Le ultime settimane di doverosa clausura forzata dovuta alla pandemia da Covid 19 hanno avuto un impatto senza precedenti sulla nostra quotidianità: fra le conseguenze più evidenti un’intensificazione straordinaria, pur con diversi inciampi, del nostro uso della tecnologia, a partire dall’adozione pressoché in massa, dove possibile, di modalità di smartworking che fino a qualche tempo fa – almeno in Italia – sembravano quasi esclusivo appannaggio dei lavoratori freelance e di poche evolute aziende.
La tecnologia si è fatta prepotentemente largo nella vita di tutti i giorni di chi sino a poche settimane fa aveva scarsa dimestichezza con le infinite potenzialità di tablet, laptop e smartphone. E allora ecco schiere di nonni alle prese con videochiamate su Skype e Whatsapp o videoconferenze su Zoom con figli e nipoti pazientemente istruiti a distanza da questi ultimi; o insegnanti che, da un giorno all’altro, si sono trovati costretti a utilizzare strumenti digitali di condivisione per la correzione di compiti ed esercitazionie a pianificare e svolgere un calendario il più possibile fitto ed efficace di video lezioni.
Studenti, casalinghe, famiglie, single in cerca di soluzioni per fare fronte alle tante difficoltà di questo periodo hanno iniziato a organizzare e cadenzare le loro giornate appoggiandosi a webinar, applicazioni, videocorsi, siti di e-commerce. La spesa? Si cerca di ordinarla online per evitare il più possibile le uscite e le lunghe code al supermercato; e se proprio tocca recarsi fuori casa a fare provviste, ecco pronte in una manciata di giorni geniali applicazioni, come Codaliscia, FilanIndiana e DoveFila che permettono di sapere con anticipo quanti minuti di attesa toccheranno prima di accedere all’agognato supermarket. Persino molti piccoli commercianti hanno dovuto ingegnarsi per scongiurare, o perlomeno arginare, il rischio di collasso economico: non si contano i negozi che, affidandosi a social network di quartiere e servizi di messaggistica tramite smartphone, si sono organizzati per prendere ordinazioni ed effettuare consegne a domicilio.
Videolezioni e tutorial mai come adesso
Molte persone stanno cercando di affrontare la quarantena in modo proficuo e creativo, dedicandosi al riordino della casa o alla cucina: e qui le opzioni si sprecano, fra blog, siti e video lezioni a tema gastronomico e divertenti “dirette” in cui chef e blogger condividono con i follower la preparazione di impasti e ricette, mentre i professional organizer dispensano online consigli per riprogettare gli spazi domestici in puro stile Konmari. Tornando alla cucina, chi teme che la clausura forzata e gli eccessi gastronomici lascino qualche chilo di troppo su fianchi e girovita sta cercando di arginare i danni seguendo corsi online di ginnastica, Pilates, yoga e danza; dal canto loro, allenatori e personal trainer stanno trovando nella Rete un prezioso alleato per poter continuare a svolgere la loro professione. Inutile dire che Chili, Youtube e Netflix sono un’eccezionale risorsa per chi ha bambini e ragazzi in casa: non solo per l’ampissima scelta di film, cartoni animati e programmi d’intrattenimento, ma anche per la presenza di tutorial creativi.
Questo è quanto accade ora; ma, visto che, sia pure con estrema cautela, si comincia a ipotizzare come verrà gestita la graduale fine del lockdown, già sappiamo che anche in questo caso la tecnologia svolgerà un ruolo cruciale, per esempio per tracciare gli spostamenti delle persone e prevenire la formazione di nuovi focolai: un tema caldo, che sta scatenando non poche polemiche legate alla tutela della privacy. La possibilità di essere sempre connessi, poi, continuerà ad essere utile alle persone anziane, che verosimilmente dovranno continuare a stare in casa ancora per molto tempo: per loro, ad esempio, sarà fondamentale poter fruire delle risorse della telemedicina per continuare a prendersi cura della propria salute.
Continueremo ad essere così tecnologici?
Quanto al “dopo”, cioè al momento – a ora indefinito – in cui si tornerà finalmente alla normalità, certamente lo affronteremo con un bagaglio di dimestichezza e know-how tecnologico assai più consistente di prima, e per molti si tratterà di quello acquisito durante le settimane di quarantena. Fare la spesa online potrebbe diventare la prassi per molti anziani, e programmare video lezioni potrebbe rivoluzionare le modalità organizzative di scuole e università, se fossero utilizzate come strumento integrativo. Chi muore dalla voglia di tornare a viaggiare, e adesso si consola con video tour nei musei, non ci penserà due volte a pianificare le proprie trasferte comodamente online, utilizzando le risorse della Rete per smarcare in pochi click non solo le voci volo per Londrao ristorante vegano, ma anche quella parcheggio aeroporto Milano Malpensa o ricerca di una bicicletta ad Amsterdam: non solo il mondo dei viaggi e dell’ospitalità, infatti, sono ormai pienamente digitalizzati, ma lo è anche quello della mobilità, che ne è parte integrante. Siti come MyParking, piattaforma di prenotazione anticipata e pagamento online del parcheggio, permettono ad esempio di scegliersi il posto auto più adatto alle proprie esigenze proprio come si fa con un hotel o un bed and breakfast.
La spinta sull’acceleratore dello smartworking, infine, potrebbe finalmente rivoluzionare le modalità di gestione del lavoro da parte di molte aziende: inducendole a focalizzarsi sulle effettive prestazioni dei dipendenti più che sulle ore fisicamente trascorse in ufficio.