Dopo una settimana di polemiche, la mostra di Bologna dedicata alla street art si inaugura oggi presso le sale di Palazzo Pepoli. Street Art – Banksy & Co nasce con lo spirito di chi vuole portare l’arte di strada nei musei: oltre a Banksy ospita artisti famosissimi come Dondi White, Keith Haring, Lady Pink, il duo brasiliano degli Os Gemeos e alcuni importanti nomi italiani come Blu, Ericailcane, Daniele Pario Perra e altri ancora.
“Il recupero di opere d’arte contemporanea – afferma Fabio Roversi-Monaco, ideatore del progetto – “come i graffiti sui muri di strutture ubicate in zone periferiche della città non è un atto vandalico. Occorre uscire dal conformismo latente e dannoso di chi vuole per forza criticare questa operazione e non ne prende in considerazione l’aspetto culturalmente rilevante e per ciò stesso meritorio. Il senso della mostra vuole essere questo, e siamo certi che la città parteciperà con grande attenzione a questa iniziativa”.
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Nonostante i nomi altisonanti, Banksy & Co verrà ricordata di più per gli 8 strappi non autorizzati di Blu, tra cui il grande murale delle ex Officine di Casaralta (Senza titolo, 2006) e il murale della facciata delle ex Officine Cevolani (Senza titolo, 2003). La risposta dell’artista la conoscete tutti: lo scorso weekend ha cancellato tutte le altre sue opere dai muri della città. Secondo gli organizzatori, l’intento della mostra era quello di preservare i graffiti affidandoli al laboratorio di restauratori guidato da Camillo Tarozzi, Marco Pasqualicchio e Nicola Giordani.
Il curatore Luca Ciancabilla ci aveva confermato che molti dei lavori di Blu erano ospitati in fabbriche prossime alla demolizione, concetto ribadito anche da Roversi-Monaco all’Huffington Post: “Quelle opere si trovavano all’interno di comparti industriali destinati alla demolizione e che non erano visibili al pubblico e sono state tolte perché assieme al restauratore ed estrattista Camillo Tarozzi abbiamo trovato il modo di salvarle”.
Certo è che la mostra ha aggiunto un nuovo tassello al lungo dibattito del rapporto tra l’Italia e la street art, oltre ad aprire un’interessante riflessione sul tema del diritto d’autore, di cui abbiamo scritto in queste settimane.
Banksy & Co presenta 300 opere divise in tre percorsi diversi: La Città Dipinta, che raccoglie grafiche prodotte per il mercato e pezzi provenienti dalla strada; La Città scritta, dedicata all’evoluzione delle tag e delle scritte sui muri secondo il filologo Armando Petrucci e, infine, Città trasformata dedicata alla street art della New York del 1980.