sono entrato su Youtube senza alcun tipo di studio preliminare della piattaforma.  Avevo solo un’idea chiara in testa: questa piattaforma si basa sull’obsolescenza, letteralmente una specie di onanismo che quando lo fai è finito, non ha una forma di eternità digitale. Ciò era  per me impossibile da sopportare quindi ho deciso di produrre qualcosa che non potesse cadere in obsolescenza e quindi creare contenuti che una volta terminano non abbiano la necessità di essere corretti od espansi troppo.

 

 

Si è iniziato a parlare di te nella community web quando hai realizzato L’Anima Oscura su Dark Souls che trattava diffusamente della lore e del folklore del videgioco. Ecco nel momento in cui urbi et orbi è stato dato l’annuncio della remastered multipiattaforma quanto è stato ed è importante per te questo titolo?
La risposta è facile: Dark Souls è stato, a livello personale, il primo vero e proprio videogioco di settimana generazione. Dark Souls ha fatto una cosa al tempo stesso facile ed impressionante, ovvero ha preso il concept di Legend of Zelda 1 e l’ha ristrutturato in una forma molto diversa ma con la stessa anima, ovvero creando una mappa aperta senza caricamenti e senza alcuna pausa tra una zona e l’altra. Una mappa che non faceva apparire i nemici e le sue piccole/grandi istanze ma che era un tutt’uno ad uovo e che potevi esplorare in tempo reale. Il giocatore in tal modo ha totale controllo sul personaggio ed è questo il nucleo centrale e il valore del titolo, proprio come è capitato per il franchise di Monster Hunter: è tutto nelle mani di chi impugna il controller che è libero di fare le scelte che vuole in modo totalmente arcade.

 

Scorrendo la tua “carriera” da videogiocatore quali sono i titoli più significativi per il tuo percorso?
In realtà farei prima a risponderti quei titoli che mi piacerebbe approfondire. Sono stato un videogiocatore onnivoro, è il caso di dirlo, forse ad esclusione dei giochi sportivi. L’elencone dei giochi da riprendere sarebbe impossibile da riassumere. Però sono tanti, te lo assicuro, proprio tanti!

Da qualche tempo, nelle cosiddette “Effigi del Mercato”, realizzi anche delle analisi molto approfondite sulle tendenze macro-economiche si direbbe. Ecco, secondo te quali direzioni prenderà il mercato videoludico?
Accidenti che domandina! Mica facile. Beh se mi avessi fatto questa stessa domanda cinque anni fa eravamo veramente nei guai. Invece adesso le cose sono molto cambiate, microtransazioni e giochi “pay to win” a parte. Innanzi tutto i videogiochi che una volta si chiamavano indie coinvolgono ormai una fetta di mercato non più così piccina ed iniziano ad influenzare, pesantemente, lo stile, le direttive artistiche e di gameplay di molti videogiochi tripla A. Le aziende si sono rese conto che se investono, anche molto, su piccoli produttori indipendenti, il gioco vale ancora la candela. Può andare ancora tutto a ramengo ma siamo in un periodo buono. Anche se, a livello proprio industriale, produrre un videogioco oggi si presenta come un investimento davvero troppo ingente.

E come fare per risolvere questo problema? Credi forse che, alle volte, si investano troppe risorse nelle voci di budget sbagliate?
Sì, accade spesso questo. Quante risorse sono drenate dai doppiaggi o nella motion-capture, come i casi di Metal Gear – The Phantom Pain o Dark Souls 2 insegnano? In fondo sono tutte cose non indispensabili per fare un buon videogioco, tutte cose in più. Ma, dietro l’angolo, vedo un altro rischio molto serio per il mondo del gaming.

Quale?
Quello di non avere la possibilità, in un futuro prossimo, di poter giocare sulle nuove console, come ad esempio la Playstation 5, sui titoli della 4: ecco la retrocampatibilità, su cui Microsoft si è già spesa ottimamente, sarà decisiva per dare un giudizio complessivo. Per il momento le remastered e i remake di Sony sono ottimi ma per le nuove console occorre la retrocompatibilità, altrimenti se non lo fa la Sony, leader indiscussa del mercato, non lo farà nessuno. Il futuro o è roseo o è un brutto buco nero nei confronti di alcune meccaniche.

