Il Burning Man è un festival di 8 giorni che si svolge ogni anno nel deserto del Nevada. La manifestazione nasce nel 1986 su una spiaggia di San Francisco da un’idea semplice: fare un falò dando fuoco ad un fantoccio di legno e attirare un po’ di gente. Negli anni la cosa è cresciuta a dismisura: nel 1991 gli organizzatori si sono spostati nel Black Rock Desert, in Nevada, con l’obbiettivo di far nascere una vera e propria città: la Black Rock City. Il festival non ha una sua programmazione di eventi: ognuno deve essere autosufficiente praticamente su tutto – in città si vendono solo ghiaccio e caffè – portarsi il proprio generatore, organizzare un concerto o montare un sound system per far ballare gli altri.
Una roba da drogati direte voi. Per alcuni è la rappresentazione di una grande opera d’arte vivente: una città che si basa su 10 principi ben precisi che vanno dalla cooperazione comunitaria fino all’esprimere sé stessi in modo radicale. Non è un festival pettinato dove si abbina il colore delle scarpe in base ai gruppi che suonano, per dire, anche se negli anni è diventato comunque meta di star e di personaggi famosi.
In teoria le tempeste di sabbia e l’assenza di campo per i telefoni cellulari potevano essere un buon modo per tenere alla larga gli hipster ma, si sa, quelli dopo un po’ arrivano sempre andandosi a mescolare ai tanti personaggi un po’ stile Mad Max e ai tanti uomini nudi che normalmente frequentano la manifestazione.
L’ultima edizione del Burning Man si è tenuta dal 30 agosto al 7 settembre, quest’anno il tema scelto era “Carnival of Mirrors”. È successo che una telecamera Go-Pro si è staccata da un drone mentre stava facendo una ripresa aerea. Per chissà quale fortuna non si è rotta e ha continuato a filmare passando, di mano in mano, tra le varie persone che stavano ballando in quel momento. Che il filmato sia vero o costruito apposta, alla fine, è poco importante. Rappresenta bene lo spirito del festival no?