«È molto semplice: tutto nasce dall’idea che dovresti riuscire a vedere un film con due clic»
È questa la frase chiave della lunga intervista rilasciata al sito norvegese DN da Federico Abad, il programmatore argentino che ha rivoluzionato il modo di guardare film in streaming. In altre parole, Federico Abad è la mente che ha dato il via al progetto Popcorn Time.
Come sempre, tutto nasce da un incrocio tra esigenze personali e contingenze generali, in questo caso la voglia di avere a disposizione i film di cui parla tutto il mondo e il ritardo con cui questi escono in Argentina. Per superare questo problema, Abad inizia a programmare quello che diventerà prima Popcorn Hour e poi Popcorn Time, un servizio basato su film piratati disponibili su Torrent. Una cosa illegale, insomma, ma straordinariamente simile ai servizi legali.
Come scrive DN: «L’aspetto rivoluzionario di Popcorn Time è la sua user experience e il suo design pulito. Basta cliccare sulla locandina per iniziare a vedere il film selezionato. L’esperienza dell’utente è buona come nei servizi legali, ma la scelta di film e serie è molto migliore. Non costa niente. […] Prima di Popcorn Time» continua l’articolo «guardare versioni pirata di film e serie richiedeva un minimo di conoscenza tecnologica. Banner pubblicitari aggressivi, siti che apparivano in pop-up e strane pubblicità porno erano parte dell’esperienza, come a ricordare all’utente il fatto che stesse entrando in una zona grigia di internet. Abad e compagni volevano donare una user experience migliore e meno complicata alla pirateria».
La scelta di Abad di mantenere open source l’intero progetto ha permesso a programmatori di tutto il mondo di collaborare a Popcorn Time, con risultati incredibili: «Quando facevamo qualcosa di nuovo in spagnolo o in inglese, diventata disponibile in 24 lingue entro un’ora».
Un team fortissimo e sparso in tutto il mondo, che ha permesso a Popcorn Time di sopravvivere anche dopo la scelta di Abad e dei suoi collaboratori più stretti di chiudere il progetto. Il motivo? La paura: un giorno tutti gli sviluppatori scoprirono che un avvocato della Warner Bros aveva visitato i loro profili Linkedin. Una chiara minaccia: sappiamo chi siete.
«Non sappiamo come, ma sono riusciti a rintracciarci. Eravamo agitati. Pensavamo fosse una tattica per spaventarci. Ed eravamo spaventati. Non eravamo più anonimi. Sapevano dove lavoravamo, dove vivevamo», racconta Abad.
Il 14 marzo 2014, il team originario di Popcorn Time dichiara chiusa l’esperienza, ma il progetto ormai è cresciuto troppo e viene portato avanti in tutto il mondo da gruppi di programmatori. La sensazione è che sia ormai impossibile da fermare, nonostante operi chiaramente in violazione di copyright: in diversi paesi le autorità giudiziarie stanno provando a bloccarlo, ma un tribunale israeliano ha dichiarato che si tratta di tentativi inutili, perché Popcorn Time ha una struttura inaffondabile.
Per network, case di produzione e studios, non si tratta di una buona notizia. Secondo Abad, che ora lavora in un’azienda che si occupa di Bitcoin, l’unica risposta possibile da parte di queste realtà è andare verso uscite cinematografiche che siano in contemporanea in tutto il mondo, perché fino a quando alcuni paesi saranno penalizzati, ci sarà sempre qualcuno che si ingegnerà per trovare un modo alternativo di vedere ciò che vuole.