 

 

Ti capita mai di pensare “Accidenti quanto vorrei che venisse riproposto questo dato videogioco, ma perché non lo rifanno come si deve”?
Penso che la serie di Legacy of Kain meriti un nuovo approfondimento, quello è il videogioco che più vorrei rivedere rinato, più per questioni nostalgico-affettive più che per il fatto sia un unicum, dato che le sue meccaniche si sono riviste ormai parecchio in giro. Al di là dei sentimentalismi, andrebbero rilanciati titoli e progetti che non tirano più, anche molto anziani, come ad esempio ha fatto Capcom, da un certo punto di vista, proprio per Monster Hunter stesso. MHW è un gioco che ha una barriera di entrata bella tosta e rilanciarlo con una tale possanza nel mercato tripla A è un segnale bellissimo anche se non stiamo parlando di un gioco di nicchia chiaro, specie in Giappone. Grazie agli indie, mi piace ripeterlo, stanno uscendo e riuscendo sul mercato cose molto interessanti.

 

 

Diciamo che la risposta non era una cosa del tipo: “Vorrei rivedere Spyro!”. Quali altri youtubers o meglio content web creator seguivi prima di far parte tu stesso di questa categoria “professionale”?
Ma sai che non seguivo praticamente nessuno? Adesso non ho di fatto tempo, a parte amici e sodali come Dario Moccia, ma prima ero veramente uno che non seguiva Youtube. Figurati che ero convinto che non esistesse neppure Youtube Italia. Solo grazie a dei miei cari amici ho scoperto il canale di John Bain, TotalBiscuit. Poi ho approfondito i contenuti di Marcus, EpicNameBro, il vero papà della community internazionale di Dark Souls. Lui è stata la prima persona che ho davvero apprezzato a guardare mentre giocava. Da qui ho provato a cercare “Dark Souls Ita”: non ho trovato così tanti contenuti, certe volte qualcosa saltava fuori ma non proprio di altissima qualità nonostante i numeri importanti,. Tuttavia nessuno simile al progetto che avevo in testa. Ed ecco che è nata l’Anima Oscura I.

 

Anche sui quotidiani è arrivato l’argomento relativo ai cosiddetti “e-sports”, ovvero di inserire, se non a livello olimpico, quantomeno normare il mondo dei giochi a livello agonistico: qual è la tua opinione a riguardo?
Beh senza considerare le dichiarazioni di Malagò (qui l’intervista completa a “Che tempo che fa”) che lasciano un po’ il tempo che trovano, specie nel modo in cui sono state poste, ritengo che gli e-sports, presto o tardi, dovranno essere normati. È chiaro ed evidente che mai potranno essere apparentati agli sport reali, ci mancherebbe altro, però una federazione parallela serve. E sono convinto che tra qualche anno nascerà. Di questo argomento, tra l’altro, ne ho parlato con altri “colleghi”: Yotobi, QueiDueSulServer e ParliamodiVideogiochi.

(Ve la proponiamo qui sotto).

 

 

Piccoli progetti per il futuro: tra dieci anni dove (e come) vorrebbe vedersi Michele alias Sabaku?
Molti di quelli che oggi stanno su Youtube considerano la piattaforma un trampolino di lancio per altro, dalla televisione alla radio. Io no, io voglio continuare qui o in quello che sarà nel futuro un qualcosa di molto simile. Mi piacerebbe tra dieci anni fare le stesse cose con però tutta l’esperienza di qualche anno in più, con un seguito maggiore e con maggiori risorse e possibilità. Tra dieci anni l’obiettivo è essere un punto di riferimento, per farla breve. A chi mi chiede: “Ma a quarant’anni ti metterai ancora a  fare i video su Youtube” mi viene sempre da rispondere che non esistono critici di cinema di sedici anni!  Semplicemente sarò, o meglio mi piacerebbe essere, un critico videoludico, anche se di fatto non vi sono ancora scuole o studi specifici per diventarlo, riconosciuto e di riferimento. Più invecchio, meglio è: è una sorta di bonus, proprio come i draghi di D&D!

 

 

Per tutti quelli che vorranno incontrare e scambiare quattro chiacchiere con Sabaku l’appuntamento è per sabato 10 febbraio al Nerd Show di Bologna, una delle fiere più interessanti e fighe in Italia legata alla cultura pop contemporanea.

 

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