Per la serie “in questo eterno presente (in cui non ti disconnetti mai) non moriremo mai”
Succede in un cimitero di Roskilde, in Danimarca, dove hanno iniziato a utilizzare i QR Code a corredo delle lapidi. Il che è una rivoluzione mica da ridere se ci pensate bene: a parte il lato morboso della faccenda, quante informazioni in più si possono aggiungere/trovare rispetto a quante se ne trovano su una lapide tradizionale? Che cambiamento radicale di fruizione/visita di un cimitero è ?
Nel cimitero-tech danese i QR Code sono stampati su un piatto di porcellana e collegato a una piccola pietra posta nel terreno accanto alle lapidi. Fatta la scansione con uno smartphone e si viene reindirizzati su un sito web ad hoc. Il progetto è ancora in fase sperimentale e i ‘contributi’ sono ancora a livello di semplici bozze rudimentali (una foto, qualche file audio o video e una breve sintesi della vita del defunto), ma avete presente che mondo si apre?
Tutti a scrivere i contenuti e progettare il proprio sito post-mortem. Via ad accumulare e riorganizzare filmati, foto, frasi, racconti etc etc etc. in modo da lasciarsi dietro quanto più di se possibile. Senza pensare all’evoluzione macabra di aggiornamenti futuri programmati ad hoc ancora in vita, come a ricreare una propria vita digitale anche post-mortem (mettiamo tutte le bare in rete e facciamo un social deathwork?)
A parte gli scherzi (?).
Ad esempio, la città danese di Holbaek sta cercando di utilizzare i codici per fornire maggiori informazioni ai visitatori, con l’intenzione di caricare i necrologi dei monaci locali che un tempo vivevano in un monastero vicino alla città.
Mi piace questa immagine di cimiteri in cui prima veniva seppellita la memoria del mondo che adesso diventano come biblioteche in cui andarsela a (ri)leggere (la memoria del mondo).
Il servizio costa 100 euro. Scommettiamo che diventerà un must nel giro di poco ovunque ?